Andrea Pubusa
Oggi inizia la mobilitazione di tre giorni per la pace indetta da Europe for peace - Rete disarmo. Il messaggio è semplice e chiaro. L’invasione russa in Ucraina iniziò il 24 Febbraio 2022. Una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale che chiede giustizia immediata. “Europe for Peace” invita a promuovere mobilitazioni nelle città italiane ed europee a un anno dall’invasione dell’Ucraina per chiedere il cessate il fuoco, il dialogo e i negoziati di pace per costruire un’Europa sicura e pacifica per tutti. La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno!
E’ una piattaforma ampia, che si può sintetizzare nella parola d’ordine “No armi - Trattativa subito“, e in cui tutti i movimenti possono riconoscersi, pur nelle loro specifiche analisi e declinazioni.
A Cagliari la tre giorni è scandita da due manifestazioni. Una in Piazza Costituzione con inizio alle 15 indetta dalla CGIL e con l’adesione dell’ANPI, l’altra domani, promossa da Prepariamo la pace, con la partecipazione di quei movimenti che tutto l’anno hanno preso iniziative contro la guerra, le basi militari e le esercitazioni guerresche in Sardegna. Visti gli obiettivi generali comuni fra le due manifestazioni non c’è contrapposizione, ma continuità. Quindi è bene partecipare ad entrambe o a quella che è più comoda o si preferisce. In fondo si segue l’indicazione del presidente dell’ANPI Pagliarullo, che con la sua abituale ragionevolezza dice: “Siamo vicini a scenari catastrofici, dovremo essere in tanti alle nostre manifestazioni con Europe for Peace del 24/26 febbraio”. Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario generale della Cgil Landini, che invita tutti a partecipare uniti alle manifestazioni perché ” il no alle armi e’ la via della giustizia sociale”. Partecipazione e unità, queste le parole d’ordine.
Proprio per questa impostazione largamente condivisa, sarebbe bene che ognuno per sottolineare l’unità porti alla manifestazione CGIL qualche simbolo o cartello di “Prepariamo la pace“, e a quella del 25, indetta da quest’ultima, qualche fazzoleto dell’ANPI al collo. Come dire, facciamo parte dello stesso popolo contro la guerra.
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