Andrea Pubusa
Le costituzioni hanno una superba pretesa: quella di durare nel tempo, di disporre per le generazioni future. Per questo sono state inventate procedure aggravate per renderne difficile la modifica. E tuttavia spesso quasi all”improvviso mutano senza neanche revisione formale. La fiducia delle Camere al governo fu introdotta nella seconda meta’ dell’800 per via consuetudinaria sottraendo il potere al re in favore del parlamento; oggi si verifica un processo opposto col presidente della Repubblica che nomina il capo dell’esecutivo sulla base di un indirizzo proprio, mutuato da vari soggetti per lo piu’ sulla base di imput internazionali, fedelta’ atlantica, subalternita’ Usa, ostilita’ alla Russia ecc.
Le costituzioni sono leggi politiche, sanciscono i diritti fondamentali, regolano i rapporti fra organi costituzionali e fra organi statali e periferici, ecco perche’ ne seguono le dinamiche. Data la loro natura di leggi politiche, le norme costituzionali seguono il variare del ruolo dei protagonisti della vicenda politica e i loro immancabili riflessi istituzionali. La debolezza del parlamento e’ conseguenza della scomparsa dei partiti, della loro riduzione a consorterie, come nell’800 prima della nascita dei grandi partiti di massa. Lo sbricciolamento del sistema dei partiti e’ testimoniato in modo clamoroso dalla crisi del governo Draghi e da questa prima parte del processo elettorale dedicato alla preparazione delle liste. Anche Draghi ha contribuito fortemento al depotenziamento del parlamento, come ha segnalato Conte in uno dei suoi 9 punti.
I rimedi? Ogni polo li affida alla propria vittoria. Ma per le forze democratiche questo non basta. La difesa della Costituzione sul piano sostanziale presuppone un processo di rifondazione dei partiti, perche’ la nostra Carta si fonda su di essi. La Resistenza fu opera di masse guidate da partiti fortemente organizzati e radicati nella societa’, nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro. Il loro venir meno fa cadere l’impianto. Non a caso il presidenzialismo di fatto gia’ esiste come hanno mostrato Napolitano e Mattareĺla nella soluzione delle ultime crisi di governo. La destra puo’ solo dargli veste formale. Per batterlo non basta prendere piu’ voti della destra, ci vuole anche altro: occorre ripristinare la democrazia dei partiti, la partecipazione dei cittadini alla politica nazionale. Nello schema costituzionale attraverso i partiti i cittadini concorrono a determinate l’indirizzo politico. Ma, a vedere lo spettacolo poco decente della formazione e presentazione delle liste, sembriamo lontani. Tra l’altro una delle forze, il PD, che dice di voler difendere la Carta e’ anche una di quelle che l’ha attaccata piu’ a fondo. Nel 2016 il Pd fu l’avversario del Comitato per il No, col quale si schiero’ invece il M5S e le forze minori della sinistra. Sul PD su questa questione molto delicata e pregiudiziale c’e’ da fare poco affidamento. Napolitano e Mattarella, che sono artefici non secondari dello stravolgimento della forma di governo sono del Pd. Insomma la prospettiva costituzionale e’ insicura, molto incerta anche votando PD. Occorre una forte mobilitazione popolare, dal basso.per il ritorno alla Costituzione.
1 commento
1 Aladinpensiero
19 Agosto 2022 - 09:27
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