Regionali: campo largo ha scelto, Todde (M5s), candidata alla presidenza della Regione Sardegna, arriva al tavolo tra gli applausi

10 Novembre 2023
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A.P.

Il Campo largo ha fatto l’unica cosa sensata: ha deciso che Alessandra Todde è la candidata governatrice del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Sardegna. L’ufficialità sul nome della deputata e vicepresidente dei pentastellati è arrivata durante il tavolo della coalizione che riunisce Pd, M5s e altre forze autonomiste. Le pressioni, a dir poco disinvolte di Soru, e le manovre dei sedicenti Progressisti sono state così subito respinte. Chi si è già sfilitato (Liberu e Più Europa) o chi continua ad alzare la posta per ottenere di più, vengono messi con le spalle al muro: o rientrano nel tavolo, facendo valere le loro argomentazioni sul programma o scelgono l’avventura, decretando la quasi sicura vittoria della destra.
I sedicenti Progressisti ieri hanno disertato la riunione, accampando la necessità di una larga consultazione, che peraltro non hanno invocato quando il candidato era Zedda; in realtà vogliono un via libera alla pretesa di quest’utimo di essere candidato del centrosinistra alla carica di sindaco nelle prossime elezioni comunali cagliaritane.  La ragione è facilmente comprensibile. Zedda e Agus furono eletti la volta scorsa al Consiglio regionale, ma solo Agus fu eletto nella lista progressista, mentre Zedda ebbe il seggio perché candidato perdente alla presidenza della Regione. Bisogna dunque dargli una buona sistemazione, altrimenti o lui o Agus probabilmente rimarranno a terra.
Sullo sfondo la corsa solitaria di Renato Soru, l’ex governatore del Pd che sabato potrebbe ufficializzare la sua candidatura alternativa a Todde. La ragione? La scelta della Todde nasce non in Sardegna, ma è frutto di un accordo a Roma tra i dem e i cinquestelle. Di qui la rottura con la coalizione. Ora, a parte il fatto che un accordo nazionale fra PD e 5 Stelle non è un male, ma un bene, basti pensare al disatro combinato da Letta alle elezioni politiche. Rompendo coi pentastellayìti ha regalato alla Meloni il governo del paese. La convergenza sulla Todde non è in contrasto, ma conforta la psozione del PD sardo, che per bocca del segretario regionale Comandini, aveva già detto che la designazione del candidato presidente spettava al M5S, quale primo partito in Sardegna del campo largo.
Importante anche l’applauso alla Todde dei partecipanti al tavolo, segno di largo consenso e di voglia di battersi con convinzione.
La Todde da parte sua ha fatto una buona dichiarazione. “Sono emozionata, sono contenta, credo che oggi sia un giorno fondamentale per proseguire con questo campo progressista, sono orgogliosa di rappresentare questa coalizione - ha detto la candidata al suo arrivo nella sede del Pd in via Emilia a Cagliari, sede del tavolo, accolta tra gli applausi degli alleati - Abbiamo necessità di custruire assieme la migliore proposta possibile per permettere ai sardi di spazzare via la perggiore giunta regionale che la Sardegna ha avuto negli ultimi anni”. Una stoccata anche a Soru. “Non ho mai creduto nelle donne e negli uomini soli al comando e non comincerò oggi. Siamo una squadra e lavoreremo da squadra nel solco dell’unità e della condivisione”.
La coalizione ha deciso, senza farsi condizionare da Soru, Zedda & C., rispondendo ad una esigenza di chiarezza del proprio elettorato. Ora entra in scena la Todde.

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