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Ecco una sintesi della nuova enciclica di Benedetto XVI° “Caritas in veritate”, da cui emerge un papa molto contraddittorio, insieme critico lucido del globalismo capitalista, portatore di istanze alternativiste, e propagandista di posizioni integraliste e passatiste. O contraddittori siamo noi?
GLI IMMIGRATI HANNO PIENI DIRITTI, NO AL PRECARIATO
Ogni migrante è una persona umana che “possiede diritti che vanno rispettati da tutti e in ogni situazioné e non può essere considerato una semplice “merce”: è quanto afferma il papa nella sua nuova enciclica ‘Caritas in veritate”. Di fronte al fenomeno epocale delle migrazioni “nessun Paese da solo - è il suo monito - può ritenersi in grado di far fronte ai problemi migratori”.
NO AL PRECARIATO, IL LAVORO DECENTE E’ UN DIRITTO - La grande povertà presente nel mondo ha una sua causa diretta nella disoccupazione: papa Benedetto XVI denuncia “la precarietà”, “lo sfruttamento”, la “mancanza di garanzie sociali”, “l’indebolimento dei sindacati” nell’era della globalizzazione e delle delocalizzazioni e invoca il diritto ad un lavoro “decente” per ogni essere umano.
Benedetto XVI denuncia inoltre quel processo di globalizzazione e delocalizzazione che sta erodendo le tutele sociali, i diritti dei lavoratori, il potere dei sindacati. Benedetto XVI punta il dito contro “l’abbassamento del livello di tutela dei diritti dei lavoratori” per far acquisire ad un certo paese “maggiore competitività internazionale”. Il papa esorta le forze sindacali che, sottolinea, devono essere distinte dalla politica, “a volgere lo sguardo” soprattutto verso quei paesi “dove i diritti sociali sono violati”.
LA FINANZA SENZA ETICA E’ CAUSA DI CRISI E POVERTA’ - E’ una finanza senza etica, senza il senso di Dio, ad aver fatto deragliare l’economia reale, provocando l’attuale crisi economica mondiale. La convinzione di autonomia dell’economia dalle “influenze di carattere morale - rileva il papa - ha spinto l’uomo ad abusare dello strumento economico in modo persino distruttivo”. “Senza il bene comune come fine ultimo - ammonisce - l’esclusivo obiettivo del profitto rischia di distruggere ricchezza e creare povertà”. Senza la guida della carità- incalza - può concorrere a creare “rischi di danni sconosciuti finora e di nuove divisioni”.
LA PIANIFICAZIONE EUGENETICA MINACCIA L’UMANITA’ - Il Papa, nell’enciclica, denuncia poi il pericolo di una “sistematica pianificazione eugenetica delle nascite”, che minaccia lo stesso destino dell’umanità oltre che il suo sviluppo. “La ragione senza la fede è destinata a perdersi nell’illusione della propria onnipotenza” torna ad ammonire il pontefice, sottolineando come “la questione sociale diventa oggi questione antropologica”.
La CRITICA ALL’ONU E ALLE ONG, NO AL CONTROLLO NASCITE - Benedetto XVI nella sua nuova enciclica torna a condannare le politiche di controllo delle nascite, talvolta promosse da organismi dell’Onu, e sottolinea che il rispetto per la vita “non può in alcun modo essere disgiunto” dallo sviluppo dei popoli. La crisi economica mondiale ha evidenziato l’urgenza della riforma dell’Onu e la necessità di una vera “architettura economica e finanziaria” per governare la globalizzazione. “Urge la presenza di una vera autorità politica mondiale”, scrive il papa.
ATEISMO PERICOLOSO COME TERRORISMO FONDAMENTALISTA - Sia l’ateismo che il terrorismo a sfondo fondamentalista frenano lo sviluppo dei popoli: il Papa ribadisce l’importanza del diritto alla libertà religiosa. Le violenze, sottolinea Benedetto XVI, “frenano lo sviluppo autentico”, e ciò “si applica specialmente al terrorismo a sfondo fondamentalista”. Al tempo stesso, la promozione dell’ateismo da parte di molti paesi “contrasta con le necessità dello sviluppo dei popoli, sottraendo loro risorse spirituali e umane”. Per lo sviluppo, sottolinea, serve l’interazione dei diversi livelli del sapere “armonizzati dalla carità”.
LO SCANDALO DELLA FAME; OCCORRE TRASPARENZA NELLA COOPERAZIONE E NEGLI AIUTI - Il Papa poi torna a rivendicare il cibo e l’acqua come “diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzione né discriminazioni”. Nell’auspicare “un’equa riforma agraria nei Paesi in via di sviluppo”, il pontefice denuncia la mancanza di “un assetto di istituzioni economiche” in grado di gestire la lotta alla fame nel mondo e di fronteggiare “le necessità connesse con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari, provocate da cause naturali o dall’irresponsabilità politica nazionale e internazionale”. Benedetto XVI denuncia “lo scandalo”, che “miete ancora moltissime vittime tra i tanti Lazzaro ai quali non è consentito di sedersi alla mensa del ricco Epulone”. “Eliminare la fame nel mondo - aggiunge - è divenuto, nell’era della globalizzazione, anche un traguardo da perseguire per salvaguardare la pace e la stabilità del pianeta. La fame - rimarca - non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di natura istituzionale”. A tale proposito, Benedetto XVI osserva che gli stessi organismi internazionali, impegnati nel settore dell’alimentazione e della cooperazione allo sviluppo, “dovrebbero interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici e amministrativi, spesso troppo costosi”. “Capita talvolta che chi è destinatario degli aiuti diventi funzionale a chi lo aiuta e che i poveri servano a mantenere in vita - denuncia - dispendiose organizzazioni burocratiche, che riservano per la propria conservazione percentuali troppo elevate di quelle risorse che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo”. In questa prospettiva, Ratzinger chiede “una piena trasparenza”.
AMBIENTE, BASTA COL SACCHEGGIO DELLE RISORSE DA PARTE RICCHI - Benedetto XVI ricorda che la natura è un dono di Dio, da “usare responsabilmente”, e chiede che i Paesi ricchi e i gruppi di potere pongano fine “all’accaparramento delle risorse” a danno dello sviluppo dei Paesi poveri. La comunità internazionale - esorta - deve perciò trovare “le strade istituzionali per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili”. “Le società tecnologicamente avanzate - aggiunge - possono e devono diminuire il proprio fabbisogno energetico”, mentre deve “avanzare la ricerca di energie alternative”. “E’ necessario - esorta ancora il Papa - un effettivo cambiamento di mentalità, che ci induca ad adottare nuovi stili di vita”. Uno stile che oggi, in molte parti del mondo, “é incline all’edonismo e al consumismo”. Il problema decisivo, prosegue, “é la complessiva tenuta morale della società”. E avverte: “Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, la coscienza umana finisce per perdere il concetto di ecologia umana e quello di ecologia ambientale”.
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