Sergio Ravaioli
Per la centralità che riveste nella ricostruzione del centrosinistra, continuiamo il dibattito sul PD in vista del Congresso di ottobre.
Le idee poco chiare del PD hanno fatto proliferare una schiera di guaritori che propongono allo stesso una terapia che si basa su questo assunto, che suona molto sensato: alla gente non importa nulla di alleanze, ma vuole chiarezza sulle soluzioni che il PD propone ai problemi concreti: lavoro, casa, sicurezza, famiglia, salute.
La mia ricetta è diversa, perché attribuisco la poca salute del PD non alla mancanza di programmi ma alla mancanza di soluzioni: predicazione senza trasformazione = disaffezione.
Diciamola tutta: il programma è stato troppo spesso la foglia di fico che ha coperto le vergogne del sistema di potere. Mia esperienza giovanile nel PCI: avendo sempre avuto una certa facilità nello scrivere, in preparazione dei vari congressi sono sempre stato inserito nella “commissione programmatica”, dove potevo dare sfogo alla mia libido letteraria. Non ho impiegato molto (ma pur sempre troppo!) a capire che i giochi si facevano nella commissione politica dove si costruivano le cordate per la scalata al potere. Prima nel partito e poi nelle istituzioni e negli enti controllati dalle istituzioni. Manco a dirlo: io politicamente sono sempre rimasto un peone.
Passata la gioventù, oggi sono portato a dire che è tutto normale: il potere si conquista con le alleanze, così è sempre stato e così sempre sarà.
Bisogna però anche chiedersi a cosa serve, per cosa si utilizza il potere una volta che lo si è conquistato. E qui dovrebbe subentrare il programma, che dovrebbe essere tutt’uno con ciò che una volta si chiamava “politica”.
Ma allora perché la macchina PD si è ingrippata?
A mio avviso perché mentre tutti (… diciamo molti) abbiamo chiaro che il potere senza programma è cosa non buona, non c’è altrettanta chiarezza sul fatto che il programma senza potere è pur esso, su un versante diverso, cosa non buona.
E questo è il dramma attuale del PD. La sinistra si è purtroppo spesso qualificata come una congrega di parolai, personalmente arricchitisi vendendo bei concetti e belle parole ma lasciando invece impoverire i ceti che in teoria avrebbero dovuto tutelare. La destra, spesso a torto, viene vista come più concreta, capace di produrre trasformazione e di rappresentare interessi materiali diffusi (ad es. i tre milioni e mezzo di imprenditori, professionisti e lavoratori in proprio senza dipendenti).
Per riconquistare fiducia la sinistra deve per prima cosa smettere di dividersi e per seconda imparare a costruire e gestire alleanze per poter riprendere a governare per cambiare (in meglio) le cose. Dovrebbe ormai essere chiaro che il traguardo del 51% la sinistra non lo raggiungerà mai da sola, neppure aggiungendo il prefisso centro e presentandosi come centrosinistra. Alleanze quindi: con IDV e UDC, se no con chi?
In Sardegna esiste un’altra organizzazione politica importante nell’area del centro, i Riformatori, ed il PSd’Az che, in quanto federalista - indipendentista, rifiuta una collocazione secondo i parametri suddetti di destra - centro - sinistra.
La situazione in Sardegna è quindi più aperta che a livello nazionale e l’astensionismo record delle recenti tornate elettorali può anche essere letto, in questa chiave, come un’opportunità da cogliere. Con un po’ di coraggio la si sarebbe potuta cogliere anche nelle ultime elezioni Regionali, dove un’ipotetica alleanza tra le suddette organizzazioni sarebbe risultata maggioritaria.
Alle maggiori aperture dell’elettorato corrisponde però una maggiore chiusura del PD Sardo. Siamo infatti in molti a credere che Soru sia il personaggio meno indicato per costruire alleanze, e da Soru il PD non riuscirà facilmente a liberarsi, sia perché ben accreditato presso la direzione romana, ma soprattutto perché sostenuto dalla più forte organizzazione politica di centrosinistra presente in Italia: il gruppo editoriale Repubblica - l’Espresso.
E quindi prevedo che in Sardegna, almeno nel medio periodo, il PD continuerà a predicare senza produrre trasformazione. E quindi a perdere.
Come ha già avuto occasione di rilevare l’attuale governatore della Sardegna Cappellaci: Soru è la migliore garanzia di lunga vita per il governo di centrodestra.
(P.S. - Chi la pensa diversamente da me, possibilmente argomenti ed eviti di insultarmi anche se mi sono permesso di nominare Soru).
21 commenti
1 Carlo
1 Luglio 2009 - 08:03
Il ragionamento “suona sensato” ma ha un falla: anche il PDL predica senza trasformare.
E questo è il dramma dell’Italia, non del PD o del PDL.
Per non parlare di noi Sardi, governati comunque e sempre da ascari di Roma.
2 andrea raggio
1 Luglio 2009 - 13:18
Il Partito Democratico, come maggiore forza dell’opposizione, ha il dovere di porsi come principale animatore di una politica di alternativa fatta non solo di denunce, ma di proposte e di iniziative politiche, in Consiglio regionale e nella società, volte a favorire la più ampia convergenza fi forze di centrosinistra e non berlusconiane. Il PD ha la forza per svolgere questo ruolo, può svolgerlo con successo solo se imbocca una buona volta la via della politica e della responsabilità. Se, invece, rinuncia non solo mette a rischio il disegno per cui è nato, ma saranno guai per tutta la sinistra. E’ bene che anche la sinistra radicale rifletta su ciò.
3 Carlo Dore jr.
1 Luglio 2009 - 14:56
“…Come ha già avuto occasione di rilevare l’attuale governatore della Sardegna Cappellaci: Soru è la migliore garanzia di lunga vita per il governo di centrodestra…”
Andatelo a dire agli abitanti de La Maddalena, da cui Cappellacci, solo pochi giorni fa, ha rischiato di essere linciato.
Andatelo a dire ai lavoratori del comparto chimico, che ancora aspettano la telefonata di Papi all’amico Putin.
Andatelo a dire a chi ancora aspetta la Sassari-Olbia: Berlusconi e Cappellacci avevano promesso di farla in due mesi, io ancora aspetto…
“…Alle maggiori aperture dell’elettorato corrisponde però una maggiore chiusura del PD Sardo. Siamo infatti in molti a credere che Soru sia il personaggio meno indicato per costruire alleanze, e da Soru il PD non riuscirà facilmente a liberarsi, sia perché ben accreditato presso la direzione romana, ma soprattutto perché sostenuto dalla più forte organizzazione politica di centrosinistra presente in Italia: il gruppo editoriale Repubblica - l’Espresso…”
Ancora con Soru??? Per favore, B-A-S-T-A…!!!
Sono mesi che non si parla d’altro… Eppure siamo alle prese con un Governo che, ogni giorno, fa apparire l’Italia come lo scenario più adeguato per il prossimo film di Natale dei Vanzina…E qui c’è ancora gente che passa il tempo ad attaccare Soru???
Abbiate pazienza…La discussione sul futuro del centro-sinistra verte su questioni dannatamente serie, dato che involge il futuro stesso della nostra democrazia. Affrontiamola con interventi all’altezza della rilevanza del tema trattato, ed evitiamo di perderci in queste amenità!
4 Carlo Dore jr.
1 Luglio 2009 - 15:29
Un’ulteriore precisazione, necessaria per evitare che riesplodano vecchie polemiche.
Nel post precedente, non era mia intenzione affermare che l’articolo che si commenta non era all’altezza del dibattito in corso. Più specificamente, era mio intento rilevare come mi sembra ormai decisamente fuori luogo continuare a concentrare questo dibattito sulla figura di Renato Soru: sia perchè i primi risultati dell’attuale Esecutivo (come già ho fatto notare) sono ben lontani da quel modello di buon governo più volte teorizzato dai sostenitori del Governatore in carica; sia perchè Soru è finora rimasto del tutto estraneo al confronto relativo ai futuri assetti del centro-sinistra italiano.
Riflettiamo dunque su questi assetti, e lasciamo da parte le critiche a Soru: a mio parere, non sono più attuali.
5 Sergio Ravaioli
1 Luglio 2009 - 16:26
Se Pietro è cattivo, allora è evidente che Paolo è buono!
Però devo ammettere che mi è andata bene: argomenti zero.
Ma anche insulti zero.
6 Roberta
1 Luglio 2009 - 17:04
Non mi risulta che Soru si sia ritirato a vita privata e si occupi solo di Tiscali.
Si occupa anche di PD, eccome.
Non volerne parlare mi sembra un’ossessione, anzi una furbata.
E non dimentichiamo che il PD Sardo è ancora sotto commissario romano.
7 Massimo Marini
1 Luglio 2009 - 17:39
Soru non è fuori dai giochi, ed è giusto tenerlo d’occhio specie per chi non ne è un sostenitore (eufemismo). Però capisco benissimo l’esasperazione di Carlo in quanto oggi ci troviamo alla vigilia di un appuntamento storico che potrebbe avere una portata veramente importante, se solo la base ne prendesse coscienza. E’ probabile purtroppo che il tutto si chiuderà con l’ennesima, e a questo punto definitiva (almeno per i prossimi 20/30 anni) restaurazione degli apparati. Quindi appare quantomeno riduttivo focalizzare per l’ennesima volta l’attenzione su di un Soru che francamente non mi pare essere ora in cima ai pensieri della direzione romana. Quando arriverà il momento delle primarie regionali per liberarci di questo umiliante commissariamento, per il quale dobbiamo ringraziare Soru certamente, ma anche i cari e vecchi cardinali, vedremo cosa ci offrirà il PD isolano. Secondo me.
8 Roberta
1 Luglio 2009 - 18:34
Un po’ di ottimismo lo ritroviamo rivolgendoci a madre natura.
Berlusconi ha 73 anni (forse 74) e una vita sregolata!
Senza di lui i giochi si riapriranno.
9 vincenzo
2 Luglio 2009 - 00:10
Perbacco! Pensavo di essere il solo! Ho fatto 8 congressi PC e mi mettevano sempre nella commisssione programmatica, in quella elettorale MAI. Sapevo di molti argomenti,scrivevo anche intere parti, al segretario uscente, della relazione conguessuale: Adesso capisco (beh, è da un po’) perchè mi ritrovo a 780 euro al mese, come precario, all’età di 62 anni dopo aver militato per 30 anni nel PCI, poi nel PDS, poi ne DS. nel PD, scusatemi, non ce l’ho fatta proprio! Comunque, non sono sardo e noin ho elementi per valutare le questioni particolarùi. Ma Ravaioli pone un problema che è nazionale, quello delle allenze.
Caro Sergio, invidio la tua testardaggine sarda, anche noi abruzzesi lo siamo un po’, ma non è il caso secondo me di utilizzare l’approcio delle allenze. Siamo in una fase in cui il peso delle politiche economico-finanziarie ha posto in un altro luogo il campo di battaglia. La crisi, intesa come trasformazione, di vecchi equilibri politici, pone il problema della comprensione di cosa è modificato, e cioè quali sono effettivamente le forze produttive entro i rapporti di produzione cos’ come sono venuti a determinarsi storicamente.. Vedo tempi più lunghi per una “sinistra” in grado di capire e quindi di progettare interventi poltici. Se non si punta su sull’analisi dei nuovi paradigmi sorti dai nuovi rapporti di forza economico-sociale-politici non si fanno nè potere nè programmi, ma solo tattiche di corto respiro, che meglio sa fare l’avevrsario: Non ho quindi, in questa fase risposte certe: Ma avverto una profonda esigenza di rimettermi (ci) a studiare, un po’ alla Gramsci maniera.
Auguri
10 M.P.
2 Luglio 2009 - 00:43
Quello di Ravaioli è un buon passo avanti, nella focalizzazione della situazione reale, ma forse non è ancora sufficiente. Infatti i programmi altro non sono che PROPOSTA DI SOLUZIONI dei problemi, ma anch’esse non sono ancora TRASFORMAZIONE, essendo questa possibile solo con l’azione di governo (forse non ho ben chiaro ciò che si intende con trasformazione).
Soru ci ha fatto capire bene ciò: ha proposto soluzioni, lo abbiamo votato, non ha trasformato e lo abbiamo scaricato di brutto. Si può dire che questa è DEMOCRAZIA ma…il tempo passa. Avrebbe dovuto… avremmo dovuto determinare prima le sue dimissioni.
La foglia di fico sono le tante, troppe parole che nascondono il/i vero/i problema/i: l’impossibilità per i peones di contare nella politica alta, peones “commissari al programma”, peones amministratori locali, segretari di sezione, militanti, iscritti, elettori; tutti fuori.
Certo che programma e potere devono andare di pari passo, ma bisogna chiarire che cosa si intende per “potere”. Io intendo POTERE CONDIVISO con VERA DEMOCRAZIA, certamente non quello autoreferenziale di un GOVERNATOR.
A livello nazionale vedo il CAOS, comunque vada nel PD, a cui auguro un Bersani con un pragmatico e intelligente D’Alema.
Restringendo il campo d’azione alla nostra isola, si potrebbe ancora trovare il bandolo della matassa, perché si riuscirebbe a elaborare soluzioni e realizzare TRASFORMAZIONE, volendo.
Ma avranno mai i nostri amici e compagni il coraggio di rivolgere i loro sguardi prevalentemente alla Sardegna ? L’appello all’UNITA’ DELLE OPPOSIZIONI in Consiglio Regionale va in questa direzione?
OPPORTUNO.
P.s. Il fantasma di Soru, perché tale è, INGOMBRA; PARLANDONE LO SI ESORCIZZA.
11 Sergio Ravaioli
2 Luglio 2009 - 07:42
Provo a spiegarmi meglio: il programma è necessario ma non sufficiente.Per produrre trasformazione servono programma e governo. E per arrivare al governo occorre saper fare, e saper mantenere, le alleanze.
Soru non è un fantasma: lo rivedremo in azione nel congresso del PD Sardo (che, prima o poi, dovrà pur esser fatto). E allora vorrò vedere chi avrà la faccia di dire che il personaggio è una mia ossessione!
12 andrea
2 Luglio 2009 - 15:01
“Chi la pensa diversamente da me, possibilmente argomenti ed eviti di insultarmi anche se mi sono permesso di nominare Soru”.
D’accordo con l’autore dell’articolo, mi sforzerò di restare nel merito, con una piccola nota introduttiva: può esser anche vero, come sottolineava uno scrittore un po’ barbaro e quasi sempre scalzo, che gli uomini mal tollerano la messa in discussione dei propri pregiudizi perchè in fondo sono tutto quello che hanno, ma un invito preventivo ad evitare insulti con un altro (potenziale) insulto o presupposto di insulto frutto di pregiudizio, mi pare francamente un esercizio un tantino spregiudicato. Detto questo, mi concentrerò soprattutto sulla parte relativa alla politica regionale, visto che noia e apatia pervadono il mio essere ogni volta che mi trovo dinnanzi alle beghe interne del pd e alle sue sconclusionate strategie elettoralistiche.
Dunque, se Pietro è cattivo, allora Paolo è buono. Eh no, sono cattivi entrambi, compreso quello - a costo di sembrare ripetitivi - che io ho sostenuto e sostengo attraverso il mio libero e consapevole diritto di voto, dichiarato (su questo sito, e forse anche in altri) a favore del Psdaz: Partito glorioso e solido di tradizioni, per carità, ma Partito per ora tecnicamente e politicamente parte integrante dell’attuale maggioranza regionale. E lo so che i sardisti sono liberi, nè di destra nè di sinistra, e che tutto questo è stato fatto soltanto per il fine ultimo dell’indipendenza. Eppure, per evitare accuse di follia o di crisi maniacale, io chiedo un intervento empirico e risolutivo della faccenda: che qualcuno accerti di persona, si rechi FISICAMENTE in Consiglio e verifichi dove diavolo sta il psdaz!
“Come ha già avuto occasione di rilevare l’attuale governatore della Sardegna Cappellaci: Soru è la migliore garanzia di lunga vita per il governo di centrodestra”
Ora, Cappellacci è stato citato in questi ultimi 120 giorni per una serie infinita di questioni, ma è la prima volta che qualcuno prende sul serio le sue affermazioni, in questo caso addirittura portate ad esempio in quanto prodighe di virtù messianiche. Mha. A parte il fatto che, come amava dire Fortebraccio, il Governatore “Bollito” non riuscirebbe a indovinare nemmeno i quiz per bestie da terza elementare, non vi sembra anche un poco immorale attribuire cotanta responsabilità ad un consigliere regionale di minoranza per giunta in posizioni del tutto defilate?
Cosa avrà fatto mai Paolo il Cattivo, per meritarsi tanta attenzione? Niente di grave o irreparabile. Ha messo un tantino a ferro e fuoco il suo partito perchè chiedeva rinnovamento, trasparenza, spirito di servizio per il bene comune, fine delle pulsioni suicide in materia di inciuci e boiate varie ed eventuali a carettere trasversale, schiena dritta e sana e sarda diffidenza. Ma non è nemmeno questo. Il Cattivo è stato Governatore! E, soprattutto, si è fatto interprete riconosciuto di un disegno politico che ha mobilitato centinaia e centinaia di persona e di migliaia di giovani volontari come forse mai s’era visto in Sardegna per una tornata elettorale. Ecco, forse a pensarci bene è proprio questo il fattore decisivo e fuorviante: la democrazia partecipata o, per meglio dire, l’accozzaglia di tifosi da stadio - compresi numerosi e autorevoli personaggi indigeni - che han deciso che quel disegno, perchè no, potrebbe forse valere un progetto di vita.
E bene fanno tutti quelli che nutrono una qualche ossessione politica in tal senso e che ormai si presenta con inquietanti caratteri patologici, in quanto bisogna pur premunirsi dai possibili pericoli insiti nel becero popolino irrazionale. Bisogna dunque brandirli e prepararli a dovere: essi son giovani ma non tarderanno ad arrivare a quella particolare età in cui consiglieranno ai propri dirigenti di allearsi con l’UDC. Anche perchè, chi altri se no?
13 Sergio Ravaioli
2 Luglio 2009 - 18:32
Grazie, Andrea. Finalmente un post che entra nel merito.
(Premetto che in un primo momento avevo inteso Andrea come l’Andrea per antonomasia in questo sito, e cioè Andrea Pubusa, poi leggendo mi sono convinto del contrario. A.P., se sbaglio correggimi.)
L’invito ad evitare insulti non è tanto preventivo su questo sito: un componente la redazione mi ha già definito servo di Berlusconi (ovviamente in latinorum, come si conviene a gente su: Berlusconi mio dominus). Anche nel post n.3 qui sopra, l’appello conclusivo a scrivere “interventi all’altezza della rilevanza del tema” non è proprio un insulto, ma ci siamo vicini. Qualcun altro ha già osservato che il nome Ravaioli produce sulla redazione l’effetto del drappo rosso con il toro.
La mia affermazione nel post n. 5 “Se Pietro è cattivo, allora è evidente che Paolo è buono!” voleva essere una parodia del ragionamento esposto nell’intervento precedente. Cercherò in futuro di essere più chiaro.
Nel nocciolo del suo ragionamento mi permetto due critiche.
Primo, si elude la questione che io reputo di fondo, e cioè: il centrosinistra in Sardegna vuol tornare a governare oppure no? Se si non può eludere il problema delle alleanze. Altrimenti continuerà a bearsi della sua coerenza (?) e della sua purezza (???) ma non cambierà un bel nulla. Mi pare che la questione giusto ieri l’abbia posta a livello nazionale, in termini molto chiari, anche Bersani.
Secondo: il fallimento della giunta Cappellacci ed il ruolo subalterno del PSd’Az. A tre mesi dall’insediamento mi sembra un po’ troppo presto per entrambi i bilanci. Due giorni fa ho partecipato in Fiera a Cagliari all’ultima delle iniziative di consultazione di amministratori e tecnici sul Piano Paesaggistico Regionale promossa dall’Assessore Asunis. I giudizi sul lavoro sin qui svolto e sul metodo seguito sono stati tutti, dico TUTTI, positivi. Da parte di Sindaci, anche di sinistra, di associazioni ambientaliste e di sindacati l’unica riserva espressa è stata: sin qui OK, ma vi aspettiamo nel vedere come tirerete le somme, e cioè quali decisioni prenderete, quali nuove norme approverete.
Circa un mese fa un’accoglienza molto positiva ha avuto un’iniziativa pubblica dell’assessore La Spisa sulla programmazione Regionale ed Europea.
Una legislatura dura cinque anni. L’opposizione si attrezzi adeguatamente ed eviti gli esorcismi, come anche di occuparsi solo del proprio ombelico.
14 Carlo Dore jr.
2 Luglio 2009 - 19:47
Mi concedo un’ulteriore replica, dato che sono stato chiamato in causa direttamente. Si tratterà di una replica sempre ispirata alla massima ironia ed alla massima educazione, lungi da me l’intento di polemizzare con l’autore del post di cui sopra.
E’ vero, una volta affermai che Ravaioli trovava in Berlusconi il suo dominus. Il suddetto (Ravaioli, non Berlusconi, anche se in quell’occasione Ravaioli declinava una ricostruzione decisamente berlusconiana - e, come tale, profondamente imprecisa - di alcuni articoli del codice di procedura penale) si offese a morte, sostenendo di essere stato qualificato come “servo” del Cavaliere. Il suo risentimento era (e, temo, continua ad essere) del tutto immotivato: la parola “dominus” significa infatti non solo “padrone”, ma anche “capo”, o, più precisamente, “capo militare”, “capo di uno schieramento”.
Ravaioli ha più volte dichiarato - scelta secondo me improvvida, ma assolutamente rispettabile: in democrazia ciascuno può sbagliare con la propria testa - di militare in un partito che afferiva allo schieramento di centro-destra in occasione delle ultime elezioni regionali. Il Capo (recte: il dominus) di quello schieramento era, nei fatti, Silvio Berlusconi, dato che il povero candidato governatore era costretto a sgomitare per ritagliarsi cinque minuti di spazio in occasione dei settimanali comizi del logorroico Principale (del candidato, non di Ravaioli…).
Dunque, in questa particolare fase politica, Ravaioli oggettivamente si è trovato - alla luce di siffatto ragionamento - a sostenere un partito che individuava in Berlusconi il suo dominus: capisco che non sia una condizione invidiabile (specie alla luce degli ultimi accadimenti), ma, da parte mia, non esisteva alcun intento offensivo!
Anche l’affermazione secondo la quale il nome di Ravaioli sortirebbe l’effetto del drappo rosso con il toro mi pare, francamente, ingenerosa. Per cultura e per educazione, non credo infatti che le materie trattate in questa particolare sede giustifichino un atteggiamento da corrida, anche verso chi cerca in tutti i modi di sostenere posizioni dal mio punto di vista insostenibili (vedi sopra, in ordine al diritto all’errore).
Spero che queste mie considerazioni siano sufficienti per archiviare definitivamente ogni polemica, e che quindi, quando vorrà proporre un nuovo articolo, Ravaioli non avverta la necessità di ricorrere alla chiosa “astenersi frastimatori”.
D’altro canto, trattandosi di uomo di ottime letture, penso condivida con me la passione per i versi di Edmond Rostand: a che ci serve sfidare dei nani? Vogliamo dei giganti!
p.s. circa il buon lavoro fin qui svolto dalla giunta - Cappellacci….sospendo ogni giudizio. Come dicevo, siamo in democrazia, e la democrazia si fonda sul diritto all’errore. Però…quanto è dura astenersi dal frastimo!!!!
15 Sergio Ravaioli
3 Luglio 2009 - 07:50
Un’ultima (giuro!) precisazione, per quel che vale.
Ravaioli non milita in nessun partito.
16 M.P.
3 Luglio 2009 - 10:51
Per fantasma intendo “OMBRA DI DEFUNTO”, politico si intende; ma ombra che GIGANTEGGIA, per cui è opportuno parlarne e come (aspettiamo il Congresso)!
Il Psdaz non ha MAI INDIVIDUATO IL SUO DOMINUS IN BERLUSCONI, ma dovendo scegliere , ha scelto, e BENE: CAPPELLACCI.
Nessuna persona di giudizio, NEANCHE IL PSDAZ, ha aspettato gli ultimi accadimenti per giudicare Berlusconi come politico.
E’ vero tutto e il contrario di tutto: il servo pastore, quando il “padrone” non è rispettoso, se ne va; il militare che contesta il CAPO e prova a lasciarlo, viene passato per le armi.
Spero che Ravaioli non accetti DONI.
17 Roberta
3 Luglio 2009 - 11:56
Egregio prof. Pubusa,
leggo che il signor Carlo Dore jr non è un blogger qualsiasi come noi, ma un componente la redazione e quindi i suoi interventi tutto schieramento, poco ragionamento e molto livore personale impegnano la linea editoriale di Democraziaoggi.it, ed anche la persona del suo direttore.
Peccato. Per chi apprezza quel tipo di interventi le alternative non mancano, a cominciare da altravoce.net e sardegnademocratica.it Invece luoghi ove poter esprimere e leggere voci libere non ne conosco altri oltre democraziaoggi. Per favore ce lo conservi.
Se Dore ha qualche conto in sospeso con Ravaioli se la veda in altra sede.
18 Carlo Dore jr.
3 Luglio 2009 - 12:49
Cara Roberta (a proposito, posso sapere il suo cognome?),
non mi sono offeso.
Come già ho avuto modo di precisare, non è mia abitudine scaldarmi per gli argomenti trattati in questa sede e soprattutto…ritengo applicabile anche a questa nostra conversazione la massima di Rostand.
La pregherei solo di evitare apprezzamenti su altre testate: le idee che vengono manifestate in quelle sedi meritano lo stesso rispetto che io riservo alle Sue posizioni.
Cordialmente,
C. D.
19 Efis Pilleri
3 Luglio 2009 - 13:57
L’analisi di Sergio Ravaioli ha, come sempre, il pregio di toccare nervi scoperti (o, se preferite, “pisci ‘e cadinu”). E’ importante per quelli, come me, che vogliono il bene della Sardegna e rifiutano l’intolleranza e gli schemi bipolari e manichei, avere nel PD (sardo) un interlocutore non solo affidabile ma anche disponibile. I partiti sono fatti di persone. Renato Soru non mi è nè antipatico nè simpatico. E’ semplicemente un uomo che io ho sostenuto con tutte le mie forze e che divenuto Presidente ha rinnegato gli impegni presi con il sardismo. Per questo non mi fido di lui neanche come “dominus” del Partito Democratico (sardo). Sarei ben lieto di cambiare nuovamente idea se il nostro ce ne desse l’occasione. Sono invece abbastanza scoraggiato in quanto non vedo (probabilmente perchè non li conosco) nelle nuove generazioni del P.D. interlocutori affidabili e/o disponibili nei confronti del mondo sardista. Se penso ad interlocutori con tali requisiti mi vengono in mente Tore Cherchi, Piersandro Scano, Emanuele Sanna, Ivana Dettori ed altri della mia generazione politica, o di quella precedente, come Francesco Cocco o Andrea Raggio. Poichè sono un inguaribile ottimista, spero che le mie perplessità vengano spazzate da un grande congresso regionale del PD e dall’emergere prepotente di una nuova generazione di democratici sardi e sardisti.
20 andrea
3 Luglio 2009 - 14:52
Signor Pilleri,
Devo confessarle che attendo e leggo sempre volentieri e con curiosità i suoi interventi
A parte la gratuita scivolata sul “partito call center”, che tutto sommato ho trovato divertente.
Saluti
21 M.P.
6 Luglio 2009 - 00:21
Volevo segnalare a Roberta, che non conosco, che sono totalmente d’accordo con lei.
Da un bel po’ ho lasciato la Sua Voce di Melis e, per tenermi informato, preferisco andare alla fonte diretta: Sardegna Democratica.
SORPRESA: i “migliori” articoli di Melis sono anche lì.
…cidenti!
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