Pinella Depau e Andrea Olla
L’iniziativa NO G8 IN BICI, organizzata dal Cagliarisocialforum nell’ambito del Comitato contro il G8, si è conclusa felicemente sabato 4 di pomeriggio. Ecco il diario della bella manifestazione animata dai ciclisti (e dal seguito in auto) nel percorso Cagliari - Nurachi dal 2 al 4 luglio. Una manifestazione pacifica, allegra e coinvolgente, con tanti incontri e dibattiti, su cui è bene riflettere.
Intanto la mobilitazione contro il G8 prosegue oggi e domani a Sassari.
Partenza: ore 9.40; la carovana del NO G8 IN BICI (organizzata da Cagliarisocialforum, nell’ambito delle iniziative del “Comitato Cuntra su G8”) è composta da 30 ciclisti: oltre ai tradizionali pedalatori cagliaritani, è stata particolarmente gradita la partecipazione di due giovani emigrati sardi che – in Sardegna per alcuni giorni di vacanza – hanno voluto condividere questa esperienza per il suo valore politico e simbolico. Alla partenza, in Piazza Giovanni XXIII, anche numerosi pedoni, che hanno portato la loro solidarietà politica; alcuni partecipanti seguono in auto per tutto il percorso o parte di esso, non solo per un appoggio logistico (trasporto bagagli, eventuale necessità di soccorso ecc.) ma anche per dare un appoggio politico. E’ presente anche Ennio Cabiddu, sindaco di Samassi e storico rappresentante del Movimento per la pace, e Claudia Zuncheddu, consigliera regionale.
Fra questi una rappresentanza della CSS (confederazione Sindacale Sarda) e di Faghimos ci ha accompagnato a Decimoputzu.
Il gruppo di ciclisti è ben assortito nelle intenzioni politiche quanto (felicemente) eterogeneo per età - dai 22 ai 65 anni - e abilità ciclistica; c’è chi ha tecnica e stile, chi si muove ancorandosi al manubrio e chi procede spedito e giocherellone senza mani, ma tutti insieme al passo del ciclista più lento. Non manca neppure la rappresentanza femminile, grazie a Rita, ma le quote rosa non sono rispettate!
Fra i ciclisti, anche alcuni rappresentanti dei Cobas scuola (che hanno condiviso tutta la prima tappa in bicicletta fino a Samassi).
Si pedala a una media di 18 km orari e non c’è neppure da lamentarsi per il vento, un maestralino costantemente contrario, che alleggerisce però il caldo torrido di queste giornate di luglio.
I tappa) La giornata caldissima non ha impedito di rispettare i tempi previsti per l’arrivo a Decimoputzu, accolti dal sindaco Gianfranco Sabiucciu, che ha accompagnato i ciclisti nell’aula consiliare, presidiata dagli agricoltori in lotta. Dopo un gradito spuntino con prodotti locali, offerto dagli agricoltori, fra i due gruppi si è svolto un confronto in cui sono stati spiegati diffusamente i motivi specifici della lotta ( il problema dell’indebitamento e del credito legati alla legge44/1988) e dove viene evidenziato il nesso strettissimo che esiste fra i problemi locali sofferti dagli agricoltori e le politiche liberiste imposte dall’alto da organismi di vertice come il G8 e il WTO, che non hanno alcuna legittimità democratica ma rappresentano esclusivamente gli interessi degli otto paesi più potenti del mondo (G8 = otto grandi!); questi, arrogandosi il potere di decidere per tutti, calpestano il diritto delle popolazioni alla sovranità alimentare e all’autodeterminazione. Come appare nell’ampio e partecipato dibattito (coordinato da Mario Mereu, di Altragricoltura) Il No al G8 della carovana che si sposta in bicicletta trova un terreno comune nella lotta per un’agricoltura e un’economia compatibili con i diritti e la dignità delle persone.
Sotto il solleone la carovana prosegue fino a Samassi, accolta da un grande cartello che annuncia “Samassi. Paese denuclearizzato”, davanti al quale non si può rinunciare a una foto di gruppo, insieme con il sindaco che – anche lui in bicicletta - è venuto ad accoglierci all’ingresso del paese con i vigili urbani. Samassi è infatti (sin dal 1985, quando era sindaco lo stesso Cabiddu) il primo paese della Sardegna dichiarato denuclearizzato con delibera del Consiglio comunale.
Dopo essersi rinfrescati, l’appuntamento è in aula consiliare per un incontro con un gruppo di persone a vari livelli impegnate nella vita sociale, politica, sindacale, culturale della comunità samassese.
Insieme si riflette sui temi della pace, dell’acqua, dell’energia, del lavoro, grazie anche al contributo di Enrico Rubiu delle RdB: il problema energetico, dell’acqua e quello della pace e della guerra, così come quello del lavoro, sono strettamente legati perché chiamano in causa il modello di sviluppo, imposto dai potenti della terra (con tutti i mezzi, anche bellici) secondo i loro interessi e le logiche di mercato. Il confronto si è così concentrato sull’energia, sulla necessità di rivedere in questa prospettiva lo stile di vita, sull’importanza che le collettività pratichino politiche mirate al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente e delle persone. Proprio in questa prospettiva va visto il valore simbolico-politico della manifestazione in bicicletta, il mezzo di locomozione più democratico e non inquinante che conosciamo; in questa direzione è impegnata anche l’amministrazione di Samassi, ad esempio con la sua politica di valorizzazione e restauro delle costruzioni tradizionali in terra cruda (ladiri), fatte cioè di argilla e paglia, materiali poveri, non inquinanti e particolarmente funzionali all’isolamento termico. Oltre che un’interessante “tecnica costruttiva, questa rappresenta un patrimonio culturale immateriale meritevole di essere tramandato alle future generazioni”
Un incontro conviviale con prodotti biologici e a “Km zero” conclude la serata, prima del riposo e della partenza per Pabillonis.
II tappa) Pabillonis ci accoglie con le sue pale eoliche e ci affida al sindaco Marco Dessì, che ci accompagna in un’interessante visita del paese, o meglio di alcune opere di interesse culturale ed economico-sociale: la casa museo, che contiene la splendida riproduzione di ambienti e costumi sardi, ricostruiti e ricamati a mano, con tecniche originali, da una preziosa donna pabillonese, a valorizzazione di saperi femminili vecchi e nuovi; alcune case in “ladiri” restaurate; il cantiere ancora aperto della “Casa di cultura delle terre”, che avrà “il compito di soprintendere e pianificare per l’Ente locale le azioni immateriali necessarie alla conservazione delle opere […] e la gestione culturale dei servizi urbani e degli ulteriori interessi di Area vasta”. E, in sa bidda de is pingiadas, non potevamo lasciarci sfuggire l’opportunità di visitare il centro destinato alla lavorazione della terra cotta e della ceramica, che il comune ha voluto come luogo di produzione e di formazione insieme.
Abbiamo potuto vedere, cioè, progetti e cantieri in cui la valorizzazione dei mestieri e dei saperi tradizionali diventa anche elemento propulsore di un’economia rispettosa del lavoro e dell’ambiente; tutto questo coniugando insieme passato, presente e (si spera) anche futuro.
Esperienze non isolate, ma che si rafforzano e si potenziano facendo rete con altri paesi: infatti Pabillonis, come Samassi e Nurachi, fa parte dell’ Associazione nazionale città della terra cruda, che ha referenti e scambi fin nell’America latina.
Il caldo consiglia un riposo più lungo, prima di ripartire verso la successiva sottotappa, S. Giusta, dove si arriva con un certo ritardo, costringendo il sindaco Antonello Figus (e una buona parte della sua giunta) ad attenderci per circa mezz’ora. Ci si incontra presso la sede di un’associazione per la promozione turistica e, mentre – grazie ai nostri ospiti - ci rifocilliamo con acqua, panini e mele bellissime, discutiamo animatamente sui problemi energetici e più in particolare sull’energia nucleare, esprimendo tutti la nostra contrarietà ad un’eventuale dislocazione di una centrale nucleare in Sardegna, ma con foga diversa perché diversa è la percezione del rischio che questo possa avvenire realmente. Il problema energetico è ben presente a S. Giusta, sia perché ci fu uno studio circa vent’anni fa che concludeva con l’indicazione di una centrale nucleare nel Cirras, sia in termini positivi di risparmio energetico, essendo il comune impegnato in una gestione dei rifiuti tutta improntata alla raccolta differenziata.
I tempi sono stretti e ci diamo appuntamento per il convegno del giorno successivo.
Arriviamo a Nurachi un po’ in ritardo, alle 20.15 circa, mentre il sindaco è impegnato nel consiglio comunale. Ci saluteremo un po’ più in là, predisponendo insieme anche la logistica per il convegno dell’indomani mattina (per la sua grande disponibilità e tutta la parte di lavoro organizzativo, un grazie particolare va anche a Tania Pisanu).
Intanto ci muoviamo per il paese, vediamo anche a Nurachi le ormai note case tradizionali in ladiri, scopriamo vicino al Comune la bella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, con un battistero paleocristiano del IV secolo, troviamo le tracce di una buona politica di risparmio energetico attraverso l’incentivo al fotovoltaico negli edifici del paese, prima di tutto in quelli pubblici.
4 luglio, Nurachi) Sabato 4 luglio, dalle 9.30 alle 13.00, Nurachi ospita il convegno “Economie sostenibili, tutela del territorio e democrazia partecipata.
L’ottima relazione di Marco Mostallino - incentrata sull’energia nucleare, sui suoi costi economici e sociali per la collettività, sui retroscena economici e di potere che determinano politiche energetiche altrimenti incomprensibili –è una vera miniera di informazioni che diventa il perno di uno scambio di riflessioni, domande e risposte che approfondiscono la questione del nucleare anche sugli aspetti meno dibattuti e al di là della mera questione del rischio sanitario.
Andrea Olla espone i risultati di un’inchiesta fatta fra studenti dell’Istituto Giua (17 classi di ragazzi fra i 16 e i 20 anni) sul gradimento del nucleare, attraverso la stessa domanda (nucleare SI/NO) ma posta in due tempi, a distanza di un mese, in una prima fase senza preavviso e in una seconda fase dopo che gli studenti si sono liberamente documentati. L’ipotesi di partenza – maggiore è l’informazione sul nucleare minore è il gradimento dello stesso - è stata ampiamente confermata.
Una presenza di pubblico non massiccia ma ricca di stimoli e approfondimenti, grazie al contributo di esperienze portate da molti partecipanti. Partecipano anche rappresentanti della CSS e di Faghimos, il sindaco di Samassi, l’assessora all’ambiente di S. Giusta Alessandra Spano, oltre al sindaco del paese che ci ospita, Filippo Scalas, che porta il suo contributo di domande e riflessioni, strettamente legate alla sua diretta esperienza e responsabilità nella realizzazione di politiche energetiche alternative.
Il seminario continua spontaneamente e nostro malgrado durante il pranzo; ci lasciamo ripromettendoci incontri e scambi capaci di radicare in esperienze concrete almeno alcune schegge di democrazia partecipata. In questo un ruolo particolare possono avere le amministrazioni locali, come queste giornate lasciano sperare.
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