A.P.
Ci è riuscito una volta, nel 2009, ora ci riprova a far vincere la destra. Lo fa con millimetrica precisione: la divisione del centrosinistra in due tronconi dà matematicamente la prevalenza alla destra, come ha fatto Letta jr. con la Meloni lo scorso anno. Basta questa banale e ovvia considerazione per mostrare quanto poco gentile sia la autocandidatura di Soru. Entra a gamba tesa, come un elefante nella vetrina di cristallo, e la chiama rivoluzione gentile. Del resto Soru ha già perso malamente contro Cappellacci, dopo una esperienza di governo divisiva e lacerante del centrosinistra. Perche’ ripetere l’errore?
Ma quale la sua giustificazione? Veramente risibile! “Sono stato uno dei 40 fondatori del PD. Ho donato il mio impegno e la mia partecipazione, ed ora me la riprendo”. Una follia allo stato puro. Una visione proprietaria della partecipazione all’agone politico e alle funzioni pubbliche. Soru lamenta la scelta della Todde senza competizìone. Ma è pur sempre una decisione assunta da due partiti di rilievo regionale e nazionale, il PD e il M5S, siglata dai segretari nazionali e condivisa da un ampio gruppo di movimenti e associazioni regionali. Ben diverso e sempre di più dell’autocandidatura di mister Tiscali. Ringhiosa e perdente.