Red
Per una volta ci possiamo astenere da esprimere nostri giudizi. Basta e avanza quello della Chiesa.
“Tristezza”, “dispiacere” e “grande preoccupazione” per un provvedimento che porterà “difficoltà”, che mette a rischio “la tenuta dei diritti umani” e che “ignora la vera questione”, quella della “integrazione”. E’ una bocciatura senza appello quella del segretario del pontificio consiglio dei Migranti e degli Itineranti, mons. Agostino Marchetto, al ddl sicurezza approvato oggi in via definitiva dal Senato mentre il suo superiore, mons. Antonio Maria Vegliò, da poche settimane alla guida del dicastero vaticano dell’Immigrazione, fa sentire la sua voce sulla rivista dei Gesuiti ‘Aggiornamenti sociali’, chiedendo che non vengano demonizzati o criminalizzati gli stranieri. Più articolata, ma sempre citica, la posizione dei vescovi italiani: interpellato dall’ANSA, il portavoce della Cei, mons. Domenico Pompili, sottolinea il dovere dell’accoglienza e il diritto di emigrare in cerca di un’esistenza migliore e di chiedere asilo politico. Certo nel necessario rispetto della legalità. Mons. Marchetto invece, già più volte critico nei confronti del ddl sicurezza durante le sue successive fasi di elaborazione, al provvedimento non perdona “quello che è il suo peccato originale: il reato di clandestinità”. Significa, spiega, “la criminalizzazione degli irregolari, di quanti lo sono già e di quanti, con questa norma, lo possono diventare”. “Ora bisogna vedere l’applicazione della legge”, ragiona il presule, ma non ci si può nascondere, aggiunge, “la preoccupazione per l’avvenire”.
Del resto, a suo parere, i punti di criticità per la “tenuta dei diritti umani” contenuti nella legge sono numerosi. I Cie? “Si dicono centri di identificazione e di espulsione - afferma - ma hanno un regime che è pari a quello dei centri di detenzione”. Quanto alle ronde, “speriamo - sospira Marchetto - che non si trasformino in agenti di raid”. “C’é poi la questione delle famiglie e del matrimonio - aggiunge - e che dire dei servizi pubblici considerati come qualcosa di dovuto solo se c’é il permesso di soggiorno? E’ vero che medici e presidi non devono più denunciare ma che faranno i pubblici ufficiali di fronte a un clandestino?”. Tutto ciò, secondo Marchetto, nasce “dall’unico obiettivo di cui si è tenuto conto, quello appunto della sicurezza” tagliando fuori del tutto “gli irregolari”, “per i quali - sottolinea - c’é un altro trattamento”.
L’aspetto dell’accoglienza e dell’integrazione “vera questione di oggi”, precisa, “non compare affatto” e rimane “ignorato”. Il provvedimento, sentenzia Marchetto, “é motivo di tristezza”. Non entrando direttamente nel merito della legge il ‘ministro’ vaticano dell’Immigrazione, mons. Vegliò, lancia un monito affinché gli stranieri non vengano demonizzati o criminalizzati. L’arrivo dei migranti, scrive su “Aggiornamenti sociali”, “non è certo un pericolo” e denuncia invece “la tendenza di molti Paesi a trincerarsi, a chiudersi, ad assicurare il livello di benessere raggiunto dentro le proprie mura”. “Si tratta di un’`invasione dalla quale bisogna ‘difendersi’? Oppure i poveri hanno il diritto, appunto perché poveri, di bussare alle porte delle società benestanti?”, chiede il responsabile dell’Immigrazione. “Chi ha responsabilità di governo - conclude - è chiamato ad agire sul piano della progettazione, per individuare e realizzare modelli di integrazione e di coesione”. Insomma, sintetizza il fondatore del gruppo Abele, don Ciotti, un provvedimento “crudele”.
Ecco cosa prevede la legge sulla sicurezza, su cui toreneremo nei prossimi giorni
Il Senato ha definitivamente approvato il ddl sulla sicurezza, da oggi legge dello Stato. I voti favorevoli sono stati 157, quelli contrari 124 e 3 gli astenuti. Hanno votato a favore PdL, Lega Nord e MpA. Contro si sono espressi Pd, Italia dei Valori e Udc.
Tra le novità del provvedimento, su cui il governo ha posto tre fiducie, l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, una tassa di 200 euro per la cittadinanza; la possibilità di trattenere gli immigrati fino a sei mesi nei centri di identificazione ed espulsione; l’introduzione delle ronde.
I PUNTI PRINCIPALI DEL PROVVEDIMENTO
Chi entra in Italia o vi soggiorna clandestinamente commette un reato. Per avere la cittadinanza si dovrà pagare una tassa da 200 euro. La permanenza nei centri di identificazione ed espulsione potrà arrivare fino a sei mesi. Le ‘ronde’ diventano legali. Sono alcune delle misure del ddl sicurezza che il Senato, con il sì alla terza fiducia, ha convertito in legge.
REATO DI CLANDESTINITA’ - L’immigrazione clandestina diventa reato. L’articolo 21 del testo introduce nell’ordinamento il reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”. I clandestini non rischiano l’arresto, ma si vedranno infliggere un’ammenda dai 5mila ai 10mila euro, con espulsione immediata. La norma rende obbligatorio denunciare i clandestini all’autorità giudiziaria tranne che per i medici e i presidi per i quali è stata prevista un’apposita deroga.
NEI CIE FINO A 180 GIORNI - L’extracomunitario che arriva in Italia senza permesso di soggiorno può rimanere nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) fino a 180 giorni. Fino ad oggi il periodo era di due mesi.
TASSA DI 200 EURO PER AVERE CITTADINANZA - Per avere la cittadinanza si dovranno pagare 200 euro. Per il permesso di soggiorno invece la tassa sarà fissata dai ministeri dell’ Interno e dell’Economia tra gli 80 e i 200 euro.
QUERELLE SUI ‘BIMBI INVISIBILI’ - Giuristi e politici si sono divisi sulla possibilità per le madri clandestine di riconoscere i figli nati in Italia alla luce del fatto che la clandestinità diventa reato. Secondo la maggioranza non ci sarà alcun problema, visto che una norma della Bossi-Fini dà la possibilità alle puerpere irregolari di avere un permesso di soggiorno fino al compimento del sesto mese del bambino. Secondo l’opposizione, alcune associazioni e diversi giuristi, il fatto che la clandestinità diventi reato ostacola l’applicazione ‘tout court’ del permesso di soggiorno temporaneo se non altro perché per l’ufficiale all’anagrafe scatterebbe immediato l’obbligo di denuncia. In più, per avere diritto ad ogni tipo di prestazione pubblica (come l’iscrizione all’anagrafe) si prevede che occorrano il passaporto o il permesso di soggiorno. In assenza dei due documenti il riconoscimento della prole non sarebbe dunque possibile. I bambini potrebbero diventare così adottabili.
CARCERE SE SI AFFITTA A CLANDESTINI - Si rischia il carcere fino a 3 anni se si dà in alloggio o si affitta anche una stanza a stranieri che risultino irregolari al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione. Ma ci deve essere un ingiusto profitto.
SI’ ALLE ‘RONDE’ - Associazioni di cittadini potranno pattugliare il territorio e segnalare alle forze dell’ordine situazioni di disagio sociale o di pericolo. Saranno iscritte in elenchi e dovranno essere formate prioritariamente da ex agenti.
REGISTRO DEI ‘CLOCHARD’ - I senza fissa dimora saranno schedati in apposito registro istituito presso il Viminale.
CARCERE FINO A TRE ANNI SE SI OLTRAGGIA PUBBLICO UFFICIALE - Chi insulta un pubblico ufficiale rischia fino a 3 anni di carcere. Ma se si risarciscono agente ed Ente a cui questo appartiene, il reato si estingue. Nessuna condanna se è il pubblico ufficiale ad aver commesso atti arbitrari.
INTATTI POTERI PROCURATORE ANTIMAFIA - Li avevano limitati, ma ora si è tornati alla legge attuale. Pietro Grasso aveva chiesto che la norma del ddl cambiasse e così è stato. INASPRITO IL 41 BIS - Detenzione più lunga di altri 4 anni. Si prevedono carceri “ad hoc” per i boss preferibilmente sulle isole. Più difficile per loro comunicare anche con l’esterno.
NASCE ALBO PER BUTTAFUORI E AMMINISTRATORI GIUDIZIARI - Anche i ‘gorilla’ che vigilano sulla ‘pace’ fuori da pub e discoteche dovranno avere particolari requisiti (li deciderà il Viminale) e avranno presto un loro albo. E un Albo ad hoc lo avranno anche gli amministratori giudiziari.
OBBLIGO DENUNCIA ‘PIZZO’ PER COSTRUTTORI - Per partecipare alle gare d’appalto i costruttori dovranno denunciare ogni tentativo di estorsione ai propri danni. Basterà che un pentito, anche in un altro procedimento, sostenga che ci sia stata un’estorsione senza conseguente denuncia, che l’estromissione dalla gara dell’imprenditore è assicurata.
1 commento
1 giovanni
15 Agosto 2009 - 20:22
é una cosa impossibile io son cittadino italiano
e son sposato con una ragazza albanese dan 4 anni non capisco chje prima era ngratis la cittadinanza adesso bisogna pagare 200,00
A CHE SERVONO? A RIEMPIRE LE TASCHE DEI POLITICIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII POVERAN ITALIA…..
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