Regionali. Grandi manovre PD-Progressisti perche’ nulla cambi

22 Settembre 2023
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A.P.


Non sara’ passata inosservata ai democratici sardi e ai componenti le associazioni che affollano i tavoli del centrosinistra la dichiarazione del progressisti per bocca di Zedda e Agus: non accettano le imposizioni romane. No alla designazione di Alessandra Todde da parte di Conte e Schlein, dall’alto, si’ alle primarie o comunque a scelte su scala locale. Questioni di metodo, ma - ‘ si sa’ - queste nascondono sempre posizioni sostanziali. E qui la sostanza e’  evidente: Zedda e Agus non contano nulla a livello nazionale, possono invece manovrare alla grande a livello locale. Il loro obiettivo e’ semplice: d’intesa col PD sardo assicurarsi il seggio (per Zedda si parla di una ricanditatura in comune),  in cambio assecondare il PD nelle sue pretese. Il resto sono belle parole di contorno adatte alle circostanze. Cosi’, aiutandosi l’un l’altro, PD e Progressisti, come nel recente passato, fanno il bello e cattivo tempo, affossando le speranze di cambiamento.   Ci siamo gia’ scordati che alle scorse elezioni in un sol colpo hanno consegnato alla destra, Cagliari a Truzzu e l’Isola a Solinas. E le associazioni, ricche di energie di rinnovanento? Puro imbelletamento ad uso elettorale. Non a caso PD e Progressisti hanno pregiudizialmente escluso il Polo di sinistra dal confronto. Perche’? Perche’ la sinistra avanza questioni sostanziali, di linea (pace, guerra, basi militari, lavoro, nuova autonomia ecc.) e di  rinnovamento reale: fuori i personaggi che da anni inquinano la politica regionale del centrosinistra (i Cabras, i Soru e le bande al seguito).  Tuttavia dev’essere chiaro che, se prevale nel centrosinistra  l’impostazione di PD  e Progressisti, e’ a forte rischio la vittoria sulla destra, ma sicuramente non cambia nulla nella politica regionale. E’ chiaro?

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