Diego Uccheddu
Uno studente sardo, prossimo architetto, da Firenze c’invia questa opinione che volentieri pubblichiamo.
Sono uno studente Sardo “Laureando” della facolta’ di architettura di FIrenze, ho letto dell’idea maturata all’interno dell’URBAN CENTER a Cagliari sul fatto di creare un campus universitario a S. Elia al posto del Betile…Mi chiedo, come mai a Cagliari non si riesca mai a fare le cose come vanno fatte? Non trovo un colpo di genio eliminare un progetto come quello del Betile, non per il semplice fatto che sia di un noto architetto, ma perché credo sia molto interessante come opera architettonica, oltre che utile per il significato storico che puo’ avere un museo di arte nuragica e moderna insieme…Eliminarlo appunto per far largo a cosa?….a un campus universitario….con tanto di alloggi ecc? Per quanto mi riguarda è un’idea un po’ faziosa e quantomento inutile visto che in città ci sono aree e soprattutto edifici, vedi le caserme (inutili quanto inutilizzate) che sarebbero perfette per ospitare un un campus universitario.
Questo è il mio modesto parere, ma vorrei tanto che prima di proporre delle idee ci si confrontasse parecchio e si discutesse a fando sulle reali motivazioni che ci spingono a fare delle scelte importanti come queste. Fare Architettura vuol dire fare un bene sociale e non degli slogan o delle trovate un po’ forzatamente pubblicitarie.
Un saluto
19 commenti
1 Sergio Ravaioli
19 Giugno 2009 - 17:11
Ho partecipato a diverse riunioni (non a tutte) del comitato promotore dell’Urban Center ed in nessuna di esse si è minimamente accennato al Campus da ubicare a sant’Elia, altrimenti non avrei avuto remore a criticare la proposta anche più duramente di lei: più che di una proposta si tratta di una sciocchezza.
E’ quindi da attribuirsi ai tre studenti che l’hanno presentata, anche se non nascondo che trovo scorretto presentare, sia pure a prorpio nome, una proposta estemporanea all’interno di una iniziativa pubblica che coinvolge professionisti che di urbanistica si sono occupati per decenni stando sempre attenti a non dire sciocchezze, oltre che a non avallare speculazioni dannose per la città.
2 antonello gregorini
19 Giugno 2009 - 22:39
La proposta nel discorso sviluppato dagli studenti dell’Urban Center é seguita ad un articolato discorso di confronto fra Cagliari e altre città universitarie.
Non aveva la pretesa di essere “progetto”, semplicemente voleva significare che ben altra ospitalità meriterebbe la “conoscenza” in questa città dove, ricordo, l’università é stata spedita nella sub urbe di Monserrato.
I tre studenti hanno detto chiaramente che un Campus in quel sito sarebbe integrativo di quello cosiddetto diffuso all’interno del centro storico, tutto da progettare.
La piana di Santelia ha più caratteristiche allo scopo interessanti:
1. E’ posizionata in una zona da riqualificare.
2. Abbastanza centrale.
3. Sta fra il mare, luogo di intrattenimento ludico e sportivo, e la città.
4. E’ contigua ai migliori impianti sportivi spesso sottoutilizzati.
5. E’ contigua a un quartiere che avrebbe un forte bisogno di integrazione con il resto della città e a cui la presenza vicina degli studenti darebbe nuova vitalità positiva.
Perché criticare tanto beceramente? Se ne può discutere con serenità.
3 Andrea De Guio
19 Giugno 2009 - 22:56
Vorrei semplicemente commentare esprimendo il mio disappunto. Mi spiace che il collega di Firenze non abbia compreso il significato dell’intervento, e mi pare particolarmente fuori luogo il commento di Ravaioli che nonostante abbia seguito la conferenza pare non abbia capito assolutamente nulla. Nessuno ha parlato di betile nessuno ha parlato di proposte progettuali, si è solo parlato di uno spazio inutilizzato e del suo confronto con la città di Valencia. Per quanto riguarda l’attribuzione ai 3 studenti, tra cui ovviamente mi trovo, vorrei ricordare al signor Ravaioli che probabilmente dovrebbe essere più attento a quello che viene detto piuttosto a quello che si vorrebbe sentire. Notevole esempio di chi è pronto a prendere solo il buono da quello che viene fatto ed è pronto a lavarsi le mani da ciò che viene criticato, anche se si tratta di critiche di chi è totalmente all’oscuro dei fatti. Tutto questo atteggiamento mi disgusta personalmente ma penso che l’Urban Center non prenderà in considerazione questi atteggiamenti fuori luogo, e personalmente accetto solo le critiche di chi ascolta e non di chi si rifugia in critiche contro chi teoricamente può meglio svolgere il ruolo di capro espiatorio. Saluto il collega di Firenze e ne approfitto per dirgli che mi piacerebbe spiegarti bene cosa è stato detto alla conferenza. Non esprimo altre parole nei riguardi del signor Ravaioli.
4 Andrea De Guio
19 Giugno 2009 - 23:12
In ogni caso caro Diego non so come ti sia stata presentata, ma un discorso sul Betile su cui mi trovi abbastanza d’accordo non capisco proprio in che modo possa essere associato alla nostra indagine. Ti spiego abbiamo analizzato la realtà architettonica di Cagliari e dopo dei sondaggi abbiamo tratto delle conclusioni sul modo in cui noi giovani cagliaritani viviamo l’Università. Sono stati presi gli esempi notevoli da noi conosciuti per esperienze personali di Valencia e Bristol ed è stata fatta l’ipotesi di una realtà di Università integrata con la città, quindi realizzando una città a misura di studente, ispirandoci a questi due modelli. Quindi riguardo al campus ispirato a Valencia, proprio per mantenere il nostro concetto come tale, abbiamo escluso ogni riferimento a progetti proposti o discussi già tantissime volte, e abbiamo semplicemente fatto notare un’area totalmente inutilizzata, da valorizzare, che come localizzazione geografica è assimilabile all’esempio di Valencia. La cosa che più vorrei far notare, è che la zona evidenziata è la zona dei parcheggi dello stadio, immensa ed inutile, e quindi non capisco come possa essere associata alla zona interessata dal progetto del Betile. Spero di essere stato chiaro nello spiegarti la nostra idea e il nostro motivo di quell’esempio e di poterne discutere ancora con te. Grazie dell’interessamento, un saluto
5 Sergio Ravaioli
20 Giugno 2009 - 12:25
Egregio signor De Guio,
La invito ad essere minimamente educato, evitando toni da bettola (… non ha capito niente, provo disgusto) ai quali non sono abituato e dai quali, francamente, non immaginavo minimamente dovermi difendere occupandomi di Urban Center. Girarla in rissa per evitare di argomentare è pratica ormai abusata per sperare che possa funzionare, anche al nostro modesto livello.
A non aver capito niente dobbiamo essere stati in molti se anche il signor Uccheddu, che sta a Firenze, ha avuto notizia che l’Urban Center ha proposto il campus universitario a S.Elia. Ed avranno capito male anche le migliaia di Sardi che ogni giorno leggono “il Sardegna – Eopolis” il quale pure ha capito che il campus a S.Elia era una proposta dell’Urban Center.
Del resto come supporre che in un’iniziativa importante, alla presenza di varie importanti personalità, su un tema importante del quale si dibatte da decenni, l’Urban Center si presenti con una proposta urbanistica estemporanea che non è stata preventivamente discussa e vagliata?.
Nel merito del campus ci sarebbe moltissimo da dire (tutto già detto), ma qui non ci voglio entrare: a me importa, anche per le prospettive dell’Urban Center che potrebbe essere una risorsa importante, rendere noto a tutti (alle migliaia di lettori e non solo ai 50 presenti alla riunione) che quella proposta è frutto delle elaborazioni del signor De Guio e non so di chi altro, ma non dell’Urban Center di Cagliari.
Il quale Urban Center mi auguro che adotti al suo interno un diverso stile di discussione e di verifica delle idee che ciascuno di noi può avere, prima di farne oggetto di relazioni d’apertura in incontri importanti.
P.S. “…esempio di chi è pronto a prendere solo il buono da quello che viene fatto”. Quale sarebbe, di grazia, il buono che vorrei prendermi ???
6 Carlo
20 Giugno 2009 - 12:37
della serie “Dilettanti allo sbaraglio”.
7 Andrea De Guio
20 Giugno 2009 - 14:44
Egregio signor Ravaioli, mi trovo a rispondere con toni accesi ad un atteggiamento ineducato del suo primo intervento. Sinceramente penso che questa discussione potrebbe durare decenni, e penso che la sua persona si sia permessa di varcare il limite già da troppo tempo. Ho chiarito il tema della presentazione, spero sia stato recepito e che si evitino ancora polemiche inutili di questo genere. Avrebbe fatto piacere a tutti sentire il suo parere sull’argomento durante il dibattito, in modo da chiarire immediatamente i concetti non compresi. Purtroppo lei ha optato per una politica del silenzio nella giusta sede e ha preferito parlare in questo modo. Questa cosa mi dispiace ma accetto la sua critica e spero che sia chiarito il vero senso della presentazione. Grazie e a presto
8 Roberta
20 Giugno 2009 - 15:03
Un proverbio Algherese (non mi azzardo con la grafia originale) recita:
Chi si corica con i bambini si alza pisciato!
Impari, Ravaioli.
9 Martina
20 Giugno 2009 - 15:41
conoscendo il contenuto della presentazione mi pare chiaro l’ intento dei tre giovani e quindi dell ‘ Urban Center. Certamente il contenuto è stato vittima di fraintendimenti, evidentemente strumentalizzati dal Signor Ravaioli per farsi politica e forse anche un po di pubblicità gratuita a discapito di chi intendeva questa presentazione come una semplice analisi e confronto con altre realtà. auguro un buon lavoro a tutti
10 Marco Nurchi
20 Giugno 2009 - 16:15
Sinceramente penso che questo tipo di polemiche siano totalmente fuori luogo, e mi è parso che i tre ragazzi abbiano promosso al meglio l’idea dell’urban center. Il signor Ravaioli si fa solo cattiva pubblicità, sembrando l’unico a non essere soddisfatto dell’elaborato presentato. Ne approfitto per inoltrare un in bocca al lupo ai tre ragazzi…
11 Federico
20 Giugno 2009 - 16:38
Pure io sono convinto che il signor Ravaioli avrebbe potuto esporre liberamente le proprie perplessità durante il dibattito anzichè nascondersi dietro a una tastiera. Adesso, a posteriori, chiunque può raccontare la “propria” realtà e venderla per buona. Siccome questo sito si chiama Democrazia oggi nessuno può imporre a questo signore il silenzio. Però in certi casi vale il detto: “se qualcuno ha qualcosa da dire, parli ora o taccia per sempre”. E il signor Ravaioli non mi pare abbia parlato quando avrebbe dovuto farlo.
12 Lorenzo
20 Giugno 2009 - 16:46
Salve,
mi pare che la discussione, dai toni forse più accesi del dovuto, nasca semplicemente da un qui pro quo di facile risoluzione.
Il gruppo di ragazzi dell’Urban Center ha espresso, dopo le analisi già citate, un modesto parere sul riutilizzo di una zona effettivamente sottovalutata e dalle grandi risorse.
Sviluppando le basi per un indirizzo progettuale, forte delle esperienze già maturate in anni di studio del luogo, ha portato avanti un’idea che non si scontra, non contraddice le soluzioni nate dalla collaborazione con personaggi di grande calibro.
Inviterei pertanto le parti in causa all’umiltà e a un proficuo esame di quanto detto nelle varie sedi, in previsione dei miglioramenti per i quali tutti noi ci confrontiamo.
Saluti
13 Andrea Deidda
20 Giugno 2009 - 17:59
Intervengo di seguito perché mi sembra sia opportuno, anzi necessario, fare chiarezza riguardo ciò che si è detto al primo incontro dell’Urban Center, soprattutto per chiarire quanto riportato in alcuni titoli di giornale.
Assieme ai due colleghi Stefano Gregorini e Andrea De Guio ho presentato una relazione dal titolo “Cagliari città universitaria europea: analogie e confronti, la società degli studenti”. La nostra analisi, il cui punto di vista è quello di studenti che studiano a Cagliari ma hanno avuto modo di conoscere anche altre realtà europee, si è focalizzata sul modo in cui gli studenti dell’ateneo cagliaritano vivono l’Università. Dunque siamo partiti dando uno sguardo d’insieme alla disposizione sul territorio delle strutture universitarie quali edifici per lo studio, mense e case dello studente. Constatato il dato di fatto, ci siamo chiesti se la presente collocazione giovasse agli studenti che frequentano Cagliari.
Dunque abbiamo proseguito la nostra analisi attraverso un’indagine, durata circa dieci giorni ed effettuata tramite internet. Raccogliendo il parere di circa 300 studenti, campione minuscolo confronto ai circa 40.000 che studiano a Cagliari, ci siamo serviti delle loro risposte per fare e approfondire determinate considerazioni. Dallo studio è emerso nel mondo accademico serpeggia malcontento. “Sei soddisfatto delle strutture universitarie (mense, spazi sportivi)? Risposta: 219 no (78%), 63 sì (22%). Agli studenti si è chiesto poi di indicare i servizi più carenti dell’Università: in cima i trasporti (46%), a seguire gli spazi di aggregazione (28%), le agevolazioni fiscali (17,5%), la mensa (8,5%). Infine la domanda: “Credi sia meglio un campus integrato oppure un complesso a sè stante”? Le risposte: il 78% opta per il campus diffuso, il 22% sceglie il complesso a sè stante. Gli studenti del piccolissimo campione preferirebbero il campus diffuso, quello che dovrebbe coinvolgere i quartieri storici di Castello, Stampace e Marina.
Dopo aver saggiato questi pareri, ci siamo chiesti il perché delle loro risposte, e andando a verificare se effettivamente esistano disagi nel vivere l’università a Cagliari. In questo modo abbiamo presentato alcuni esempi relativi agli spostamenti e all’efficienza dei diversi servizi.
Alla luce di ciò, abbiamo dato uno sguardo aldilà dei confini italiani e ci siamo soffermati su due città che presentano differenti tipologie di sistemazione delle strutture universitarie: Bristol e Valencia. L’una caratterizzata da un’università diffusa nel centro storico, l’altra per la concentrazione delle strutture in un punto della città ma comunque integrate al centro cittadino.
A conclusione del nostro intervento non abbiamo voluto dare risposte certe o esclusive ma abbiamo semplicemente posto alcuni interrogativi: perché non guardare a Valencia e riqualificare una zona degradata come Sant’Elia con un Campus che sia integrato al centro città? Oppure, perché non orientare la vista verso Bristol e rivitalizzare così quartieri come la Marina o Castello? O ancora, perché non pensare a un sistema che conciliasse entrambi i modelli?
Questo in sintesi è il contenuto del nostro lavoro. Lo scopo era quello di gettare un sasso nello stagno, una provocazione per suscitare il dibattito tra esperti e meno esperti, tra chi ragiona sulla città universitaria e la studia e chi la vive. Coloro che erano presenti venerdì a Palazzo Siotto hanno assistito a quanto sopra descritto. Ora, chi ha accennato tra noi al termine Betile? Chi ha detto “facciamo il campus al posto del Betile”? parole di alcuni giornali , che chiunque può trovare nella rassegna stampa del nostro sito, ma che nessuno di noi ha certamente pronunciato.
Invito a dare uno sguardo alla nostra relazione su http://www.urbancenter.euhttp://urbancenter.eu/?p=251
14 antonello gregorini
20 Giugno 2009 - 19:23
Leggo con dispiacere che la polemica non si placca. Quale Presidente pro tempore del Comitato pro Urban Center sono responsabile di ogni cosa detta dall’amico Andrea De Guio, avendo valutato, ante e bene, ogni implicazione che la medesima avrebbe comportato.
A questo punto mi sottraggo però dall’oziosa discussione, sul nulla, e tra breve invieremo alla redazione di questo sito le slides di supporto all’intervento.
Continuo a ritenere che la “provocazione”, “proposta”, “sogno”, o come la si vuol chiamare, di un Campus inserito in una delle zone di maggior pregio della città non é per niente stupida … anzi, é stata molto apprezzata da diversi professionisti che, evidentemente ne hanno compreso il senso culturale e politico che, evidentemente ad altri sfugge.
Tra i vari interventi al convegno vi é stato quello del Professor Marco Cadinu il quale ha evidenziato che siffatte funzionalità e cubature potrebbero essere reperite tra quelle del patrimonio delle servitù militari dismesse. Anche questa a me pare un’interessante proposta, da prendere seriamente in considerazione ma, vedo, che ai più é sfuggita.
15 Aldo Vanini
21 Giugno 2009 - 02:21
Non intervengo con piacere in una polemica iniziata male e che rischia di finire peggio. Lo faccio solo perché, avendo moderato l’iniziativa, credo di poter contribuire a chiarirne con più esattezza i contorni e i contenuti.
Come sempre più spesso capita, ci si é lanciati a capofitto nell’esprimere giudizi riferendosi a mezzo trafiletto di giornale, con tutti i suoi limiti e tutte le sue imprecisioni.
Il Comitato pro Urban Center nasce con lo scopo di allargare il ventaglio delle opinioni relativamente a temi critici per la città di Cagliari e per la sua area vasta, evitando la diffusa e sterile pratica di posizioni pregiudiziali di schieramento, ma cercando, al contrario di coinvolgere anche posizioni antagoniste e discordanti, cercando momenti di sintesi istituzionali, quale sia il colore delle amministrazioni di volta in volta coinvolte.
Ancora di più sta a cuore all’Urban Center riaccendere la voglia di dibattere nelle generazioni che si troveranno a proporre, governare o semplicemente abitare la città nei prossimi decenni.
In questa chiave é da leggere la proposta per la residenza universitaria avanzata, insieme al sondaggio, dai tre studenti impegnati nell’Urban Center. Proposta da me chiaramente presentata, durante l’iniziativa, come una esercitazione, come un ragionamento degli studenti, che non richiedeva né condivisione né superficiali valutazioni, né da parte mia né da parte di altri. Una semplice ipotesi appena accennata, per sottolineare che la complessità del problema può offrire un ventaglio di soluzioni altrettanto ampio e complesso. E in questa luce mi pare sia stato colto, con molta lungimiranza, da tutti gli autorevoli intervenuti.
Facendo parte del gruppo Herzog e deMeuron che ha partecipato al concorso internazionale per il Betile, e che per questo ha avuto una menzione speciale, e come progettista della proposta comunale per la sistemazione dell’area di via Schiavazzi, mi appare sinceramente superficiale accostare il Betile alla proposta degli studenti, che era un semplice rendering, senza pretese progettuali. Chiunque conosca il progetto per il Betile sa bene che le due aree sono be distinte tra loro e che non esistono interferenze né alternative tra le due. Per cui, per favore, prima di esprimere giudizi tranchant sull’operato altrui ci si chieda se si dispone di tutti gli elementi di giudizio e la necessaria conoscenza dei problemi in questione.
Mi pare, al contrario, che dal dibattito siano emerse ben più interessanti prospettive di collaborazione istituzionale per la ripresa dellesoluzioni a un problema complesso e a grave rischio, ad oggi, di veti incrociati.
Spero che questo basti a chiarire la questione e a far rientrare una polemica che ha poche ragioni per essere portata avanti…
P.S.: Segnalo il pericolo di svegliarsi ‘pisciati’ non solo andando a letto con i bambini, ma anche con vecchi incontinenti…
16 Sergio Ravaioli
21 Giugno 2009 - 18:03
Grazie alla segnalazione da Firenze del prossimo architetto Diego Uccheddu ed al dibattito sviluppatosi sul sito Democrazia Oggi ho capito meglio di prima cosa è, e cosa sarà, l’Urban Center di Cagliari.
Io speravo che fosse uno strumento per convogliare un po’ di tecnicità e di professionalità nel dibattito urbanistico che si svolge a Cagliari, ovviamente molto intrecciato con la politica (urbs e polis vogliono dire la stessa cosa), anche perché le decisioni – o non decisioni – urbanistiche sono quelle che producono effetti da tutti percepiti sulla qualità della vita.
Ed in effetti nella prima uscita pubblica di giovedì 18 giugno si sono ascoltate considerazioni di alto livello ed anche buoni propositi, da parte di rappresentanti istituzionali, che avrebbero meritato molta maggiore attenzione della proposta del campus a S.Elia.
Nessuno contesta a nessun’altro il diritto di fare le proposte che crede, e viceversa spero cha a nessuno si contesti la facoltà di criticarle. La mia contestazione riguarda non tanto i tre studenti (scripta manent: leggere sopra intervento n.1) quanto il presidente del comitato promotore per l’Urban Center, che credo abbia più elementi dei tre studenti per valutare non solo la qualità della proposta, ma anche l’opportunità di intervenire su un argomento all’ o.d.g. del dibattito urbanistico e politico (casa dello studente / campus nella semoleria) e da lungo tempo oggetto di proposte alternative (ex caserma Monfenera, edifici militari dismessi a Buoncammino, alloggi diffusi nel centro storico) con una proposta estemporanea prorpio nel convegno di presentazione dell’ Urban Center.
Sarebbe bastata la puntualizzazione contenuta nell’intervento n. 15 di Aldo Vanini : “…una esercitazione, un ragionamento degli studenti, che non richiedeva né condivisione né superficiali valutazioni” e così si poteva concludere.
Ed invece no: Antonello Gregorini fa propria la scelta della piana di Sant’Elia, glissa sulla critica da me rivolta alla sua correttezza ed accusa di becerume il sottoscritto. Il dibattito prosegue con il medesimo stile, tecnicità e professionalità: la mia critica ha provocato disgusto, non ho capito nulla, voglio prendermi solo il buono, ho strumentalizzato per farmi politica (?) e pubblicità gratuita.
Grazie, Roberta. Farò tesoro del tuo proverbio.
Scusate il disturbo.
17 admin
22 Giugno 2009 - 03:23
Mi pare che l’Urban Center abbia la finalità di favorire la discussione sui temi importanti riguardanti la città. Dunque, sulla questione Betile vs. Campus ha raggiunto il proprio obiettivo: si discute animatamente. In questo l’Urban Center mostra già una positiva vitalità. Perché allora non stare al tema? Perché andare oltre con considerazioni sugli autori degli interventi del tutto fuorvianti? E’ così difficile discutere animatamente ma civilmente, considerando che ogni opinione è meritevole di rispetto, se non di consenso?
Comunque, sull’Urban Center torneremo nei prossimi giorni in questo sito, perché ogni inziativa voltaa all’incontro e al dibattito sulla polis è importante e positiva. (a.p.).
18 Diego Magnini
26 Giugno 2009 - 10:58
Mi permetto di sottolineare un elemento che l’accendersi della discussione ha fatto precipitare in secondo ordine. Non ho potuto partecipare alla conferenza che sarà stata sicuramente molto interessante e degna di nota, ma per essere affiancata al nome Urban Center sarebbe dovuta essere a mio avviso discussa ed approvata in primo luogo all’interno dello stesso. Se questo non è avvenuto condivido le perplessità del Sig. Ravaioli.
19 Franco Cogotti
26 Giugno 2009 - 17:46
Avendo partecipato alle riunioni preparatorie dell’evento mi preme rimarcare che la volontà degli estensori dell’indagine era soltanto di portare delle nuove vedute su un problema di non facile soluzione, sono state presentate varie soluzioni e non solo i parcheggi del S. Elia come sono state ben illustrate al convegno, è indubbio che tutti noi siamo oberati da tantissimi impegni ma la passione ci porta comunque a ritagliarci degli spazi da dedicare alle attività a cui vogliamo comunque partecipare .
Nelle riunioni preparatorie s’è sviscerato un pò di tutto cercando di dare il meglio di se stessi e giustamente esponendoci alle critiche del giorno dopo, cio presuppone anche la comprensione da parte di chi per vari motivi non ha partecipato alle fasi preparatorie privandoci della capacità critica che esprimerebbe a posteriori, son convinto che una piu’ assidua partecipazione ai “lavori” sarebbe un’arrichimento per tutti ed si eviterebbero delle polemiche e delle prese di posizione certamente non democratiche ed al di fuori dello spirito costruttivo che vogliamo/dobbiamo darci.
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