L’ALLEANZA PROGRESSISTA E IL CONTRIBUTO DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI, DELLE ORGANIZZAZIONI E DEI MOVIMENTI POLITICI E CULTURALI

11 Luglio 2023
3 Commenti


Pietro Pani
Presidente di Orizzonte Sinistra, Associazione di cultura politica

Per comprendere le prospettive del centrosinistra sardo in vista delle elezioni regionli, abbiamo chiesto una valutazione a un protagonista dell’incontro del 7 u.s., Pietro Panì. Eccola.

 

Ho partecipato venerdì scorso, invitato in qualità di presidente dell’Associazione “Orizzonte Sinistra” alla riunione delle forze “progressiste” sarde. E’ stata, lo dico subito, una riunione positiva soprattutto perché ha sostanzialmente chiuso un periodo di incertezza, di chiacchiericci e polemiche varie che hanno spesso dato una immagine di litigiosità e di divisione sul tema della costruzione di un’ampia e credibile alleanza capace di affermarsi alle Elezioni Regionali del 2024.

Il primo degli elementi positivi della riunione è stato appunto la diffusa volontà di anteporre gli elementi di unità tra le forze presenti ai punti di differenza e di divisione. Il clima mi è apparso sostanzialmente quello della volontà di chiudere la drammatica fase che, attraverso le divisioni del campo progressista, permise alla Destra di vincere le elezioni politiche di settembre. Va dato atto, a mio parere, al Pd e al M5S in primis, di avere perseguito questo sforzo e a tutti i presenti, pur se ciascuno con le accentuazioni e qualche distinguo su alcuni aspetti, di averlo sostenuto.

Un secondo elemento positivo riguarda una impostazione politica che si prefigge di mettere al centro una proposta positiva, evitando di cedere alla tentazione di impostare la competizione elettorale sulla mera contrapposizione e sulla denuncia del limiti -pur eclatanti- che hanno portato al fallimento della Amministrazione di Destra che ha governato in Sardegna negli ultimi 5 anni.

Infine un terzo elemento positivo, dal mio punto di vista, -ed è anche la vera novità- è stato quello di avere da subito allargato il campo dei soggetti che parteciperanno a costituire l’alleanza, andando oltre la sommatoria dei partiti, delle forze politiche tradizionali e dei gruppi istituzionali presenti in Consiglio e prevedendo la presenza di diverse forze in rappresentanza di movimenti, associazioni, impegno civico, oltre che ai diversi gruppi che si richiamano all’esperienza politica dell’autonomismo più radicale e dello stesso indipendentismo.

Più in particolare è stato dato un buono spazio, anche negli interventi programmati, a un gruppo di organizzazioni che, pochi giorni prima, hanno dato vita al Coordinamento tra Associazioni, Organizzazioni e Movimenti politici e culturali. Orizzonte Sinistra è soggetto fondante di questo Coordinamento che raggruppa una decina di sigle, accomunate – cito dal comunicato di presentazione- “dalla volontà di contribuire a costruire una valida alternativa per il futuro della Sardegna, che si propone come interlocutore organizzato all’interno del perimetro democratico, progressista, socialista, solidale, civico e autonomista sardo.” La vera scommessa, certo di non facile realizzazione, con cui questo Coordinamento si propone alla nascente alleanza progressista è quella di rappresentare e dare voce a tutto ciò che si muove e si organizza tra i cittadini sardi sui temi dei diritti sociali e di cittadinanza e che non trova nella politica tradizionale la necessaria considerazione: per spiegare ancora meglio si parla di associazioni, gruppi, movimenti come quelli che lo scorso 24 giugno sono scesi in piazza a Cagliari manifestando per la difesa del diritto alla salute e della sanità pubblica, diritti e servizi sui quali in Sardegna si assiste ad un crescente e pericoloso processo di smantellamento. Fare entrare a pieno diritto queste istanze -e chi, organizzandosi, le porta avanti- come componente centrale della proposta del polo progressista sardo è condizione indispensabile per invertire una tendenza, ormai drammatica soprattutto nell’elettorato proveniente dalle fasce più deboli della società sarda (e non solo sarda), alla rinuncia alla partecipazione e al voto e dunque diventa la mission fondamentale di cui il Coordinamento vuol farsi promotore.

Mi sono dilungato su questo punto perché è chiaro che su questo terreno (quello della partecipazione, a cui è legato quindi una parte importante del consenso necessario per l’affermazione elettorale) si palesano i maggiori limiti coi quali questa alleanza dovrà fare i conti. Ma, ovviamente, non si tratta dei soli limiti a cui si dovrà far fronte. Tutti i partecipanti sono usciti dalla riunione di venerdì con la consapevolezza che una indicazione, anche se chiara, di volontà, certo non basta. I nodi da affrontare e sciogliere sono ancora tutti lì. Due in particolare sono stati sottolineati.

Da un lato un programma che operi davvero delle scelte importanti sui temi imprescindibili che si dovranno affrontare e che parta dalla consapevolezza che, per rimettere la Sardegna sulla strada di uno nuovo (e forse inedito) sviluppo economico, socialmente sostenibile, c’è bisogno di dar corpo a scelte fondamentali e strategiche (su sanità, energia, lavoro, mobilità, istruzione…) che prefigurino una “idea” del ruolo della Sardegna che manca ormai da decenni e che per essere impostata e segnata dai primi risultati duraturi ha bisogno di tempi ben più lunghi della semplice durata di una legislatura.

Dall’altro una proposta di una o di un candidato Presidente che rappresenti queste scelte di fondo e ne sia protagonista riconosciuto da chi lo propone e riconoscibile all’esterno; non si è detto quasi nulla a proposito (e ciò è anch’esso emblematico dello stato ancora embrionale dello sviluppo del dibattito) ma a molti appare evidente – a me di sicuro e a molte altre componenti del Coordinamento – che una scelta che non coinvolga davvero ampi strati di cittadini attraverso dei passaggi democratici, non formali,  nei territori -lo strumento della primarie appare, a questo proposito davvero insufficiente se non per certi versi dannoso- rischia di diventare un problema in più nella strada necessaria di una rivitalizzazione dell’impegno e della partecipazione democratica dal basso.

Venerdì quindi è stato un primo passo; importante, ma solo un primo passo. Ognuno dovrà impegnarsi per il raggiungimento del miglior risultato. Per ciò che ci riguarda il Coordinamento delle Associazioni cercherà di imprimere la sua impronta in questa discussione: alla fine potrebbe risultare proprio questo uno di quei fatti nuovi di cui il mondo progressista e di sinistra ha da tempo bisogno per uscire da una visione e una prassi della politica spesso troppo angusta e autoreferenziale.

 

3 commenti

  • 1 Aladin
    11 Luglio 2023 - 08:22

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=145675

  • 2 Giorgio
    11 Luglio 2023 - 09:41

    Premessa: non me ne voglia il Sig. Pani che non conosco e che presumo persona rispettabilissima e sinceramente impegnata per il bene della Sardegna. Detto ciò, l’impressione che si ha, osservando dall’esterno le grandi manovre che si avviano nei mesi immediatamente precedenti le elezioni regionali, è quella di un pollaio che ha vissuto in una sorta di “silenzio dormiente” per quattro anni e mezzo e che, improvvisamente, come per una sorta di sveglia biologica programmata a scadenza predefinita, si desta dal torpore comatoso in cui era caduto e manifesta fenomeni di iperattività incomprensibili se confrontati con l’apatia cronica del periodo immediatamente precedente.
    È vero, è importante affrontare e sciogliere le questioni relative al programma e al candidato Presidente. Tuttavia credo che, ancora prima, sia fondamentale che la nascente coalizione di centro sinistra si impegni fin da subito, indicando modalità e date precise da rispettare, per la riforma della legge elettorale.
    L’astensionismo crescente è determinato, oltre che dalle scelte inconcludenti della politica negli ultimi decenni, anche dalla consapevolezza diffusa da parte dell’elettorato, di non poter scegliere i propri rappresentanti. Salvo rare eccezioni, il sistema elettorale attuale sembra congegnato per determinare “la scelta dei peggiori”. Tutti noi conosciamo persone che hanno dimostrato, nel proprio ambito lavorativo e professionale, di essere capaci di rappresentare l’Isola in tutti i contesti in cui è necessario far valere le ragioni dei sardi con competenza e autorevolezza. Il problema è che, l’attuale sistema, impedisce di dare voce a queste figure. Ciò proprio a causa di un sistema elettorale che favorisce i professionisti del voto. Quelli che, senza arte né parte, riescono comunque a catalizzare, con false promesse, i consensi sufficienti ad essere eletti e garantirsi per un certo numero di anni i benefici, diretti e indiretti, connessi allo status di onorevole. E pazienza se la metà degli elettori non si è presentata al voto. Chi se ne frega, l’importante è conquistare il seggio.
    La nascente coalizione di centro sinistra per vincere deve riconquistare la fiducia e il voto degli astensionisti. È in quella direzione che è possibile riconquistare terreno. A meno che non si pensi che sia possibile trascinare a sinistra gli elettori del centro destra. Se si vuole davvero avere successo è necessario dichiarare fin d’ora la propria volontà di riforma della legge elettorale, indicando una ipotesi di testo normativo con un preciso cronoprogramma e con dei meccanismi che attribuiscano, effettivamente, all’elettore la possibilità di scegliere i propri rappresentanti politici.
    Saluti

  • 3 Aladin
    11 Luglio 2023 - 10:37

    Una sintesi dell’incontro del 7 luglio, a cura di Tonino Secchi di PoliticaInsieme, su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=145614

Lascia un commento