A.P.
Anche un bambino capisce che Soru lavora per dividere. Chi vuole l’unità partecipa al collettivo e Soru non ha mai partecipato al tavolo del centrosinistra e non ha mai interloquito. Si è solo autocandidato, pensando - come ha avuto l’ardire di affermare - di fare un regalo al campo largo. Con un atteggiamento ringhioso ostenta la sua ostilità verso il M5S e verso la Todde, a suo dire non graditi dai sardi e votati alla sconfitta. Nel suo fare rabbioso e sconclusionato c’è solo una finalità visibile: far fuori la Todde e mettersi lui al suo posto. Invoca la democrazia, ma non si rende conto che è sempre più democratico essere scelti dagli altri che da se stessi, come fa lui autocandidandosi con prepotenza.
Del resto si è visto con quale garbo e gentilezza ha accolto l’invito al dialogo della Todde. Ne ha fatto occasione per un attacco pubblico volgare e offensivo. Chi vuol discutere ed unire non fa così, si comporta esattamente in modo opposto.
E’ elementare capire che, a questo punto, non si possomo fare primarie per revocare l’incarico alla Todde; il risultato sarebbe comunque lo sfascio del campo largo, con conseguente sicura vittoria delle destre. Soru, dunque, ha avviato un percorso autolesionistico e devastante, senza via d’uscita. Per questo va lascìato cuocere nel suo brodo, fatto di fantasmi e di rancori. Gli va lasciata solo una strada, ritirare la sua candidatura e rientrare nei ranghi o scomparire. Ma sarà difficile che lo faccia. I salvatori della patria, quale lui crede d’essere, non si ritirano, vanno fino in fondo. La destra ringrazia.
2 commenti
1 Pigmalione
21 Novembre 2023 - 14:07
Fatico a vedere le qualità di spirito unitario, visione, rapporto col territorio e tessuto lavorativo e sociale sardo, nella Todde. Quest’ultima è l’espressione più evidente di una candidatura in provetta, calata da un accordo nazionale in un modo che umilia il carattere di regione a statuto speciale che ha la Sardegna, dosando sapientemente piccoli spazi tagliati in televisione e sui social, confondendo l’attività politica di rappresentanza con comparsate che sanno di spot pubblicitari ad ogni sit in, banchetto o assemblea pubblica. Salvo non presentarsi a quelle importanti come l’ultima sull’assalto speculativo eolico convocata dai comitati.
Soru si è mosso come si deve muovere un candidato a guidare la Sardegna, da quasi due anni. La Todde no. Il suo modo di condurre la sua candidatura incarna il peggio del rapporto con gli elettori e la comunicazione instaurato dai Cinque Stelle, sulla falsariga di Casalino & co.
Dall’altro lato, Soru è un importante volto di questa critica ma ha riunito intorno a sè cinque formazioni prima facenti parte del presunto campo largo. Quasi dimezzandolo.
Io chiedo all’autore: se un candidato ha paura di affrontare delle primarie e vincerle, con che valore e peso relativo si può presentare per poi vincere le elezioni che contano?
Mancano poi le forze di alternativa, che si vedrà cosa faranno e potranno presentare ugualmente la loro candidatura contro l’indigeribile campo largo ma anche non soddisfatti dalla linea del grande “rassemblement moderato” che Soru pare incarnare.
2 Francesco
22 Novembre 2023 - 00:54
Mi scusi, ma per quale motivo Soru si dovrebbe ritirare? Ma che concezione di democrazia è questa?
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