Regionali. Il problema della rappresentanza femminile in Sardegna

3 Novembre 2023
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Paola Casula sindaca di Guasila

Il problema della rappresentanza femminile in Sardegna è evidente.
Ci troviamo da giorni a dibattere sulla candidatura di una donna come governatrice della Sardegna, con argomentazioni sbagliate che puntano su presunte spartizioni di potere o imposizioni (inesistenti) da Roma.
Siamo in un momento storico cruciale. Per la prima volta nella sua storia, la nostra isola può operare una rivoluzione politica di altissimo valore. Che investe certamente la candidatura di una donna a Presidente, ma questa è solo la punta dell’iceberg di un discorso più ampio.
Quante donne verranno candidate alle prossime Regionali? Quante saranno candidate da capolista? Quante effettivamente elette?
Veniamo da una legislatura dove la rappresentanza femminile è stata molto bassa. E veniamo da elezioni dove la doppia preferenza di genere, nata per equilibrare le scelte delle cittadine e dei cittadini, ancora non funziona.
Le polemiche in seno al Centrosinistra sono in buona parte pretestuose e tendenti a confermare lo status quo. Ed è un paradosso, visto che finora abbiamo parlato di diritti, diritti, diritti. Ma a parole sono tutti bravi.
Sia chiaro, non si chiede maggiore rappresentanza semplicemente perché donne. Si chiede rappresentanza perché donne competenti, autorevoli e con una importante esperienza amministrativa alle spalle da mettere al servizio della Regione Sardegna.
Le Regionali del 2024 in tal senso possono rappresentare una bella novità nella vita politica sarda. Possiamo presentarci con un progetto nuovo, fresco. Possiamo farlo col contributo di donne e uomini di Centrosinistra. Assieme.
Possiamo davvero diventare un modello di buona politica e di reale rappresentatività degli interessi dei sardi ai tavoli che contano.

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