A.P.
Soru, dopo essersi fatto fare un po’ di propaganda da Dadea, ora esce allo scoperto e avanza la sua candidatura alla presidenza della Regione. E’ nel suo diritto, cosi’ come lo e’ dissentire e affermare che si tratta di un nome improponibile. La sua presidenza e’ stata, a torto o a ragione, una delle piu’ divisive. E basta questo per sconsigliarne la riproposizione. Mister Tiscali e’ gia’ stato giudicato severamente dagli elettori dopo cinque anni di governo. E certo chi non lo ha votato contro il modesto Cappellacci, non lo votera’ il febbraio prossimo. Risponde, dunque, a ragionevolezza e buon senso cercare un uomo nuovo, e volendolo trovare, per fortuna, ce n’e’ tanti nell’area democratica sarda. Sotto questo profilo la Sinistra ha ragione quando dice di non volersi alleare con il PD e con quanti ripropongono le vecchie “glorie” del centrosinistra, cui si devono le difficolta’ attuali (pensate alle disastrose dimissioni di Zedda a Cagliari). Ci vuole uno sforzo per mettere su’ un convincente programma unitario e chi, non compromesso col passato, lo possa declinare con autorevolezza e credibilita’. Semplic, no?
1 commento
1 Ignazio Carta
30 Agosto 2023 - 09:52
È una parola… il problema è proprio individuare “chi, non compromesso col passato, può declinare (un programma di governo unitario) con autorevolezza e credibilità”.
Visto che di uomini (o donne) nuovi ce ne sarebbero tanti, sarebbe il caso di indicare una prima lista di questi nomi.
Ma prima ancora occorre che questo programma unitario sia definito e condiviso, e questo penso sia più arduo da realizzare che scalare non dico il Gennargentu, ma il monte Bianco…
salvo avere solo un poco di buona volontà e di fiducia reciproca. Se si vanno a rivangare gli errori e gli screzi del passato, penso non si vada da nessuna parte. In troppi, pensando forse di essere senza peccato, sono pronti a scagliare la prima pietra, e allora non ci possono essere uomo o donna nuovi capaci di sbrogliare la matassa. Se invece si trae buon insegnamento dagli errori, e si riparte dalle idee buone che sono emerse in passato (da Mario Melis a Cabras, da Soru a Michela Murgia, da Pigliaru a Raffaele Paci), e che magari non si sono potute realizzare proprio per le diffidenze reciproche, allora si potrà trovare senz’altro una prospettiva vincente
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