Manifestazione nazionale a Roma il 7 ottobre: difendere la Costituzione Via Maestra

13 Agosto 2023
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Red

E’ in preparazione la manifestazione nazionale in difesa della Costituzione: “la via Maestra”. Ecco una informazione del Coordinamento per la democrazia costituzionale, che vuole anche essere di stimolo per la mobilitazione in tutto il paese.

Da Milano arriveremo in molti a Roma per la manifestazione nazionale “LA VIA MAESTRA- Insieme per la Costituzione, non solo perché tra le organizzazioni che hanno firmato ce sono alcune di cui sono associato da più di un decennio e di altre sono stato addirittura tra i fondatori, ma perché in contrasto agli attacchi alla Costituzione è uno dei miei impegni permanenti, come dimostrano i miei scritti e le azioni giudiziarie.

Proprio perché la manifestazione deve riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica, non solo le minoranze attive e militanti, anche attraverso i mezzi di informazione e comunicazione generali e di massa devo esprimere una perplessità, che è anche una seria preoccupazione perché nell’appello non c’è una parola sulla legge elettorale.

Se è una dimenticanza è sorprendente, perché è stato definitivamente accertato dalla Corte Costituzionale con una sentenza, la n. 1/2014 di annullamento parziale della legge n. 270/2005, più conosciuta come il Porcellum, che abbiamo rinnovato il Parlamento nel 2006, 2008 e 2013 con una legge incostituzionale non in aspetti secondari ma per l’assegnazione di un premio di maggioranza e la previsione di liste di candidati totalmente bloccate. Non solo maggioranze costituzionalmente illegittime hanno adottato, grazie all’imposizione al Camera dei Deputati di tre voti di fiducia a richiesta del Governo, una nuova legge elettorale, la n. 52/2015, dichiarata costituzionalmente illegittima in parti qualificanti prima che fosse mai applicata, con la sentenza n. 35/2015.

È sufficiente una lettura di queste due sentenze per capire che non è indenne da problemi di costituzionalità anche la terza legge elettorale, la n. 165/2017, con cui abbiamo votato nel 2018 e nel 2022, con le modifiche della legge n. 51/2019 e gli effetti gravemente distorsivi del taglio medio del 36,50% dei parlamentari.

Basta un dato la coalizione vincente con un consenso del 43,79% alla Camera ha 237 seggi su 400 ha più del 59% dei seggi e al Senato con il 44,02% 115 su 200 elettivi, il 57,5% dei seggi.

Se è stata una scelta è grave e non solo perché non è stata motivata o almeno enunciata come riflessione in corso ovvero come segno di una mancanza di un’ idea di riforma condivisa.

Tra il centinaio di organizzazioni, che hanno indetto una Manifestazione nazionale per la difesa della Costituzione, non figura nessun partito politico, malgrado l’art. 49 della Costituzione e gli articoli 10 par. 4 TUE, 224 TFUE e 12 CDFUE, che li individuano come soggetti essenziali per determinare, come strumenti di partecipazione dei cittadini, la politica nazionale ed europea.

Se è una scelta per non mettere in imbarazzo i partiti, responsabili delle leggi elettorali e del taglio eccessivo dei parlamentari, sarebbe ancora più grave perché senza una critica a una legge elettorale vigente frutto dei governi Gentiloni e Conte 1 e delle mancate promesse del Conte 2 non è credibile la difesa della Costituzione, ma anche l’opposizione a Presidenzialismo/Semipresidenzialismo/ Premierato , che sono cose diverse: hanno in Comune solo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Premier, quest’ultima soluzione la maggioranza in Parlamento anche per l’apporto di settori non di maggioranza.

I vincitori delle ultime elezioni hanno nel Parlamento in seduta comune il 58% dei seggi, decisivi per l’elezione di un Presidente della Repubblica o per controllarlo ex art. 90 Costituzione. Se l’ottimo Presidente in carica si agitasse, questa maggioranza potrebbe richiamarlo o eleggere, anche grazie ai 31 delegati regionali su 58, alla quarta votazione un burattino al suo posto se lasciasse.

Non è credibile nemmeno la giusta e netta opposizione all’Autonomia differenziata, senza questa maggioranza artificiale non sarebbe neppure iniziata

Tutto ciò grazie ad una legge elettorale incostituzionale per violazione dei principi della sentenza della Corte costituzionale, in particolare della sentenza costituzionale n. 1/2014 Considerato in diritto paragrafi 3.1 e5.1. Si tenga presente che il primo paragrafo riguarda l’uguaglianza del voto e il secondo la sua libertà dell’elettore e la personalità del voto dell’elettore al candidato quindi violazione grave degli articoli 3, 48 e 51 Cost, e anche degli artt. 6, 56, 58 e 67 Cost. Se gli elettori non possono scegliere i candidati, questi se eletti non possono rappresentare la Nazione ( con iniziale maiuscola come Patria) senza vincolo di mandato, ma saranno agli ordini dei partiti che li hanno nominati con le liste bloccate e le multicandidature in violazione dell’art. 49 della Costituzione come dice in un passaggio la Suprema Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 12060/2013 di rinvio alla Consulta del Porcellum.

Ci sono poi le violazioni delle minoranze linguistiche gravissime nella legge elettorale europea che ne riconosce solo tre ignorando le altre 9 tutelate dalla legge n. 482/1999 di attuazione dell’art. 6 COST, che sono penalizzate anche dal Rosatellum se vivono come l’albanese in sei regioni a statuto ordinario (Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo) il grecanico in due (Calabria e Puglia) e l’occitano in Piemonte.

Se non si contesta per incostituzionalità la legge elettorale significa non accettare il risultato elettorale con una legge non approvata solo da Fratelli d’Italia, una posizione debole e controproducente. Bisogna essere pronti a presentare riforme della procedura di approvazione degli emendamenti costituzionali e del referendum ex art. 138 Cost. per potere far rispettare l’art. 139 Cost e la sentenza n. 1146/1988. e se passa il premierato cambiare il metodo di elezione del Capo dello Stato.

 

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