Curdi, un popolo senza Stato tradito dall’Occidente

7 Luglio 2022
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Rosamaria Maggio

Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad una sconcertante svendita del popolo curdo e dei suoi sacrosanti diritti da parte della UE, della Svezia, della Norvegia e della Nato, che si sono piegati, senza fiatare, al diktat di Erdogan di estradare i curdi rifugiati in Svezia e Norvegia in cambio dei sì all’adesione di questi paesi alla Nato. Draghi  poi incontra Erdogan e stipula accordi e contratti, senza minimamente sollevare la questione curda. Manda armi a Zelensky e lascia che i curdi siano bombardati dalla Turchia. E i mitici valori dell’Occidente!
Ecco i precedenti raccapriccianti di questa inaccett
abile violazione dei diritti dei  curdi.

La questione Kurda
Era il 2002 quando a Cagliari organizzammo un convegno sulla Questione Kurda.
In quell’occasione Mehemet Yuksel dell ‘Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia, diceva: ”quando ci ribelliamo alle politiche di repressione e negazione del popolo Kurdo, ci riferiamo anche alla programmata e sistematica eliminazione culturale ed identitaria di un popolo”.
Il popolo kurdo è fra i più antichi al mondo. Il suo riconoscimento ufficiale come identità nazionale in tempi moderni risale al 1920, col Trattato di Sevres tra le forze alleate ed i Turchi Ottomani, con il quale si  sanciva la realizzazione di uno Stato Kurdo. Il Trattato fu firmato e non ratificato. Esso fu sostituito nel 1922/23 dal Trattato di Losanna che fu conseguente alla Conferenza alla quale i Kurdi non poterono partecipare. In quell’occasione la Lega delle Nazioni decise la spartizione del territorio e del popolo Kurdo tra Turchia, Siria, Iraq e Iran. Di questo territorio spettò alla Turchia il 52% del Kurdistan ed il relativo popolo che vi viveva.
La condizione dei Kurdi nei vari paesi è stata sempre difficile ed in Turchia si porta avanti da allora un vero e proprio genocidio.
La Turchia chiede da anni l’adesione alla Unione Europea e la condizione di Stato candidato gli è stata riconosciuta nel 1999, ma questo processo non potrà andare avanti se la Turchia non raggiungerà gli standard di stato di diritto tra cui il riconoscimento e la non oppressione delle minoranze.
Non può dimenticarsi che dal 2002, l’U.E. ha inserito il PKK (il partito dei lavoratori) tra le organizzazioni terroristiche. Anche se la Corte dell’U.E., la Corte di Giustizia del Lussemburgo hanno stabilito nel 2018 che il PKK è stato ingiustamente inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il Pkk è una organizzazione di lavoratori che ha saputo mobilitare il movimento di massa più forte tra i kurdi, promuove la libertà delle donne e si è battuto contro l’ISIS.
L’inserimento del PKK fra le organizzazioni terroristiche ha fornito alla Turchia l’alibi per reprimere l’opposizione.
Il recente baratto tra Erdogan e la Nato affinché non esercitasse il diritto di veto per l’entrata di Svezia e Finlandia nell’Alleanza, è fondata proprio sulla sua lotta contro il PKK e la sua richiesta di estradizione di una trentina di militanti rifugiati in quei paesi. Nonché sull’impegno a non sostenere l’Ypg e il Pyd, organizzazioni kurde siriane.
La vicenda della parlamentare Leyla Zana, detenuta per 10 anni dopo l’arresto avvenuto negli anni 90 per aver pronunciato, da Parlamentare eletta, il suo giuramento in turco ed in Kurdo, ci dice molto su quello che potrà attendere i kurdi eventualmente estradati.
Recep Tayyp Erdogan è in carica dal 2014. Nel 2017 ha indetto un referendum Costituzionale trasformando il sistema da parlamentare a presidenziale. Prima di ciò e quindi, durante i fatti che riguardano Leyla Zana, il presidente era Suleyman Demirel , dal 2000 Ahmet Sezer, dal 2007 fino ad Erdogan, AbdullaH Gul.
Con ciò voglio dire che la vicenda Kurda parte da lontano, con la complicità dei paesi che oggi sono parte della grande e democratica Unione Europea.
Negli anni precedenti alla Presidenza Erdogan, l’Unione Europea viveva un momento di grande attenzione verso il tema dei diritti umani. In quegli anni si sperava in un avanzamento sul piano dei diritti in quanto era stata varata nel 2003 la Costituzione europea, definitivamente abbandonata nel 2009 perché non ratificata da tutti gli stati. Siamo proprio negli anni dell’avvento della Presidenza Erdogan. L’U.E. diventa l’Europa degli interessi economici piuttosto che l’Europa dei diritti.
Il resto è cronaca di questi giorni.

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