Carbonia. Ancora dal Rapporto Rockefeller sul comunismo: La Sardegna rurale, Forza dei comunisti, Futuro del Pci in Sardegna, Principali avversari dei comunisti, Il Pci e l’Erlass. Carbonia e il Pci

8 Ottobre 2023
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Gianna Lai

E poi il paragrafo dedicato alla Sardegna rurale, l’isola “è una regione che si è dimostrata molto poco fertile per i movimenti politici di qualsiasi colore,… comunque di recente i comunisti hanno dedicato molta più attenzione alle comunità rurali ed è possibile che in futuro riescano ad ottenere qualche successo. Un fattore che gioca in loro favore è che recentemente il Partito sardo d’azione si è spostato sempre più verso il centro destra, cosicché le aspirazioni di sinistra in queste zone sono state private di una direzione ben precisa” E poi il paragrafo Forza dei comunisti. “Le loro fonti parlano di 89.000 tesserati, un’altra fonte estremamente bene informata di 40.000”, mentre si sta “evidenziando un aumento annuo del 6-8% dei tesserati. Comunque la fortunata strategia seguita dal Partito comunista italiano lo ha portato, nelle elezioni di aprile di quest’anno, a ottenere nei collegi sardi tre deputati e un senatore. Inoltre Spano, che durante il suo esilio è stato anche imprigionato per motivi politici, è senatore di diritto. I voti del Fronte popolare in Sardegna in queste elezioni sono stati 122.434 per la Camera, su un numero totale di 600.727 votanti,e 103.541 per il senato, su 604.973 votanti. L’analisi di questi risultati dimostra chiaramente che il grosso di questo elettorato si colloca nel sud e in particolare nel sud-ovest dell’isola” E nelle considerazioni sul voto a sinistra e sui votanti, “ancor meno essi rappresentano il numero di quelli che Lenin definiva bolscevichi di ferro, ovvero quegli uomini e quelle donne profondamente indottrinati, pronti a seguire la linea del partito e a mantenervisi fedele in ogni circostanza. In verità essi rappresentano principalmnete una massa sociale scontenta, bisognosa e senza sicurezze che vede poche prospettive di miglioramento economico. Il problema è economico non ideologico”. E, senz’altro buon conoscitore della Sardegna, si dimostra in grado di saper fare previsioni sul futuro politico nell’isola, il relatore, “la macchina politica dei comunisti è intatta e in buono stato di funzionamento, e non c’è ragione di supporre che non sarà capace di ottenere buone percentuali alle elezioni del Consiglio regionale, che si dovrebbero tenere nei prossimi mesi”. Così nel paragrafo Futuro del Pci in Sardegna, “Il partito è ben organizzato e ben diretto, ha una base relativamente sicura nel Sulcis, e un campo tuttora relativamente non coltivato, da sfruttare, tra i contadini. Ha una buona presa sui sindacati. La cosa più importante è che sembrano esserci poche proespettive di un autentico miglioramento delle condizioni di vita e per quanto riguarda il problema della disoccupazione tra i lavoratori sia industriali, sia agricoli”.

Dopo aver ricordato come il Pci stia “perdendo terreno nel continente, nelle regioni chiave del Nord industriale”, il paragrafo sui Principali avversari dei comunisti ritorna al contesto generale: “ La chiesa, i socialdemocratici, il Movimento sociale italiano, i massoni… L’influenza dei preti nelle elezioni è molto sentita… L’influenza della chiesa non si ferma al parroco. Esiste la gerarchia ecclesiastica che ha molta influenza, esistono gli Ordini e, sopratutto i Gesuiti,… [che] hanno un ruolo molto importante nell’istruzione della comunità sopratutto a livello di scuola superiore” E, riferendosi all’intervento di Padre Lombardi in città, “Pochi giorni prima che fosse scritta questa relazione un prete gesuita ben conosciuto nell’Italia continentale, ha arringato una folla di 6-7mila persone a Carbonia in un attacco politico diretto ai comunisti”. Alcune considerazioni, quindi, sulla scarsa influenza dei socialdemocratici nell’isola, mentre più interessante da analizzare è la condizione del Movimento sociale: “Il Msi ha ottenuto 11.510 voti nelle ultime elezioni, è un partito fascista che trae le sue basi dalle famose dichiarazioni di Mussolini a Verona nel 1943… Comunque in Sardegna non ha una base di massa e sembra improbabile che possa ottenere risultati immediati contro i comunisti, anche se può esercitare una certa concorrenza in alcune aree rurali. E’ molto più probabile che guadagni terreno a spese dei democristiani e del blocco di centro-destra. La caratteristica più significativa del movimento è che si tratta probabilmente dell’unico altro partito, oltre a quello comunista [sic!], che sia preparato a scendere in piazza in tempi brevissimi e discutere le proprie vedute politiche con spranghe e pistole. Sicché in tempi di lotta sociale può assumere un diverso ordine di importanza. E’ ferocemente xenofobo.” E, per concludere, in riferimento agli Effetti sui progetti della Fondazione Rockefeller, determinati dalla politica del Pci, “Quella parte dell’ opinione pubblica il cui favore è più importante - gli uomini reclutati nei distretti agricoli, le autorità governative, i pastori e gli agricoltori- raramente è di fede comunista, e anche quando lo sia, sembra generalmente più incline a prestare più attenzione alle realtà locali che alla linea politica”. Del resto, le maggiori divergenze fra comunisti e loro alleati nel Fronte popolare si riscontrano proprio sulle questioni “relative al benessere e alla cooperazione non politica con l’Occidente”. Perciò, ritornando alla strategia del Pci, “che in tutte le circostanze concepibili la linea politica sarà contraria alla Fondazione, a torto o a ragione, è praticamente inevitabile,… come è stato già spiegato, a causa della recente storia del partito, i comunisti son qui particolarmente legati alla direzione nazionale del partito e seguono diligentemente la linea indicata dal vertice”. E tuttavia, “fino ad oggi l’attività del Pci nei confronti dell’Erlass non è stata niente di più che una seccatura… Il partito è attualmente organizzato in cellule di circa 200 membri ciascuna, a livello di villaggio oppure, nelle città più grandi, in sezioni rionali. Al di sopra di questo livello la gerarchia del partito segue le divisioni amministrative dello Stato. Comunque, di fronte a una grande organizzazione come l’Erlass, i comunisti vengono istruiti affinché formino le loro cellule sulla base del tipo di occupazione e non della residenza”. Essi sono pochi, conclude il relatore, passando quindi ad altro argomento per riferire sui membri della borghesia e sui professionisti: “non ce ne sono più di 800 in tutta l’isola. Da questi viene la maggior parte dei leader e degli organizzatori, le cui posizioni e opinioni son generalmente ben conosciute, poiché essi sono agitatori e politici professionisti o semi professionisti. Non è chiaro se al momento esistano tra i dipendenti dell’Erlass membri del partito appartenenti alla classe media. Se esistono, è molto improbabile che siano particolarmente entusiasti”.

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