Quant’è bello delinquere in costa! Dossier Legambiente ‘Mare Monstrum 2009′

28 Giugno 2009
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Red

Un reato ogni 500 metri di costa: in totale 14.544 spalmati sui 7.400 km di litorali nazionali. E a far soffrire il mare italiano ci pensa soprattutto il cemento. Questa la fotografia scattata dal dossier di Legambiente ‘Mare Monstrum 2009′ che racconta le storie dell’assalto alla linea di costa della penisola italiana, presentato a Roma per salutare la partenza della 24/a edizione di Goletta Verde, oggi in Friuli Venezia Giulia, da Grado.
I reati sono in aumento dell’1,6% rispetto al 2007 quando erano 14.315. Cresce anche il numero delle persone denunciate che da 15.756 passa a 16.012 mentre diminuiscono i sequestri che da 4.101 scendono a quota 4.049. In cima alla classifica dell’illegalità costiera ci sono le regioni del sud: con 2.776 infrazioni accertate dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto la Campania guida la classifica, seguono la Sicilia (2.286) e la Puglia (1.577). Si registrano illeciti negli scarichi e nella depurazione: in calo del 5,5%, rimangono ancora molto elevati, con 1.810 infrazioni, 2.141 denunce e arresti (più 8,2%). La Sardegna guida la classifica con 362 infrazioni. In aumento del 10,6% anche la pesca di frodo e quella illegale (da 5.189 a 5.741 reati) con “preoccupanti segnali di infiltrazioni mafiose” (199.896 chili di pesce sequestrato in Sicilia).

COSTE MANGIATE DA CEMENTO, PRIMO NEMICO

Il mare del Bel Paese viene mangiato dal cemento che è “il primo nemico delle coste italiane: dal calcestruzzo illegale o ‘legalizzato’ in Italia si “impasta senza sosta ai danni del mare”. Questo il dato che emerge dal dossier di Legambiente ‘Mare Monstrum’, presentato a Roma in occasione della 24/a edizione di Goletta Verde, che conferma come il cemento sia “divoratore di litorali”. Così, prosegue il rapporto, “tra villette, alberghi e porti turistici sono migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste italiane”: soltanto nel 2009 a causa del mattone selvaggio si sono registrate 3.674 infrazioni, con 1.569 sequestri e 4.697 denunce.
Esempi di abusi sono quelli di Ischia, con 600 demolizioni da effettuare, e quello di Lampedusa, dove non esiste un piano regolatore. Mentre “l’assalto ai nuovi porti” deroga ai piani urbanistici per “un business da milioni di euro” ai danni delle coste. “Abbattere diviene la parola d’ordine - dichiara Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente - per vincere la guerra contro il cemento abusivo che nelle regioni del sud è diventato una vera e propria piaga”. Legambiente ha stilato una top five degli ecomostri da abbattere: l’hotel di Alimuri a Vico Equense (Na), le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (Ag), Palafitta a Falerna (Cz), il villaggio abusivo di Torre Mileto (Fg) e la “collina del disonore” a Pizzo Sella alle porte di Palermo.

DAL LITORALE FLEGREO A CROTONE, LA LISTA DEI CATTIVI

C’é il litorale Domizio-Flegreo e la zona archeologica di Capo Colonna a Crotone: dalla Campania alla Calabria, dal Veneto all’Abruzzo e al Molise, poi Sicilia, Lazio, Toscana e Liguria. Sono queste le bandiere nere 2009 assegnate da Legambiente ai “pirati” che hanno “danneggiato il mare e la costa”.
Ecco la lista dei ‘cattivi’ stilata da Legambiente:
- In Veneto a ‘Volare Venezia’ per il progetto di villaggio turistico su palafitte nel Delta del Po, su scanno Palo, a Porto Tolle: 4-5 punti di ristoro, per la costruzione di un nuovo collegamento mobile a sud e un percorso sospeso sull’acqua verso circa 200 unità abitative poste su palafitte;
- In Abruzzo al comune di Francavilla per il resort sulla spiaggia, ora sotto sequestro della magistratura;
- In Molise, al comune di Termoli per la scelta di costruire un deposito ittico a ridosso delle mura medievali del borgo antico.
- In Calabria, al sindaco di Crotone per il mancato abbattimento degli abusi nell’area archeologica di Capo Colonna, dove 35 manufatti abusivi permangono indisturbati, nonostante una sentenza della Cassazione dopo un iter giudiziario cominciato nel 1995;
- In Sicilia, al comune di Palermo per il mancato abbattimento delle ville abusive costruite dalla mafia negli anni 70 a Pizzo Sella;
- In Campania, la bandiera viene assegnata per la terza volta a Regione, commissario di governo per le Acque, Arpa e diverse amministrazioni comunali e provinciali per la mancata depurazione delle acque del litorale Domizio-flegreo, per “l’ immobilismo e la pessima gestione degli impianti di depurazione campani.” Il cattivo funzionamento riguarda i cinque impianti di Cuma, Foce Regi Lagni, Acerra, Napoli nord e Caserta;
- In Lazio, alla provincia di Latina e al sindaco di Sabaudiaper le aggressioni al lago di Paola;
- In Toscana, al comune di San Vincenzo per la speculazione edilizia nella tenuta di Ripigliano; - In Liguria alla ‘Porto di Imperia spa’ per aver realizzato uno degli approdi più grandi, con oltre 1000 posti barca, una mega speculazione con un danno pesante al territorio costiero e all’ ambiente marino.

1 commento

  • 1 M.P.
    28 Giugno 2009 - 10:38

    Alla Redazione
    Per quanto riguarda le coste italiane, niente di nuovo sotto il sole.
    E le coste sarde?
    “La Sardegna guida la classifica con 362 infrazioni (su scarichi e depurazione)” è gravissimo ma è un po’ poco come notizia:
    DOVE, DI CHE TIPO E GRAVITA’, IN QUALE PERIODO, QUALI PROVVEDIMENTI IN ATTO, QUALI SOLUZIONI PROBABILI, “CHI” HA COMMESSO LE INFRAZIONI, “CHI” NON HA VIGILATO, “CHI” NON HA PROVVEDUTO, “CHI” DEVE PROVVEDERE.
    Si riuscisse a raccogliere questi dati, non sarebbe male e si leggerebbe volentieri.

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