Pietro Pani - Presidente Orizzonte Sinistra
Per alimentare il dibattito pubblichiamo una interessante riflessione sulle prospettive unitarie della sinistra dopo l’elezione di Elly Schlien alla segreteria nazionale del PD.
Seguo con interesse e partecipazione ciò che si muove a Sinistra all’indomani delle Primarie del PD. Messo di fronte a ciò che sembrava a tutti una inevitabile prospettiva di declino del partito, il “popolo di simpatizzanti del Pd” (non saprei come meglio definirlo) è sembrato aver dato una sorta di colpo d’ala e, rovesciando il verdetto del corpo degli iscritti, ha imposto Elly Schlein come Segretaria e le ha conferito un mandato importante e cioè quello di rappresentare la speranza di tanti nella ricostruzione in Italia di un vero Polo Progressista a di Sinistra in grado di contrastare e fermare questa destra che appare oggi sempre più cialtrona ed inadeguata, ma non per questo meno forte e pericolosa.
A Sinistra dunque oggi si può aprire una pagina nuova. E mai questa parola (che a me non piace, perché il “nuovismo” è di per sé un contenitore vuoto che può essere riempito dalle cose peggiori, come è stata per la sinistra la tragica avventura del renzismo) ha avuto, almeno negli ultimi decenni, un significato per la Sinistra così forte, pieno di contenuti e di possibili conseguenze. La Sinistra (uso questo termine perché è l’unico serio e pregnante, con buona pace di chi nelle due forze politiche principali del mondo progressista la considera superata quando non negativa tout court) può oggi ricostruire la sua forza proprio a partire dalle figure inedite che ne rappresentano i due filoni principali e dalla conseguente evoluzione delle forze politiche che sono state chiamate a guidare.
Questo rappresentano Giuseppe Conte, da un lato, ed Elly Schlein dall’altro. Storie parallele di due personaggi inediti rispetto al cliché del nostro mondo (uso il termine “nostro” comprendendovi popolo e cultura della Sinistra) e proprio perché tali in grado di suscitare intorno a loro grandi -e talora ingenui- entusiasmi e cocciute schematiche diffidenze. Sono due che mettono in difficoltà, appunto, gli schemi con cui ci siamo abituati a valutare i leaders della sinistra; sono due che si stanno trovando ad affrontare un compito che chiamerei “preterintenzionale”, al di là cioè (forse) delle loro stesse intenzioni iniziali, fondamentalmente rispondendo ad una spinta esterna della propria gente.
Lasciamo pure che la polvere dell’entusiasmo si posi ed i sondaggi di questi giorni si riassestino su dati meno emozionali, e lasciamo soprattutto che le scelte politiche reali di Elly Schlein sostituiscano le aspirazioni di chi la sostiene, tuttavia appare evidente che questa presenza è stata in grado di invertire quel declino del Pd di cui dicevo all’inizio; così come Giuseppe Conte è stato in grado di invertire, con un dato elettorale per certi versi inimmaginabile, quello del M5S. E, fatto importante, entrambi questi trend di inversione sono avvenuti sulla base di una sensazione netta (quanto fondata sia, qui poco importa: io credo sia fondata) e cioè che il rilancio, il ritorno da protagonisti possa avvenire per la Sinistra solo se si riprendono con chiarezza e decisione le idee, i valori, i riferimenti sociali e le proposte che la caratterizzano da sempre. Questo è il dato che io ritengo fondamentale: il possibile ritorno di un livello accettabile di empatia tra il “popolo” della Sinistra e i suoi principali rappresentanti politici.
Due ostacoli importanti, tuttavia, si presentano di fronte ai due possibili protagonisti del risveglio della Sinistra. Il primo, ancora una volta, li accomuna ed è la diffidenza -talvolta incrociata tra i sostenitori dei due protagonisti, talvolta rivolta ad entrambi con argomenti simili- proprio verso questa novità. Mi interessa, naturalmente quella che viene da Sinistra, non certo dall’avversario (categoria nella quale annovero anche il duo Calenda-Renzi); e trovo che essa si nutre spesso della ricerca più delle contraddizioni che in passato hanno caratterizzato i personaggi in questione per svelarne i limiti e arrivare rapidamente ad una preventiva presa di distanze, che una seria analisi di ciò che oggi essi stanno facendo e/o rappresentano. Non che queste cose non contino, solo che rischiano, per chi le formula, di essere un puro pretesto per giustificare uno stare a guardare, quando non una pura e semplice difesa dell’esistente.
Il secondo ostacolo è invece più serio e parte da una situazione rovesciata tra Conte e la Schlein: è quello del fare i conti con le proprie “comunità” di riferimento, il M5S e il PD. Conte si è trovato in eredità una organizzazione già fragile e per di più alla deriva dopo la gestione “governativa” di Di Maio, gli ha costruito una nuova identità, ormai lontana dal grillismo delle origini, collocandolo saldamente nell’area Progressista e lanciando alcune forti ed emblematiche battaglie a partire dai temi sociali più scottanti e dal tema della pace. (E’ il motivo per cui io e tanti altri compagni e compagne gli abbiamo dato e continuiamo a dargli fiducia). Ne ha ricevuto in cambio una sorta di carta bianca, un affidamento totale: il tutto nella quasi totale assenza di organizzazione, di radicamento territoriale, di un forte gruppo dirigente, si sarebbe detto un tempo. La Schlein al contrario eredità un partito strutturato, nel quale è in forte minoranza, costruito sui peggiori vizi del partito di potere: correnti militarizzate nazionali, forti autonomie dei potenti satrapi locali, intrecci trasversali e consociativi molto consolidati.
Conte e Schlein, se vogliono davvero rendere efficaci la loro azione -e aggiungo, se vogliono dal loro diverso punto di partenza lavorare per l’obiettivo di rafforzare il campo- si trovano insomma oggi a dover operare all’interno delle loro formazioni con obiettivi diametralmente opposti: Conte ha la necessità di strutturare un organizzazione che non c’è (ed infatti è quello che ha iniziato a fare); Schlein di ricostruirla passando per una inevitabile destrutturazione dell’esistente.
Oggettivamente il lavoro di Elly Schlein mi sembra più duro, anche perché il lavoro sul Partito deve passare anche per una cancellazione di alcuni gravissimi sbandamenti politici (non è il caso di elencarli) che, almeno dal 2013, hanno di fatto snaturato il progetto per cui il Pd nacque; motivo che portò la stessa Schlein ad un certo punto ad abbandonare il Pd. Ma non mi pare questo l’accentuazione sucui soffermarsi. Il punto -e qui ritorna il parallelismo- è che se il progetto di ricostruzione della Sinistra vuole contare sulla novità proposta da questi protagonisti, non potrà che passare per la costruzione di due inediti soggetti politici: né il M5S, né il Pd potranno più rappresentare la continuità con ciò che erano ancora nel recente passato. Questa mi pare la sfida per arrivare ad incrociare percorsi sinora paralleli.
Chiudo con un’ultima considerazione. Io credo che se anche l’impegno che auspico venisse portato a compimento -ognuno per la sua parte e in un tempo che dovrà ragionevolmente essere non eccessivamente lungo- la ricostruzione di una Sinistra che ritorni a parlare ad una parte significativa della società, che riporti fuori dall’abulia e dal disincanto soprattutto quelle parti sociali che sono il suo tradizionale riferimento e che oggi disertano in massa le urne anche in appuntamenti decisivi, avrà bisogno anche di molto altro.
Per questo mi pare significativa ed emblematica la foto della manifestazione di Firenze in cui il Segretario della Cgil sembra giocare il ruolo del “collante”, indispensabile, di una possibile stagione di unità. Per questo mi pare importante che questo possibile processo venga agevolato dal fiorire di tante iniziative, nel territorio, che ripropongano le idee forza della sinistra, promuovano un confronto serio intorno ad esse, lavorino per unire, fuori da ogni logica dei partitini con le loro piccole rendite di posizione. Nel nostro piccolo è l’impegno che i compagni e le compagne -che si sono trovati nella campagna elettorale in una iniziativa comune- e che hanno dato vita qui in Sardegna alla Associazione “Orizzonte Sinistra”, si sono prefissi di portare avanti.”
3 commenti
1 Aladinpensiero
20 Marzo 2023 - 07:37
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=141827
2 Pietro Maurandi
20 Marzo 2023 - 13:02
Sono d’accordo con la sostanza del ragionamento di Pietro Pani. Ovviamente, una volta definito lo schieramento (cioè la collocazione nella Sinistra), emerge il terreno delle posizioni politiche, di medio-lungo e di breve periodo. Io ho ben poca fiducia nel PD come partito di Sinistra, ma le affermazioni della nuova Segretaria mi lasciano ben sperare. Ora occorrono reciproche sollecitazioni per definire un quadro programmatico sul quale lavorare insieme. A cominciare dal tema della pace.
3 Franco Meloni direttore Aladinpensiero
20 Marzo 2023 - 16:21
Elly Schlein piace a una parte del mondo cattolico
Cattolici
in appoggio a Elly Schlein neo segretaria del Partito Democratico
Lettera aperta
“Chiesa dei poveri, Chiesa fuori”: verso l’impegno politico
A 60 anni dal Concilio vaticano II (“la Chiesa dei poveri”) e nel contesto del magistero luminoso di papa Francesco (“la Chiesa fuori”) ci hanno colpito negativamente le dichiarazioni di cattolici noti per l’impegno politico, che trovano controversa la netta scelta socialdemocratica impersonata dall’elezione di Elly Schlein a segretaria del Partito Democratico. Il loro giudizio muove da una considerazione: “gli elettori che hanno lasciato il PD non lo hanno fatto perché il Pd era poco di sinistra, visto che chi è uscito dal partito per andare più a sinistra ha preso l’1,5%”.
Forse, viene data una lettura pessimistica del destino politico della tradizione cattolica italiana e della sua perdita di influenza, frantumato il “compromesso storico” ed esauritasi l’esperienza unitaria, perdurante quanto da tanti non condivisa.
Il nostro invito consiste nel riconsiderare i messaggi essenziali del Concilio e di papa Francesco, i quali valorizzano la Storia di donne e uomini e chiedono di aprirsi al mondo moderno, oggi in piena crisi di valori: crescenti e incombenti nazionalismi, insostenibilità ecologica e sociale, migrazioni, disinteresse verso Politica e decadimento del senso del “bene comune”. Sono questi segni del nostro tempo a cui tutti, particolarmente noi cristiani, siamo chiamati a dare risposte, oggi, in questo momento di crisi, e che investe anche la Chiesa cattolica e addirittura il Cristianesimo nel contesto della turbolenta modernità.
L’attitudine cristiana alla carità e alla solidarietà oggi non basta: è necessario ricostruire con urgenza e sapienza un progetto comune valoriale politico fra l’insieme delle culture progressiste. In questo auspicabile cammino, in cui è centrale il Partito Democratico per le sue origini e le capacità aggregative, esiste un ampio spazio d’azione per cristiane e cristiani che vogliono ispirarsi al Concilio e all’insegnamento di papa Francesco, insieme portatori della profezia di giustizia e pace.
[segue: i firmatari]
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Francesco Domenico Capizzi, già professore di Chirurgia nell’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna
Vincenzo Balzani, professore emerito di Chimica nell’Università di Bologna
Alessandro Albergamo, membro della segreteria provinciale del PD Bologna, attivista per i diritti sociali
Francesco Sansone, professore di Chimica nell’Università di Parma
Sara Accorsi, Consigliera delegata della Città metropolitana di Bologna
Sergio Boschi, chirurgo, Bologna
Giancarlo Savorani, psico-geriatra, Bologna
Giulio Marchesini Reggiani, professore di Medicina interna nell’Università di Bologna
Marco Taddia, già professore di Chimica Analitica nell’Università di Bologna
Luigi Campanella, professore di Chimica dell’ambiente e dei Beni culturali nell’ Università “La Sapienza” di Roma
Giordano Lanzarini, presidente del Comitato Consultivo Misto Socio-sanitario del Distretto pianura ovest (CCMSSD) dell’AUSL di Bologna
Margherita Venturi, professoressa di Chimica nell’Università di Bologna
Renzo Tosi, professore di Filologia, letteratura e tradizione classica nell’Università di Bologna
Giovanna Facilla, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo n. 19, Bologna
Fulvio De Giorgi, professore di Storia dell’educazione nell’Università di Modena e Reggio Emilia
Carmine Marmo, esperto di formazione degli adulti, Bologna
Franco Meloni, già dirigente dell’Università di Cagliari, giornalista.
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Per chi volesse aderire. Inviare mail a: Francesco Domenico Capizzi chirurgia@profcapizzi.it
Referenze: http://smips.org/
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