Andrea Pubusa
Sembra la maledizione di Tutankamon, fatto sta che tutti coloro che stanno conducendo la politica occidentale sulla guerra in Ucraina, uno dopo l’altro, ci stanno lasciando le penne. Macron appiedato, BoJo si è dimesso, ora tocca a Draghi, Biden è ai minimi storici e si prospetta per lui una botta alle elezioni di mezzo termine. Ma sarà veramente una maledizione del tipo di quella del faraone fanciullo o c’è dell’altro, per intenderci la scelleratezza della politica verso la Russia e verso l’Ucraina?
Basta conoscere la storia anche superficialmente per sapere che l’Europa ha avuto i periodi più felici quando ha instaurato con la Russia (prima URSS) un buon rapporto. A capirlo fu un grande presidente americano, Roosevelt, che, in dissenso con molti, anche col sospettoso Churchill, avviò una alleanza con Stalin per battere Hitler, mossa che poi risultò decisiva. E fu la morte del presidente e la successiva rottura di Truman a inaugurare il periodo negativo della guerra fredda.
Ora, i nostri eroi sapete cosa fanno? Da un lato, vogliono il gas russo a basso costo e in abbondanza, ma approvano in pompa magna pacchetti di sanzioni alla Russia e mandano armi contro il loro fonitore di gas? Non vi pare una follia? Putin ha avuto la pazienza di aspettare, ma ora considerando la cobelligeranza degli europei, taglia pian piano il gas. E i nostri eroi? Nessuna preoccupazione, abbassiamo di un punto il consumo del condizionatore e, voilà, tutto è risolto. Anziché dalla autocratica Russia il gas lo prendiamo dai democratici paesi dell’Africa, dall’Egitto, all’Algeria, al Monzambico all’Uganda, e, manco a dirlo, dagli USA. Anziché i comodi gasdotti russi costruiti ad hoc, avremmo navi che portano gas liquido poi da rigassificare, lunghi percorsi. Morale della favola: 40% in più nei costi e grande incertezza sugli approvvigionamenti. Tradotto in soldoni, aumento di tutti i costi, aziende in crisi, disoccupazione dilagante, condizioni di vita della fasce popolari allo stremo. Ma, come è possibile prestare consenso a questa insensatezza? Quale fede occorre nalla bontà di questa politica? Certo, la guerra in Ucraina sconvolge e crea rigetto, ma pian piano aumenta la consapevolezza che quella guerra poteva essere evitata, che i trattati non attuati (Minsk anzitutto) delinevano una strada pacifica di composizione e che la rottura è dovuta anche ad atti incolsulti dei governanti ucraini per assecondare i disegni delle potenze occidentali; per questo perfino nella loro nuova costituzione i governanti ucraini hanno sancito la loro subalternità a Washington, tramite l’adesione alla Nato. Si pretende di mettere missili sul confine di casa, quando gli USA, nel 1962, hanno fatto fare dietro front alle navi sovietiche che li portavano a Cuba, ora miacciano di bombardare l’Iran, e non ammettono che il Messico faccia neanche trattati commerciali con la Cina senza il suo permesso. Una contraddizione ben difficile da spiegare e da capire.
Fatto sta che i cittadini europei nei vari stati sono sempre più contrari all’invio di armi e vogliono una diversa politica sula vicenda. vogliono la trattativa. Forse ricordano lo spirito di Ventotene, che l’Europa è stata creata per instaurare rapporti pacifici e liberi scambi commerciali.
Le sanzioni poi sono autopunitive. Non esportiamo scarpe in Russia! Proclamano i nostri eroi, e migliaia di addetti al settore nell’Italia centrale vedono d’improvviso spalancarrsi le porte della discoccupazione. Esportano quasi tutto il prodotto in Russia! E così via dicendo. Le molte aziende con scambi con la Russia hanno visto d’improvviso interrotti i loro proficui scambi.
Ora Draghi in questa partita ha giocato un ruolo di punta, mandando armi e trascurando i nostri ospedali, infischiandosene, in nome di principi astratti e contraddetti, delle ben più concrete esigenze e intuizioni popolari, che ritengono ingiustificati i loro sacrifici, che ritengono possibile un’altra politica.
Bene ha fatto Conte a rompere questa spirale suicida, bene ha fatto a mettere al centro le esigenze dei ceti popolari, bene ha fatto a rimettere in discussione la politica interna (antipopolare) e quella internazionale (guerrafondaia e autolesionista). Bene ha fatto a tenere duro.
Ora Draghi si dimette. Ad onor del vero non doveva mai essere nominato. Una forzatura di Mattarella lo ha portato a palazzo Chigi, sull’onda di una manovra volta ad azzerare l’esito elettorale. Se Mattarella avesse rimandato Conte alle Camere, dopo la defezione di Renzi, prospettando lo scioglimento delle Camere in caso di esito negativo, Conte avrebbe ottenuto la fiducia da parlamentari preoccupati del loro futuro. il Presidente avrebbe dovuto fare ciò che fa oggi con Draghi: rimandarlo alle Camere. Perché due pesi e due misure? Quale coerenza di Matteralla?
Ora, se non ha successo l’ennesima discutibile manovra el Presidente della Repubblica, che disastro si prospetta? Semplicemente si vota, come si fa negli ordinamenti democratici. E il Presidente della Repubblica dovrà tornare alla Costituzione. Dovrà incaricare di formare il governo il leader della coalizione vincente. E’ la democrazia, bellezze! Sempre meglio dei tanti capi del governo di nomina presidenziale che da Renzi, a Monti, a Letta, e ora a Draghi hanno fatto solo disastri. Peggio di così non si può.
1 commento
1 Aladinpensiero
14 Luglio 2022 - 21:33
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=135305
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