A.P.
La quasi totalità delle associazioni, movimenti, partiti del campo largo del centrosinistra hanno espresso gradimento per la Todde. Ma c’è subito chi si sfila, della serie o approvate la mia proposta o io vado via. Certo Liberu può fare ciò che vuole, ma questo non è l’atteggiamento giusto per stare in una coalizione ampia, dove è certa una pluralità di opinioni. Non lo è neanche quello dei sedicenti Progressisti che insistono su un iter per l’individuazione del candidato aĺla presidenza (primarie o consultazione ampia) che tutti gli altri hanno motivatamente scartato. Anche qui il buon senso vuole che si accetti il volere della maggioranza. Tanto più che si tratta di una maggioranza molto vicina all’unanimità. Fra l’altro Liberu si sfila perche’ vuole Soru, ossia uno dei personaggi più divisivi nella storia dell’autonomia regionale, che ha dato già prova degli effetti deleteri di questo fattore, perdendo il confronto con un concorrente modesto come Cappellacci. Non si può dire la stessa cosa per Graziano Milia, persona meritevole, dialogante e garbata, voluta dai sedicenti Progressisti, ma non tale da giustificare una rottura nel centrosinistra. Quindi le posizioni di Liberu e dei sedicenti Progressisti, a questo punto, hanno un solo effetto, quello di indebolire il centrosnistra nella battaglia contro la destra.
Rimane poi la scheggia Soru. Avrebbe già dovuto rinunciare alĺa sua candidatura, visto il pronunciamento pro Todde del tavolo. Non lo ha fatto. Pensa di fare una sua lista? Una decisione folle, come mister Tiscali.
Nel merito, poi la candidatura della Todde ha alcuni indubbi vantaggi. Anzitutto è donna, e sarebbe una bella novità se, a 75 anni ďalla nascita della Regione sarda, venisse eletta una donna. Si tratta poi di una persona che vanta un buon curriculum. Rispetto alla precedente donna candidata, la Barracciu, presenta maggiori titoli ed una ineccepibile condotta. C’è poi un elemento poliitico a suo favore. La Todde spezza la continuità col passato. Introduce una stagione nuova rispetto ai Soru e ai Pigliaru, che non è stata soddisfacente: il primo con la sua arroganza, basti ricordare la vicenda della legge statutaria, il secondo, con il suo appoggio alla schiforma costituzionale Renzi, battuta in Sardegna con la più alta percentuale nazionale, quasi l’80%. La Todde, estranea a quella stagione perche’ viene da un movimento nuovo e di rottura, sembra la persona adatta ad imprimere una svolta nella non estaltante politica regionale. Certo niente è sicuro. Ci vuole un programma all’altezza, una forte convinzione e spinta della dirigenza che sappia stimolare una grande mobilitazione popolare.
1 commento
1 Francesco
9 Novembre 2023 - 13:07
Quindi, secondo voi, in una coalizione uno decide senza interpellare gli altri e questi devono accettare senza fiatare in nome del voto utile? Se erano così sicuro della scelta, perchè non fare le primarie?
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