Red
Sarà anche un paese di barbari il nostro. Ma certo non lo è perché una parte dei media hanno criticato l’incontro, a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella, del premier, del Ministro Alfano e di un altro giudice costituzionale. Chi ricopre ruoli istituzionali importanti sà che esistono regole di correttezza e di opportunità da rispettare. Certo, la Corte costituzionale non è un organo giurisdizionale, è un organo costituzionale, e dunque mantiene una connotazione politica, che è propria di tutti gli organi costituzionali, anche se gli organi di garanzia non possono spingersi oltre l’indirizzo politico costituzionale. Tuttavia la Corte svolge la sua funzione fondamentale di giudice delle leggi secondo procedure e modalità giurisdizionali. Dunque è quantomeno inopportuno un incontro di giudici costituzionali col Premier (diretto beneficiario e mandante) col Ministro della Giustizia, esecutore-mandatario del lodo Alfano, quando è sub judice la legge che lo introduce nel nostro ordinamento, ossia la disciplina che esonera da ogni responsabilità penale il premier. Tanto più se tutto questo avviene nel nel pieno di una bufera nel corso della quale il consiliore-difensore del Cavaliere ha enucleato una finezza giuridica di livello, affermando che il suo assistito, quale “utilizzatore finale” (delle escort, ossia delle puttane), al più, sarebbe un cliente, non un magnaccia. Niente induzione alla prostituzione, quindi, e niente reati!
Pertanto, se è barbaro chi fà delle supposizioni maliziose sull’oggetto della cena (nel corso della quale certamente si è parlato del tempo, dei bei tempi andati, e dell’inesorabile trascorrere del tempo) ha quantomeno poco galateo istituzionale chi - da giudice costituzionale - non mantiene un contegno ispirato alla prudenza e alla riservatezza che l’alta carica richiede.
Ecco ora il testo integrale della lettera aperta a Berlusconi scritta dal giudice costituzionale Luigi Mazzella.
Caro Presidente, caro Silvio, ti scrivo una lettera aperta perché cominciando seriamente a dubitare del fatto che le pratiche dell’Ovra (la polizia segreta fascista, ndr) siano definitivamente cessate con la caduta del fascismo, non voglio cadere nel tranello di essere accusato, da parte di chi necessariamente ne ignorerà il contenuto, di averti inviato una missiva ‘carbonara e piduista’, secondo il colorito linguaggio di un parlamentare. Ritenevo in buona fede di essere un uomo libero in un Paese ancora libero e di avere il diritto ‘umano’ di invitare a casa mia un amico di vecchia data quale tu sei”.
“Ho sempre intrattenuto con te - scrive Mazzella - rapporti di grande civiltà e di reciproca e rispettosa stima. Vederti in compagnia di persone a me altrettanto care e conversare tutti assieme in tranquilla amicizia non mi era sembrato un misfatto. A casa mia, come tu sai per vecchia consuetudine, la cena è sempre curata da una domestica fidata (e basta!). Non vi sono cioé possibili ’spioni’, come li avrebbe definiti Totò. Chi abbia potuto raccontare un fantasioso contenuto delle nostre conversazioni a tavola inventandosi tutto di sana pianta - è sottolineato nella lettera - resta un mistero che i grandi inquisitori del nostro Paese dovrebbero approfondire prima di lanciare accuse e anatemi. La libertà di cronaca è una cosa, la licenza di raccontare frottole ad ignari lettori è ben altra! Soprattutto quando il fine non è proprio nobile”.
“Caro Silvio, a parte il fatto che non era quella la prima volta che venivi a casa mia e che non sarà certo l’ultima fino al momento in cui un nuovo totalitarismo malauguratamente dovesse privarci delle nostre libertà personali, mi sembra doveroso dirti per correttezza che la prassi delle cene con persone di riguardo in casa di persone perbene non è stata certo inaugurata da me ma ha lunga data nella storia civile del nostro Paese. Molti miei attuali ed emeriti colleghi della Corte Costituzionale hanno sempre ricevuto nelle loro case, come è giusto che sia, alte personalità dello Stato e potrei fartene un elenco chilometrico”. “Caro presidente - conclude la lettera -, l’amore per la libertà e la fiducia nella intelligenza e nella grande civiltà degli italiani che entrambi nutriamo ci consente di guardare alla barbarie di cui siamo fatti oggetto in questi giorni con sereno distacco. L’Italia continuerà ad essere, ne sono sicuro, il Paese civile in cui una persona perbene potrà invitare alla sua tavola un amico stimato. Con questa fiducia, un caro saluto”.
1 commento
1 Giulio Lobina
2 Luglio 2009 - 11:54
Se il Giudice Mazzella fosse stato più serio, avrebbe evitato di scrivere una lettera del genere. Infatti “finge” d’aver invitato l’uomo Silvio Berlusconi, suo amico di vecchia data…tacendo il fatto che a questa cena c’erano anche il caro Alfano e uno staff governativo che certo nulla hanno a che vedere con un semplice invito a cena. Per la precisione: il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia e i presidenti delle commissioni Affari costituzionali, per di più alla vigilia della decisione della Corte sul lodo Alfano”.
La terzietà del giudice e l’imparzialità stanno alla base della Democrazia, come allo stesso modo il rispetto delle leggi. Ma siamo in un periodo storico in cui perfino la legge viene stravolta quando non combacia con gli interessi personali di un Premier. Quando Craxi disse in Parlamento “lo fanno tutti…” certamente non dimostrò all’Italia la sua innocenza. Così, chi si è posto come “portatore” di nuovi ideali, di un nuovo partito di massa…non solo non se ne va in esilio anche sotto (l’ideale, visto il Lodo Aldano)l’accusa di CORRUZIONE…ma cambia tutto ciò che nelle leggi di questo nostro stato può andargli contro. La Democrazia non è a uso e consumo di una persone. La Democrazia non è l’interesse del singolo, ma l’interesse della Comunità per il bene comune. E’ vergognoso che l’Italia tenga gli occhi chiusi e la bocca chiusa davanti ai continui scandali democratici. E’ vergognoso che l’indignazione di molti sia una totale indifferenza o una magra lamentela. Ma quando anche due giudici della Corte Costituzionale si lasciano trasportare in un giro maleodorante, c’è da chiedersi dove vogliamo arrivare prima di dire BASTA. Non siamo stanchi di questa anti-politica? Di questa anti-democrazia? E davvero chi ha votato in massa a destra è fiero di come il Presidente del Consigllio stia, o meglio non stia governando?
L’Italia va avanti a colpi di decreti legge e di fiducia…e l’Europa ride davanti alla spregiudicatezza di chi sporca tutto ciò che tocca. Lo sa anche Gianni Letta che a quanto dicono indiscrezioni in giornali stranieri declina gli inviti a cena a casa del Premier…lo sa il Corriere della sera, non certo giornale comunista…e lo sanno anche la magistratura che attaccata in continuazione come organo eversivo e comunista, oggi più che mai si trova invischiata in una cena andata di traverso.
E nella corsa alle Primarie di un PD che litiga per il suo futuro segretario, nell’imbarazzo della cattolicissima (?) UDC…solo l’Italia dei Valori grida a voce alta che così non va. Gli italiani onesti devono indignarsi davanti a questo Governo, ma non per ripicca, perchè ha vinto la destra…ma perchè chi ha vinto ha il potere e il potere è fonte di responsabilità. Oggi manca. DIMISSIONI IMMEDIATE di MAZZELLA. Non aspettatevi quelle del Premier perchè da uomo comune verrebbe implicato in tanti di quei processi da trascorrere il resto della vita nei tribunali e agli arresti domiciliari…e se deve ri-vincere la destra, ben venga perchè il popolo è sovrano. E la democrazia è anche questo: il rispetto della volontà della maggioranza. Ma si sceglie nel rispetto di sè e nella certezza di dare un esempio ai propri figli. Valori e questione morale…non si trovano sotto le pietre. Occhi aperti e partecipazione!
GL
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