Referendum: perché votare un solo quesito

17 Giugno 2009
13 Commenti


Guido Lanciano

Un lettore ci segnala questa riflessione sul referendum del 21 giugno che volentieri pubblichiamo. E’ interessante perché lega la battaglia contro il personalismo in politica con la necessità di scongiurare un premio di maggioranza che stravolge la rappresentanza, ossia un’accettabile relazione fra voti ricevuti e seggi. E’ interessante perché unisce l’astensionismo attivo alla presenza nel seggio. Coglie, dunque, un aspetto a cui la sinistra ha sempre tenuto: evitare di disertare il seggio, se è possibile andarci per fare qualcosa di utile. Qui si indica un mix di astensione attiva e voto utile. O è meglio semplicemente disertare il seggio e andare al mare? Che ne dite?

Perché andrò a votare il referendum del 21 Giugno chiedendo 1 sola scheda.
Molti mi hanno chiesto di spiegare i quesiti del referendum del 21 giugno, provo a dare qualche idea chiarendo subito che io andrò a votare chiedendo solo 1 scheda.
In questi giorni stanno uscendo molte lettere che spiegano questa mia stesa idea, e molti solo ora si accorgono che il 21 Giugno a chi si presenterà al seggio verranno date 3 diverse schede.
Provo a indicare alcuni punti:
I quesiti sono 3 di cui 2 con finalità identiche e il terzo con altre finalità
Nessuno dei quesiti “elimina” l’attuale legge elettorale “il cosiddetto porcellum” ed in particolare non ridanno agli elettori le preferenze, chi dice il contrario mente sapendo di mentire.
L’attuale legge elettorale prevede che la coalizione che ha più voti abbia un premio di maggioranza pari al 25% dei seggi. Questo premio viene distribuito tra tutti i partiti della coalizione in proporzione ai voti ricevuti.
Attualmente un Partito per poter avere, da solo, la maggioranza dei seggi in Parlamento deve avere il 35% dei voti e la sua coalizione deve avere avuto la maggioranza dei voti.
Se il Partito maggioritario della coalizione vincente ha meno del 35% dei voti per governare ha necessariamente bisogno dei seggi assegnati ai partiti con lui coalizzati.
I promotori del referendum affermano che questi partiti, essendo indispensabili per governare, pur avendo pochi voti politicamente pesano molto perché hanno un potere di “ricatto”, e rendono il paese “ingovernabile”.
In nome della “governabilità” hanno quindi proposto 2 quesiti identici fra loro per modificare la legge elettorale della camera (1° quesito) e del Senato (2° quesito)
Con questi 2 quesiti si elimina la possibilità di fare coalizioni e, quindi, il premio di maggioranza viene assegnato al partito maggioritario.
Detto più chiaramente se ci fossero tre partiti con il 25% dei voti e un partito col 26% dei voti quest’ultimo avrebbe il 55% dei seggi e governare da solo.
Poiché è probabile che prima delle elezioni si sappia l’intenzione di voto, se un partito ritiene di avere pochi voti in meno di un’altro potrebbe fare un accordo elettorale inserendo nella propria lista, in posizione giusta per essere eletti, alcuni esponenti di altri partiti. A questo punto anche l’altro partito farebbe lo stesso, e così via. Questo gioco all’inserimento in lista potrebbe portare alla fine che ci siano, invece di coalizioni di liste, delle liste di coalizione con la conseguenza che si tornerebbe alla medesima situazioni attuale.
Inoltre poiché al Senato la distribuzione del premio avviene su base regionale la probabilità che in quel ramo del Parlamento non ci sia una maggioranza netta o che ci sia una maggioranza diversa dalla Camera aumenta.
Infine ci potrebbe essere una scissione all’interno del Partito durante la legislatura, pochi deputati potrebbero comunque avere il potere di “ricatto”.
Da quanto detto appare evidente che la “governabilità” non è sicura ma è solo più probabile.
Il quesito a cui siamo chiamati a rispondere, è quindi, secondo me, il seguente: “ Ritieni più importante che ci sia una maggiore probabilità che un solo partito governi, senza il ricatto dei partiti minori, oppure ritieni più pericoloso che un partito con il 26% dei voti abbia la maggioranza assoluta del parlamento e governi da solo?
Io ho sempre risposto che la democrazia debba essere salvaguardata a prescindere dalla “governabilità” opponendomi al maggioritario sin dal suo sorgere, per cui non ho dubbi che far governare un partito che ha contro il 74% dei cittadini è molto, troppo pericoloso , ma lascio a voi di decidere se per ricorrere il”mito” della governabilità possiamo affidarci ad “un sol uomo” chiunque esso sia.
Poiché la legge elettorale prevede che il referendum è valido se partecipa il 50% degli aventi diritto, il modo migliore per non far vincere questi quesiti è quello di NON ritirare le 2 schede di questi quesiti.
Passiamo ora al 3° quesito
Attualmente la legge elettorale prevede circa 26 collegi elettorali sparsi per l’Italia, ed un candidato può essere inserito anche in tutti i collegi elettorali
Tutti i partiti inseriscono i “capi” nella “testa di lista” dei singoli collegi per “attrarre i voti”, poi, gli eletti scelgono un collegio e fanno entrare un altro candidato della propria lista al loro posto negli altri collegi.
Con il referendum si chiede di limitare ad 1 solo collegio la possibilità di candidatura di ciascun candidato.
L’effetto pratico è molto basso, ma l’effetto politico di una scelta come questa è enorme e con piacere leggo sempre più lettere di persone che già ora affermano che ritireranno solo questa scheda.
E’ evidente che questo quesito è contro la politica “personalistica”, contro i “vertici” dei partiti, ed un chiaro segnale per richiedere le preferenze. Già solo per questo sarebbe importante votarla, ma io credo che ci sia qualcosa in più.
Se tanti, tantissimi, cittadini ritireranno solo 1 scheda (questa) si darà con forza l’immagine di un popolo che “pensa”, di un popolo che “capisce” ed è questo l’unico messaggio che noi cittadini possiamo dare a questa classe politica che non ci piace, riprendiamoci il potere democratico che in questi anni i partiti ci hanno tolto.

13 commenti

  • 1 enzo anto pira
    17 Giugno 2009 - 12:15

    Anche io vorrei sapere da questo splendido sito sempre generoso di buoni consigli, cosa facciamo per refer? io non andrei a votare ma non sono sicuro che sia una cosa buona- ma mi piacerebbe confrontarmi- su questo refer imbroglione che dice una cosa che non sarà… che mi dite?

  • 2 antonio nurrai
    17 Giugno 2009 - 12:18

    ma al refer sulle coste contro i vincoli non dovevamo combattere a faccia aperta? non era una questione di principio? e ora ? la ragione del voto sempre? mmmhhh

  • 3 Fabrizio D.
    17 Giugno 2009 - 12:48

    Sono d’accordissimo, anche perché l’esercizio del non voto porterebbe ad un ulteriore indebolimento dell’istituto referendario già agonizzante negli ultimi anni. Raggiungere il 50% almeno sul terzo quesito darebbe certamente un importante segnale sul fatto che il popolo non sia così bue come i nostri politici sono abituati a pensare.

  • 4 Massimo Marini
    17 Giugno 2009 - 12:53

    Condivido totalmente il contenuto di questo intervento, perfetto nella sintesi. Naturalmente rimane il forte dubbio che questa finezza di voto non possa essere recepita dai cittadini elettori, visto che appunto non molti sanno che si vota e cosa, pochi sanno che avranno più di una scheda, quasi nessuno ha capito di cosa stiamo parlando. A mio parere è molto più semplice e rapido promuovere l’astensionismo, rimandando il terzo quesito ad esempio agli statuti interni dei Partiti che vogliamo che ci rappresentino. Sarebbe un tratto distintivo democratico non indifferente e che contribuirebbe al ripristino della credibilità politica dei partiti alternativi al berlusconismo, ma più in generale al vecchio modo di pensare il consenso.

  • 5 admin
    17 Giugno 2009 - 13:29

    Fabrizio D. e Massino Marini colgono nel segno. Noi, per principio, non siamo astensionisti, anche perché ci piace sempre dare un segnale esplicito nelle battaglie che facciamo. Ma ha ragione Marini: l’indicazione di voto data nell’intervento in commento è per un elettorato consapevole. Quindi, molto semplicemente, invitiamo tutti a recarsi al seggio e a votare nel modo suindicato o a non ritirare alcuna scheda. In questo modo si marca un dissenso consapevole rispetto al nucleo centrale del referendum-truffa. Chi non se la sentisse o chi vede la questione diversamente da noi, come Pira e Nurrai, si asterrà. L’effetto pratico sarà lo stesso, ma senza segnalare un dissenso espresso rispetto alla proposta Segni-Guzzetta.
    Sulla questione, comunque, abbiamo già espresso la nostra posizione con un intervento di Gianluca Scroccu, e torneremo sul tema nei prossimi giorni.
    A Nurrai voglio però dire che l’invito all’astensione di Soru e di molti settori del centrosinistra sulla legge c.d. salva-coste (e sulla Statutaria) ha concorso a creare l’abitudine all’astensione, che poi ha massacrato proprio il centrosinistra alle regionali e alle europee. Anche per il referdnum sulle coste si poteva e doveva assumere una condotta attiva, anziché invitare alla pura passività. Quest’ultima, presto o tardi, giova solo alle destre e per questo è estraneo al DNA della sinistra, che, volendo cambiare le cose, non può che farlo con la mobilitazione (a.p.)

  • 6 Sergio Ravaioli
    17 Giugno 2009 - 16:08

    “… Invitiamo tutti a recarsi al seggio e a votare nel modo suindicato o a non ritirare alcuna scheda.”
    La seconda non l’ho capita.
    Admin, potresti spiegarmela meglio ?

  • 7 gianni c
    17 Giugno 2009 - 17:46

    A me sembra che noi del popolo siamo meno idioti di quanto qualcuno a sinistra o destra che sia possa credere, per quanto mi riguarda non mi interessa tanto chi governa, ma come. Siccome in questi anni ho visto troppe scemenze da parte della sinistra, penso quindi che abbiano perso credibilità agli occhi di elettori come posso essere io, non si affronta una campagna elettorale con le critiche, epiteti di vario genere, e altre cose recenti che non vale neanche la pena ricordare. Innanzitutto b isogna mandare via questa casta dirigente e eleggere volti nuovi e giovani che non abbiano faziosità e sopratutto che si ricordino sempre che sono alle nostre dipendenze poichè è lo stato che li paga cioè noi, e che devono lavorare insieme destre e sinistre per il popolo, quindi referendum o non referendum bisogna dire basta al circo che fanno tutti i giorni.
    E ribadisco che non conta chi governa ma come.

  • 8 Giulio
    17 Giugno 2009 - 20:48

    Votare il 3° non cambia nulla. Le liste rimangono bloccate e senza preferenze.

  • 9 antonio nurrai
    18 Giugno 2009 - 10:11

    “non ritirare la scheda “- dice ap;
    e cioè? atensione?
    ma allora caro ap?
    così non si abitua il popolo all’estensione?
    la verità è che non si sa che cosa dire- la sinistra dice chiaramente di on andare a votare in questo caso, contro il refer truffa-
    se vale in questo caso…vale! è uno dei mezzi democratici o no?
    ahhhh dimenticavo che la volta prima c’era soru da battere…ahi ahi
    questa è come la definizione sul rettore delle tre emme- una definzione gentile e sfuggente data sempre da ap che pasticcia e si contraddice…ahi ahi

  • 10 Filippo Cangemi
    18 Giugno 2009 - 16:24

    Vi vorrei porre una mia preoccupazione che nasce dalla consapevolezza di cosa succede in un seggio elettorale. Premetto che anche io vorrei votare solo il terzo quesito, non prendendo quindi la scheda dei primi due quesiti. la mia preoccupazione è la seguente: Ho il dubbio che gli scrutatori per farsi tornare i conti inseriscano delle schede vuote anche per chi ha deciso volutamente di astenersi parzialmente. Questa mia paura potrebbe essere superata se saranno presenti, presso i seggi, tre registri diversi. Su questo non ho trovato conferma , ed è per questo che ancora non ho deciso se andare al seggio.

  • 11 erasmus
    19 Giugno 2009 - 18:29

    Mi rifaccio al commento di F.G., anch’io vorrei ritirare solo la terza scheda, ma ho lo stesso dubbio, ho nota
    to una tendenza al broglio in preoccupante aumento.
    Inoltre, siamo sicuri che poi non trasferiranno i numeri
    raggiunti dalla terza scheda anche alle altre due?

  • 12 santo
    20 Giugno 2009 - 12:43

    Innanzi tutto credo che bisognerebbe riaprire una battaglia sulla questione del 50%, perché non è democratico che l’astensionismo attivo possa sommarsi a quello passivo. Se in questa circostanza ci può essere utile, in altre no! Cioè questo significa di fatto, favorire i no, la conservazione, la scelta del Parlamento. Se si togliesse il vincolo del 50% le persone sarebbero costrette a dire la propria, e i partiti a impegnarsi a promuovere la partecipazione: in tal modo, i no sarebbero no e gli astenuti, astenuti, e peggio per chi ha delegato agli altri la decisione. Per quanto riguarda il terzo referendum non mi sento kmolto motivato… Non trovo così grave che i leader possano candidarsi in più circoscrizioni. Certo era meglio prima quando la possibilità era limitata a tre circoscrizioni. Per un piccolo partito poteva essere utile poter garantire qualche persona che dia maggiore garanzia politica. Pertanto io penso di non recarmi a votare, e di sfruttare, scusate la battuta, la somma astenzioni attive e passive.

  • 13 Anna
    20 Giugno 2009 - 13:49

    Secondo quanto presente nell’art. 104 del DPR 361/1957, il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di annotare proteste o reclami è punito con reclusione e pena. Ciò nonostante, spetta all’elettore pretendere che il presidente del seggio faccia annotare sul verbale il rifiuto di una o più schede.

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