La verità di Mattarella. Le derive incostituzionali delle autonomie

9 Dicembre 2022
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il manifesto
MASSIMO
VILLONE


Mattarella ha detto si
o no all’autonomia
differenziata?A
leggere la stampa si può ri-
manere perplessi. Ma va
riconosciuto che il Presiden-
te ha detto tutta la verità, e
nient’altro che la verità.
Il Ci sono letture dell’auto-
nomia conformi a Costituzio-
ne, letture incostituzionali, e
persino letture eversive. Il pun-
to è che sembra oggi prevalere
una lettura solo in parte ricon-
ducibile alla prima categoria.
Cosi, non c’è dubbio che
l’autonomia differenziata sia
in Costituzione, e quindi sia le-
gittimo attuarla. Ma è altret-
tanto ovvio che sia inserita nel-
la più complessa architettura -
che non può stravolgere - dise-
gnata dal Titolo V, per di più
in un contesto nel quale rima-
ne presidiata l’eguaglianza,
inclusa quella sostanziale di
cui all’art. 3, comma 2. Ha ra-
gione Mattarella quando affer-
ma che la garanzia dei diritti
civili e sociali e le esigenze pe-
requative “non costituiscono
limiti o correttivi alle autono-
mie ma ne sono caratteri pro-
pri”. O quando segnala che le
diseguaglianze tra le persone
e i territori costituiscono le
più gravi fonti di inefficienza
economica”, e ricorda che
l’Europa ci chiede di accelera-
re l’infrastrutturazione del
Paese “colmando i divari, a
partire da quello tra il Nord e
il Meridione”.
Nessun problema da Matta-
rella. Problemi seri, invece, tra
chi lo ascoltava. L’accelerazio-
ne tentata da Calderoli sull’at-
tuazione dell’art 116.3 Cost.
nasce anche dalla stagione con-
gressuale della Lega, dalle tur-
bolenze anti-Salvini e dal ritor-
no alla originaria vocazione se-
La verità di Mattarella
Le derive
incostituzionali ;3
delle autonomie
paratista di “sindacato del
Nord”. Ma la indisponibilità a
una “equa condivisione del ma-
lessere” manifestata a margi-
ne dell’incontro del 2 dicem-
bre tra Calderoli e Zaia ci dice
quanto siano lontani dall’assu-
mere come obiettivo il supera-
mento delle diseguaglianze e
in specie del divario territoria-
le Nord-Sud.
Ridurre diseguaglianze e di-
vari produrrebbe una condivi-
sione “equa”, ma di “malesse-
re”. Dovendosi dunque intende-
re che il “benessere” si perse-
gue negando quella riduzione,
o limitandola al livello mini-
mo indispensabile. A cosa?
Forse a prevenire proteste e tu-
multi. Tra dotto nel divario
Nord-Sud, significa tenere
Lep e perequazione al livello
più basso che consenta al Mez-
zogiorno di sopravvivere, ma
non di crescere e mettersi alla
pari con il resto del paese.
Siamo all’ennesima edizio-
ne della “locomotiva del
Nord”, sulla quale vanno con-
centrate le risorse disponibili
perché è la sola parte del pae-
se che può accelerare per reg-
gere la competizione euro-
pea e globale. Il Sud non può
o non sa farlo. Quindi il diva-
rio Nord-Sud è un male neces-
sario, che va contrastato ma
senza esagerare. Diversamen-
te, si produrrebbe “malesse-
re anche per chi potrebbe
stare meglio .
Ecco una lettura incostitu-
zionale dell’autonomia. Que-
sto ci aiuta a capire perc dai
famigerati “pre-accordi” del
28 febbraio 2018 tra Lombar-
dia (Lega), Veneto (Lega), Emi-
lia-Romagna (Pd) e il governo
08-DIC-2022
da pag. 1- 11
Gentiloni (Pd), sia calata sulle
trattative tra il ministero del-
le autonomie e le regioni una
coltre di silenzio. Tutto pur di
evitare un dibattito pubblico
e senza rete nelle aule parla-
mentari. Tentativo che trova
conferma nell’art. 143 della
legge di bilancio, che nell’im-
probabilissimo termine di po-
chi mesi vorrebbe vedere sta-
biliti Lep e costi standard, da
adottare non con legge ma
con decreto del presidente del
consiglio. Decorso inutilmen-
te il termine , si andrebbe addi-
rittura alla nomina di un com-
missario. In parlamento mai.
Ma si vuole proprio assegnare
a un commissario il compito
di cambiare la faccia del pae-
se, definendo i diritti di deci-
ne di milioni? Non è mera e co-
mune incostituzionalità. È
fantasia eversiva.
Se questi sentimenti agita-
no la platea cui ha parlato Mat-
tarella, non può non preoccu-
pare la proposta di costituzio-
nalizzare la conferenza avan-
zata da Fedriga. Le conferenze
sono un luogo di concertazio-
ne tra esecutivi, in cui le ege-
monie territoriali possono fa-
re danni irreversibili. E quale
significato rimarrebbe per la
rappresentanza parlamentare
dei territori? Anche questa
mossa porta alla ultima margi-
nalizzazione di assemblee elet-
tive già gravemente indebolite
dal taglio dei componenti, da
una pessima legge elettorale
che le priva di rappresentativi-
tà, dalla bassa qualità del ceto
politico.
A quanto pare , si vuole pro-
prio dar ragione a chi conside-
ra il parlamento una inutile
quanto costosa superfetazione
istituzionale. E sarebbe un ve-
ro paradosso se alla fine i “pa-
trioti” fossero gli sfasciacarroz-
ze della “patria”.

 

 

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