Draghi va prima in USA per paura di avere un indirizzo del Parlamento da portare a Biden. Lui da Biden vuole ordini

8 Maggio 2022
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A.P.

Nessun cambio di programma da parte di Mario Draghi e il Movimento 5 stelle tiene la posizione. Giuseppe Conte insiste: il presidente del Consiglio al Parlamento, a riferire sulla guerra in Ucraina, lo vuole prima dell’incontro con Joe Biden negli Usa. Ma ormai mancano pochissimi giorni e da Palazzo Chigi hanno fatto sapere che il premier non andrà in Aula: la sua partenza è prevista per martedì 10 all’alba ed è praticamente impossibile che le Camere siano radunate prima. “I tempi sono stretti”, fanno sapere fonti dell’esecutivo, “e la richiesta di Conte è isolata“. Ma “senz’altro vi sarà modo di avere Draghi in Parlamento e il 19 maggio è già in calendario un question time con il presidente del Consiglio”. Per il leader M5s è però troppo tardi e, soprattutto, non è quello che aveva chiesto: “Il Parlamento può riunirsi anche domenica”, aveva ribadito poco prima. “Sarei molto deluso se il premier non si presentasse prima del viaggio a Washington”.
Ma come mai Draghi è così fermo? E’ semplice: sentire il parlamento prima della trasvolata atlantica, significherebbe dover portare a Biden l’orientamento del Parlamento italiano sulla guerra in Ucraina, e in molti settori, a partire dal M5S (ma vedi anche certe affermazioni di Salvini e FI) non sono favorevoli all’escalation irresponsabile degli USA e della Nato. Invece andare in Aula dopo, significa recarsi alla Casa Bianca s prendere ordini, da eseguire in barba alle Camere e alla volontà degli italiani, che è contro l’invio di armi e preferisce la strada diplomatica, come sancito anche dalla Costituzione.Una bella differenza di comportamento e di conseguenze!
Del resto la tradizione di andare a prendere la linea oltreoceano è risalente. Chi andò nel gennaio 1947 alla Casa Bianca? Alcidee De Gasperi. E cosa fece al ritorno? Portò beni e soldi, ma dovette dare in cambio il bene politico più prezioso per il Paese: l’unità delle forze antifasciste al governo, allora impegnate nella elaborazione della Costituzione e in una impegnativa opera di riforma sostanziale del nostro ordinamento, ormai repubblicano.  Promesso, fatto. Nella primavera De Gasperi ruppe l’alleanza delle forze che avevano insieme battuto il fascismo, dando vita ad una rottura, che, a ben vedere, ha rallentato l’attuazione della Costituzione e aperto la strada ad una ricostruzione democratica del Paese molto tormentata e su basi moderate e filo-padronali. Un percorso molto diverso da quello ipotizzabile con un’alleanza delle forze che unite ci vevano dato la Repubblica e avevano avviato i lavori dell’Assemblea costituente. Ci fu la scissione del sindacato e del PSDI, anch’esse ispirate e finanziate dagli americani. Un frenata grave. Ora quali disastri porterà Draghi?
Bene, anzi male, le comunicazioni al Parlamento non ci saranno prima di metà mese, la domanda è come reagiranno Conte e i suoi. Anche perché la “delusione” non è limitata alla gestione della guerra. Nelle scorse ore si è infatti aperto anche il fronte della riforma del catasto: il decreto ha subito una modifica (di facciata) dopo un incontro tra Mario Draghi e Matteo Salvini. Di fatto non cambia quasi niente, ma il M5s non ha esitato a protestare per la modalità che definiscono “irrispettosa”. Insomma il clima è ormai da campagna elettorale e il Movimento 5 stelle (con il leader in testa) non ha intenzione di far rientrare lo scontro. A dirlo chiaramente, in serata, è stato lo stesso Conte: “Un governo di unità nazionale deve essere l’eccezione”. Ma “dopo un anno la dialettica politica deve riprendere”. Altrimenti “si creano delle condizioni critiche”. Lo strappo è sempre più concreto? Presto per dirlo, il M5s farebbe bene a tener duro, aprire la crisi, e con una campagna tambureggiante su disarmo e questioni sociali, riavvcinarsi ad una parte del corpo elettore perduto, cosa possibilie, visto che il PD si è posizionato alla destra della stessa destra di governo.Ci sono praterie nell’area progressista e del centro. Vedremo.

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