Quel volpone di Letta mette tutti nel sacco

4 Agosto 2022
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A.P.

Le mosse fini di solito non sono comprese da chi ragiona grossolanamente e segue schemi scontati. Cosi’ e’ oggi per Letta. Lui e’ un’aquila, gli altri volano basso. Tutti vogliono un campo largo per battere le destre. L’assunto e’ lineare, ma banale. Piu’ ampio e’ il fronte, meno difficile e’ prendere un voto in piu’, spuntarla nei coĺlegi uninominali. Ma l’uomo dagli occhi di tigre non pensa in termini quantitativi o meglio pensa che la quantita’ dei voti sia il frutto di una linea politica non di una alleanza composita ed eterogenea. Per cosa vota chi si trova una lista dal PD ai 5S? Vota la guerra o la trattativa? Vuole il riarmo o il suo contrario? Vota un centro moderato, un polo progressista o l’uno e l’altro insieme? E perche’ un elettore moderato dovrebbe essere indotto a votare 5S, SI o altre formazioni di sinistra?
Per Letta meglio essere semplici e chiari. La sua vorrebbe essere una lista moderata di centro che si contrappone alla destra un po’ nostalgica e alla sinistra con propensioni redistributive ed egualitarie.
Il modello? Si parva licet, De Gasperi, che nel ‘48, installandosi al centro, batte la destra fascisteggiante e il Fronte popolare. Letta pensa che Calenda gli dia credibilita’ e lo rafforzi in questa immagine rassicurante per il grosso dell’elettorato. Non si spiega diversamente l’elargizione del 30% dei seggi ad un raggruppamento dalle percentuali piuttosto basse. Il 30% e’ per quanto portera’ non per cio’ che conta oggi.
Insomma, Letta - come De Gsperi - sforbicia le estreme, raccoglie il desiderio di moderazione e stabilita’ e ribalta i pronostici. In questo contesto l’alleanza coi cespugli di centrosinistra e’ dannosa perche’ rende la linea confusa, contraddittoria e poco credibile. Calenda la chiarisce e la rafforza nei suoi aspetti moderati e antisociali. Il diritto di tribuna concesso a Di Maio e altri capicespuglio mostra che costoro possono parlare ma non pretendere d’incidere sulla linea politica generale, che e’ fissata da Letta e Calenda e basta.
C’e’ tuttavia un ma grande grande. Nel ‘48 era in corso una dura battaglia, anzi una guerra, fredda ma vera, fra due sistemi. La Dc non ebbe difficolta’ a polarizzare l’anticomunismo. Oggi non e’ cosi’. Cosa catalizzino Letta e Calenda non si vede. Le pulsioni belliciste non hanno sfondato. Le masse vogliono pace e distensione. Non vogliono pagare le sanzioni pro USA tramite. Zelensky. Vogliono il gas a buon prezzo  per lo sviluppo delle attivita’ produttive, anziche’ gassificatori. La linea di Letta  va in direzione opposta. Sembra esprimere un’opzione  moderata ma e’, essa si’, estremista. Pare non avere impatto elettorale  Vedremo.

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