Gramsci e gli incendi. Menti inferme

17 Agosto 2023
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Volete un esempio dell’attualita’ di Gramsci? Leggete questo scritto el 19 febbrio 1917, dal titolo “Menti inferme”. Sopratutto sugli incendi sembra pubblicato oggi.

Ci sono molte menti inferme in Italia. Torino ne ha la sua buona parte, ed esse trovano naturalmente nella Gazzetta del Popolo il più sostanzioso pascolo di ghiande. Il signor Sebastiano Lissone, di professione uomo pratico, non è dei meno sognanti ad occhi aperti. L’utilizzazione dei piccoli spazi incolti gli fa già vedere un raccolto di fagioli e patate da ovviare in gran parte alla carestia attuale. E siccome sogna ad occhi aperti, si libera dalle facili obiezioni degli scettici (che non sono scettici, ma hanno delle cose una visione realistica) con una semplicità degna di miglior fortuna. Per lui è una leggenda che esistano in Italia vaste estensioni di terreni incolti suscettibili di coltivazione proficua, perché, dice, l’Italia non è un paese con molte terre incolte, ma piuttosto con molte terre coltivate male. E così il signor Lissone fa una confusione comodissima. Confonde le terre incolte, di cui tanto si parlava prima della guerra (e per questo lato egli può aver ragione), con le terre già coltivate e che oggi, per mancanza di braccia, sono lasciate in abbandono. Pensare di sostituire il lavoro di qualche milione di agricoltori, professionisti, con la coltivazione dei margini stradali, ecco ciò che è sommamente ridicolo, e cui il signor Lissone dovrebbe cercare una giustificazione economica e politica.

Diamo un esempio che calza a meraviglia. Abbiamo avuto una lunga conversazione con un amico ritornato ultimamente dalla Sardegna, una regione d’Italia che è completamente agricola. La Sardegna ha avuto l’anno scorso una gravissima crisi, ed un’altra ne sta subendo in questi giorni. Nell’estate dell’anno scorso la Sardegna fu mezzo invasa da incendi spaventosi che distrussero la parte di raccolti non ancora mietuti, distrussero chilometri e chilometri quadrati di bosco, assediarono intieri villaggi, carbonizzarono migliaia di capi di bestiame grosso e minuto. In questi giorni la Sardegna è stata allagata da alluvioni torrentizie che invasero villaggi, interruppero linee ferroviarie, fecero deragliare i treni, e sommersero e imputridirono i seminati.

 

Tutto ciò è avvenuto in Sardegna per il caos creatovi dalle autorità, dai provvedimenti governativi. Ed a questa distruzione di ricchezza, a questa mancata produzione di ricchezza i sofi balordi vorrebbero sopperire col coltivare i pezzetti di terreni incolti, i giardini pubblici, le piazze d’armi, mentre contemporaneamente le terre sempre coltivate, le terre educate dalle culture metodiche degli agricoltori di professione, o rimangono abbandonate o vengono rapinate dalla furia degli elementi. E con questo cambiar di lato, che gli fa fare sogni strabilianti, l’infermo crede di aver trovato finalmente la via della salvezza.

Antonio Gramsci, 1917

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