Antonello Tiddia
RSU Carbosulcis – Rete 28 aprile CGIL
Si fa un gran discutere se è meglio stare in CGIL o se è meglio uscire e cercare di costruire, subito o comunque in tempi brevi, un altro sindacato. E’ un tipo di discussione che al momento non mi interessa e che in parte rischia di nascondere un problema, a mio avviso, più importante, e cioè come stare in CGIL (io ho scelto di stare con la Rete 28 aprile ). E’ un problema, quello di come stare in Cgil, drammaticamente urgente visti i tempi del congresso. Non basta infatti definire una piattaforma alternativa a quella della segreteria,occorre dire come condurre la battaglia sindacale, perché non si riduca di nuovo al come garantire i posti ad una burocrazia un po’ più sinistr a. Questo è il primo passo,capire, cioè, quali compagne e compagni selezionare per i congressi e per la presenza negli organismi, se puntare di più su quadri di fabbrica o sull’apparato e poi se puntare sulle compagne e compagni conquistati all’all’ultim’ora o su quelli che con più determinazione si sono battuti per costruire la posizione alternativa.Tutto ciò è il primo passo se vogliamo costruire nella CGIL una esperienza di opposizione radicale, conseguente non solo dal punto di vista delle posizioni politiche ma che si caratterizza anche nella pratica quotidiana. Ci si dovrà limitare a contarsi o puntare ad una pratica delle posizioni che si sostengono? Credo che si riuscirà a fare passi avanti nel praticare sul terreno un sindacalismo radicale e di classe, si riuscirà a dare un reale contributo al dibattito sulla ricostruzione di un sindacato di classe. Ma soprattutto si farà importanti passi avanti al processo reale della sua ricostruzione.
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