Enrico Lai - Rifondazione comunista - Unione popolare
Il risultato elettorale ci consegna un quadro politico molto articolato che deve indurre a una profonda riflessione. L’elemento pregnante risulta essere l’astensionismo galoppante che ha assunto dei connotati straordinari soprattutto nel sud Italia e in particolar modo in Sardegna (seconda regione per astensionismo) in cui sostanzialmente è andato a votare il 50% degli aventi diritto. Estrinseca questo dato con chiarezza la netta cesura tra domanda di cambiamento e risposta politica “mainstream” non all’altezza dei tempi perché inserita sempre nel solco del neoliberismo e non attenta ai bisogni degli ultimi. I tempi strettissimi, derivanti dallo scioglimento anticipato delle camere da parte del Presidente della Repubblica, hanno fatto in modo che anche Unione Popolare oscurata mediaticamente faticasse non poco per essere presente in tutto il Paese, di fatto sancendo la riduzione dello spazio democratico della rappresentanza politica. La sconfitta di un nuovo modello sociale e politico antiliberista è evidente da anni e di questo bisognerà quantomeno averne la consapevolezza, soprattutto noi a sinistra, per poter contestualizzare degnamente e correttamente un risultato elettorale. Ha vinto il “partito” delle privatizzazioni, della deregolamentazione del mondo del lavoro e dell’economia di guerra. L’ambito in cui si muove la sinistra è fortemente deficitario nel cogliere quella richiesta di cambiamento o per lo meno avere una forza politica tale per porre in luce le contraddizioni del modello liberista dominante. Il che non significa che l’insistere con caparbietà nell’aprire uno spazio politico alternativo all’esistente debba essere messo alla berlina, bensì rilanciato con più forza, attenzione e cura. Il risultato di Unione Popolare non è assolutamente positivo ed è necessario rifuggire da discorsi autoassolutori. I risultati migliori, nonchè la stessa presentazione al voto con la raccolta delle firme, sono avvenuti dove c’è radicamento politico territoriale. Quindi strutture riconosciute, dove sono avvenute delle pratiche sociali e battaglie politiche tangibili. Per questo è indispensabile continuare a investire organizzativamente e politicamente in Rifondazione Comunista in quanto possa essere quel “lievito” per la costruzione di una sinistra degna di questo nome. In ragione di ciò non può non andare un grande ringraziamento alle compagne e ai compagni militanti e candidate/i per il lavoro svolto. Senza il loro apporto non sarebbe stato possibile marcare uno spazio politico necessario e indispensabile nel vuoto di proposta politica. Ritengo che Unione Popolare debba continuare nel suo percorso, in paricolar modo nel suo intimo senso unitario e di collocazione politica, senza attestazioni di paternità o di proprietà. Nella consapevolezza che non può essere uno steccato chiuso, definito, immutabile e respingente a nuove istanze.
1 commento
1 Aladinpensiero
28 Settembre 2022 - 22:22
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