Sardegna. A proposito di due articoli sulla subalternità della Sardegna

8 Dicembre 2022
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Andrea Pubusa

In questi giorni sono stati pubblicati due interessanti post sulla subalternità della Sardegna. Uno di Nicolò Migheli sul sito della Scuola F. Cocco, e l’altro di Vincenzo Carlo Monaco. Il primo sottolinea il fondamento anticostuzionale della fusione perfetta del 1847. La soppressione del Regno di Sardegna sarebbe frutto di un vero e proprio colpo di Stato dei Savoia in combutta coi più importanti politici sardi. Non furono convocati gli stamenti ne’ laReale udienza. Per di più, in forza dei trattati internazionali di cessione della Sardegna ai Savoia, le leggi fondamentali in quanto pattizie non erano modificabili da alcuno degli stipulanti e tantomeno dal beneficiario Savoia, divenuto re di Sardegna, proprio grzie a quella cessione.
Tutto corretto. L’unica osservazione da fare è che il colpo di Stato e’ da retrodatare al 1796 quando il vicere’ revoco’ la nomina ad Alternos di Giommaria Angioy e mise una taglia sul suo capo. Angioy non marciava su Cagliari per abbattere il Regno nè voleva instaurare la repubblica, chiedeva un “abboccamento”, una trattativa per l’abolizione e il riscatto a giusto prezzo dei feudi e per restaurare la vigenza sostanziale delle leggi fondamentali nei rapporti fra Regno di Sardegna e re. Questo è il punto Angioy non chiedeva concessioni graziose come con le cc.dd. 5 domande del 1794, pretedenvea una trattativa da pari a pari per ridefinire i rapporti fra Regnum e re secondo la Costituzione. E il re fa saltare il banco! Lì inizia la fusione perfetta. Gli Stamenti non vengono piu’ riuniti, sulla Sardegna cala una cappa accentratrice, i gruppi dirigenti sardi assecondano la svolta dei Savoia contrattando cariche e prebende. Chi si oppone viene condannato al capestro, come Salvatore Cadeddu nel 1812 (Palabanda) o nel 1802 Cillocco e Sanna Corda per la fallita invasione della Gallura dalla Corsica.
Ha ragione Monaco fu precisamente autocastrazione dei sardi. Lo ha sempre detto Lussu, che proprio per questo ha parlato dei sardi come “nazione mancata“. E la partita fu giocata e persa nel 1796; nel 1847 ci fu solo una formalizzazione di un fatto gia’ accaduto. Il secondo episodio avvenne col movimento combattentistico e socialista nel primo gopoguerra. Lussu per questa acquisita consapevolezza dei sardi nelle trincee e nelle miniere dice che il popolo sardo ha fatto allora, come soggetto politico, la sua comparsa nella storia. Ma poi ci fu il secondo colpo di Stato, quello di Vittorio Emanuele III, dopo quello del 1796, ed - ben vedere - ci fu un secondo fascismo. E i sardi, dopo tutto questo, hanno votato per i Savoia al referendum istituzionale del 1946!
Poi ci fu la Resistenza e l’Assemblea costituente. Ci ha dato la Repubblica, le Regioni e gli Statuti speciali. Non è poco, ma ha avuto uno sviluppo moderato ad egemonia democristiana.
Di tutto questo ho scritto nei mio ultimo libro “Da Angioy a Lussu: un sentimento che in Sardegna attraversa il tempo: l’autogoverno” e in quelli precedenti su Palabanda e Angioy, la nazione mancata, tutti Arkadia ed. Sia ben chiaro…non e’ un messaggio pubblicitario! Solo un invito alla lettura per il piacere dell’approfondimento e del cnfronto.

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