Massimo Villone Il Manifesto
La memoria Bankitalia
consegnata il 19giugno
per le audizionisul dise-
gno di leggeCalderoli sull’au-
tonomia differenziata (AS
615) consegna, pur con lin-
guaggioforbito e persino fel-
pato, perplessità e critiche.
Non lontane nella sostanza a quelle già svol-
te da moltiauditi, che
richiamano i rischi peril siste-
ma paese.
Se sirealizzasseappieno ilmo-
dello Calderoli, ilvestito di
Arlecchino sarebbe troppo
sobrio per l’Italia. Ventuno
pezzi (quindici regioni ordina-
rie, cinque specialidi cui una
divisa in due province) in cui
ogni pezzo tratta in stile si-
mil-privatistico con ilgover-
no un proprio regimegiuridi-
co ed economico, su un ambi-
to vastissimo di materie e rela-
tive funzioni (oltre 500 secon-
do un dossier dello stesso mi-
nistroCalderoli). In séconside-
rato, un disegnodemenziale.
Ma forse c’è altro.
La Lega secessionista degli an-
ni ‘90 ha pesato sulla genesi
del TitoloV del 2001, anche
per la possibilità di una auto-
nomia differenziata. Una pri-
ma ipotesi è nella proposta
D’Alema-Amato(AC 5830,
18.03.1999) testo base per la
riforma del 2001. Notiamo
che inAula sull’emendamen-
to di maggioranza (4.31) che
scrive il testo oggivigente la
Lega, contraria alla riforma
nel suo complesso, si astiene
(Fontan, 21.09.2000).
Nel2005, nel corsodelladi-
scussione della riforma costi-
tuzionale del centrodestra poi
bocciata nel referendum,
emerge la proposta (emenda-
mento del relatore 11.0.200, I
Commissione Senato
13.01.2004)di un’assemblee
Autonomia
di coordinamento pluriregio-
nale, immediatamente battez-
zata dall’opposizione come
“Parlamento padano”.
Con glianni, ildisegno si affi-
na. Il25.09.2012 viene presen-
tato in Senato un DDLcostitu-
zionale (AS 3482), a prima fir-
ma Calderoli, volto alla istitu-
zione di Comunità autonome,
attraverso referendum popo-
lare, con garanzia di almeno il
75%delgettito tributario pro-
dotto nel territorio. Identica
proposta (AC 5479) viene pre-
sentata Il 27.09.2012 alla Ca-
mera, con firme tragli altridi
Maroni, Bossi, Giorgetti e Fe-
driga.A seguire, il 15.03.2013,
praticamente all’indomani
del voto, il senatore Calderoli
presentaa suafirma l’AS 7,
che prevede l’attribuzione di
autonomia differenziata ex
art. 116.3 alle sole regioni che
si costituiscano inmacroregio-
ne, sempre con lagaranzia
del 75% delgettito tributario
maturato sul territorio. Qual-
che giorno più tardi una iden-
tica propostaviene presenta-
ta alla Camera, a firma diGior-
getti, Bossi, Fedriga ed altri
(AC 758, 16.04.2013).
La macroregione è la costante
del pensiero leghista. Èil te-
ma delle due, forse anchetre,
Italie, con in testail “Grande
Nord”. Oggi non compare
esplicitamente perché non è
necessario. Basta lasintonia
politica nei territori interessa-
ti, che per il Nord c’è. Basta
l’art. 117.8 della Costituzione
vigente, che permettela istitu-
zione di organicomuni, non
escluse assemblee rappresen-
tative. Ebasterà una accorta
regia nella gestione delle inte-
se, affidata al ministro dal
DDL615, volta a definirelo
21-GIU-2023
da pag. 1
stesso quadro di funzioni da
trasferire: ad esempio, che
tuttele regioni chiedano le
infrastrutture, la scuola, l’e-
nergia o quant’altro. Con le
oltre 500 funzioni statali su-
scettibili di trasferimento
elencate nel dossiercortese-
mente offerto da Calderolic’è
da scegliere. E se il ministro
avesse già qualche interlocu-
zione in corso?
Perquesto poco contano le
questioncelle interpretative
che vediamo correre nei semi-
nari. Piuttosto, con l’autono-
mia differenziatamettiamo
suiblocchi di partenza un’Ita-
lia segmentata in macroregio-
ni?Con quali prospettive futu-
re? Cosa sarebbero un parla-
mento e un governo nazionali
in un’Italia siffatta? Che senso
hamai la strategia di riforma
istituzionale di GiorgiaMelo-
ni, chevuole rafforzare il pri-
mo ministro quando l’autono-
mia differenziata in prospetti-
va svuota le stanze di Monteci-
torio, Palazzo Madama, e an-
corpiù di Palazzo Chigi? E co-
me si ferma il treno che è già
partit o?
Perquesto è essenziale ripor-
tare in parlamento le scelte di
merito sull’autonomia diffe-
renziata, come propongo con
gli emendamenti contenuti
nellamemoria presentata in
audizione in Senato. Eper
questoarriva nelmomento
giusto il DDL costituzionale di
iniziativapopolare per lamo-
difica degli artt. 116.3e 117
promosso e sostenuto da me e
dalCoordinamentoper la de-
mocraziacostituzionale. Rac-
colte oltre centomila firme,
inizia orail percorso che con-
durrà a un dibattito nell’aula
delSenato su una rivisitazio-
ne (necessaria) delTitolo V
malamente scritti. Chi vivrà vedrà.
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