Ucraina. C’è stallo. Quale miglior momento per avviare una trattativa?

12 Maggio 2022
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C’è stallo in Ucraina. La Russia avanza, ma non sfonda, l’Ucraina tutto sommato tiene. Una situazione ideale per entrambe per trattare. La Russia può dire di avere ottenuto dei buoni risultati, l’Ucraina di non aver perso. Un compromesso che salvi la faccia o la posizione di entrambi  è possibile. Non a caso nei giorni scorsi c’è stata un’interessante apertura di Zelensky: tornare a prima del 24 febbraio e riconoscere formalmente alla Russia la Crimea, ora contestata. Se guardiamo all’interesse del popolo ucraino questa sembra una buona base, fermo restando che la trattativa deve avere garanzie internazionali forti affinché ne siano assicurati l’equilibrio e poi l’attuazione.
Va respinto il niet a gamba tesa del responsabile della Nato, che, con poco garbo, ha smentito Zelenssky, introducendo nel dibattito il secondo livello di questa guerra, quello degli USA-Inghilterra e Nato, ossia la volontà non tanto di difendere l’Ucraina e assicurarne l’indipendenza, quanto quello di minare l’integrità politica-territoriale della Russia. Ora in questo contesto un’iniziativa forte dell’UE e dell’Italia pare quanto mai opportuna e necessaria. Si può superare lo scontro fra chi vuole mandare armi e chi - giustamente  -  si oppone.  Viene anche messo da parte il dilemma più angoscioso di queste settimane: fino a che punto l’invio di armi sempre più sofisticate e potenti si mantiene nel perimetro dell’aiuto e non diventa cobelligeranza attiva con le terrificanti conseguenze che solo gli irresponsabili non vedono?
Ci sono interessi comuni delle parti in direzione della trattativa. Anzitutto fermare l’insensato massacro e la distruzione dei territori, secondariamente riprire canali commerciali importati, ad esempio il grano ucraino pronto alla partenza, ma anche tanti settori produttivi europei e italiani destinati alla Russia. Ed anche la madre di tutte le questioni, il gas. Perché chiudere quello russo, con forniture affidabili e a basso prezzo, per prender quello liquido USA molto più caro, con gli immancabili e già visibili  rincari. Oppure rincorrere gli inaffidabili tiranelli africani. Certo c’è chi dice che la libertà ben giustifica i sacrifici, ma chi lo dice può cavarsela bene anche in un quadro di aumenti dei prezzi generalizzato e di disoccupazione dilagante, bisogna chiederlo alla povera gente se la pensa allo stesso modo. Insomma, ci sono tutte le condizioni per spingere verso la trattativa, mentre l’opzione contraria è solo carica di rischi e di sofferenze. I primi a pagare sono gli ucraini, su cui si abbattono gli effetti di ben due guerre: una per la loro integrità, l’altra per l’egemonia USA.
Bisogna decidere con cuore caldo, ma mente fredda.

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