Suonano i tamburi e le fanfare

13 Giugno 2023
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A.P.

“Le fanfare e i tamburi suonano per Berlusconi osannando  il suo presunto successo, dimenticando che lo stesso è lastricato di opacità, conflitti d’interesse,  leggi ad personam. Domani funerali di stato: ma de ché? Per quali meriti? Per quale moralità pubblica e privata?
Per quale impegno pubblico se tutte le sue energie erano solo rivolte a tutelare i suoi interessi privati?
Mi dispiace che anche la chiesa ne esalti la tempra energica (!!!), si ma per quale bene pubblico?
Il suo più grande merito è stato solo quello di aver sdoganato gli ex fascisòti e di aver fatto passare i peggiori vizi degli italiani come delle virtù nazionali”.

Questo scrive Antonello Demurtas. E come dargli torto? La morte di Berlusconi e gli assordanti commenti a senso unico sono lo specchio del malessere  dei media italiani, dove e’ difficile, eccezionale trovare una voce dissonante. Eppure c’e’ materia per un giudizio critico, anche in riferimento agli indubbi mutamenti che B. ha introdotto nel costume e nella politica italiana. Si fanno i funerali di Stato a un personaggio che e’ stato espulso dal Senato della Repubblica, che ha oscurato da presidente del Consiglio la Festa della Liberazione e la Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo.
L’involuzione della politica nazionale, la torsione verso una destra illiberale e nostalgica e’ il suo lascito avvelenato. Nulla da celebrare. Si dimentica invece la sua posizione sulla guerra in Ucraina, dove ha riesumato - come deve farsi in tutte le guerre - le ragioni profonde del concflitto, di solito oscurate dalla propaganda bellicista. Ha messo in luce l’atteggiamento aggressivo connesso all’installazione dei missili ai confini della Russia in violazione a tutti gli accordi e gli affidamenti della UE e degli USA. Berlusconi aveva in mente l’attacco alla Libia di Gheddafi, che lui non condivideva e a cui cerco’ vanamente di opporsi. Ma questo messaggio non è in liena con l’ultrabellicismo dominante. Quindi silenzio!

Ecco cosa scrive Tomaso Montanari, Rettore  dell’Univ. Stranieri di Siena.

Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.

Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.

Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.

Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.

Col più cordiale saluto,


il Rettore




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Tomaso Montanari

Professore ordinario di Storia dell’arte moderna


Rettore dell’Università per Stranieri di Siena

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