Sergio Ravaioli
In Sardegna il PDL canta vittoria perché è un punto e mezzo sopra la media nazionale. Tace il fatto di aver preso 44.224 voti in meno che alle regionali, pur essendo praticamente solo nel campo governativo: erano infatti in libera uscita, rispetto a quattro mesi fa, i 118.844 votanti di Riformatori, PSd’Az e UDS i quali, a quanto pare, si sono ben guardati dal votare PDL. Anche la stessa UDC, di area governativa in Sardegna (e con qualche mal di pancia nel governo della Regione) ha giocato in souplesse alle Europee ed ha perso 43.960 voti rispetto alle regionali.
Il PD se applicasse il medesimo (erroneo) ragionamento del PDL dovrebbe versare fiumi di champagne: tocca il 35,6% di contro al 26,1% nazionale (numeri nascosti dal pessimo risultato della Sicilia). In verità anche il PD perde un po’ di voti rispetto alle regionali (non tanti: 5.671), ma ha dalla sua l’attenuante di non essersi trovato da solo nel campo del centrosinistra. Anzi: se sommiamo tutti i voti dei partiti all’opposizione regionale sul versante della sinistra e centrosinistra (senza UDC), otteniamo 303.890 voti, cioè il 55% dei voti validi. In teoria in regione il centrodestra sarebbe all’opposizione!
I voti validi sono stati 551.647, pari al 37,45% degli elettori, che in Sardegna sono 1.473.180. Quasi due sardi su tre o non sono andati a votare o hanno annullato la scheda.
Smetto di annoiare con i numeri (tutti veri, però!) e passo alla politica.
L’astensione dal voto è la cifra dell’orientamento politico della Sardegna. Altro che Berlusconismo: i 202.145 voti del PDL rappresentano il 13,72% del corpo elettorale: meno di un sardo su sette si riconosce nel PDL. Sarebbe bene che ne tenessero debito conto non soltanto i dirigenti del PDL ma anche i responsabili degli altri partiti in giunta regionale sinora con comportamento piuttosto subalterno (a partire dalla stessa distribuzione degli incarichi). In quel versante si sono udite voci critiche solo dal PSd’Az e isolatamente da Cappelli dell’UDC (ora sotto processo per eresia).
Sul versante dell’opposizione non voglio infierire sui cadaveri e quindi sorvolo sulla sinistra dura e pura. Il PD ha potuto misurare le sue potenzialità se sgombro dal problema Soru sì / Soru no: chissà che ne tragga utile lezione per il futuro.
Il vero problema della Sardegna, più che in tante altre parti d’Italia, è l’abulia politica del popolo Sardo, generata da partiti politici gregari, se non addirittura succubi, rispetto a centri direzionali esterni alla Sardegna. La politica si fa a Roma o a Milano, non a Cagliari! Tanto vale andarsene al mare e lasciar vuote le …gabine!
Il popolo Sardo deve decidere se essere o non essere. Se sia meglio per l’anima soffrire oltraggi di fortuna, sassi e dardi, o prendere l’armi contro questi guai e opporvisi e distruggerli. Dormire, morire … nulla più!
Sergio Ravaioli (con l’assistenza di William Shakespeare)
5 commenti
1 Marco
9 Giugno 2009 - 10:53
Il centrodestra nel complesso ha perso in Sardegna 210 mila voti rispetto al voto di febbraio.
Il centrosinistra ha perso invece 35 mila voti.
Non c’è stato il travaso di voti da uno schieramento all’altro, piuttosto un’astensione del centrodestra che ha certamente un significato politico superiore al presunto avanzamento del centro sinistra, che in realtà non c’è (ancora)stato. E’ solo un illusione delle percentuali. Sbaglierebbe chi interpretasse quelle percentuali con un facile: vedete, senza Soru il pd si risolleva!
Bisogna capire piuttosto se il centrosinistra in questi anni sarà capace di intercettare i voti in congelatore degli astenuti del centrodx.
2 Enea Dessì
9 Giugno 2009 - 16:55
Io partirei da una analisi approfondita di quel 34,75% di voti validi, ovvero da quel 65% di elettori che hanno disertato le urne, hanno annullato la scheda o votato scheda bianca. Io dico che c’è da stare attenti; che c’è bisogno di dare una casa anche a costoro che, per i motivi che tutti conosciamo, non si riconoscono nei partiti così come sono rappresentati o guidati. C’è uno sforzo nelle formazioni sardiste e movimentiste per capire che i processi di globalizzazione spingono ad una riappropriazione dei territori, ma la poca rete organizzativa di cui dispongono gli tiene ancora poco incisivi. Io credo che il sardismo sia sulla strada giusta e che quel “in casa mia decido io” di leghista espressione finirà per avere le sue ragioni anche tra i sardi. In molti abbiamo detto più Sardegna, più Europa e meno Italia e questa, secondo me, sarà la via futura.
3 Giulio Lobina
9 Giugno 2009 - 22:58
…e zitto zitto, in punta di piedi…UGGIAS è l’unico europarlamentare sardo eletto! Ora pedaliamo…e grazie a tutti quelli che ci hanno creduto!
Giulio Lobina IdV Sinnai
4 erasmus
10 Giugno 2009 - 16:49
Evviva Uggias.
Ma possiamo chiedergli di impegnarsi a fare luce sulla
democrazia e sull’amministrazione dei rimborsi elettora
li all’interno dell’ IdV?
Naturalmente, dopo la proclamazione ufficiale, a scan
so di un veto del padrone del partito, in questo vero clo
ne di Berlusconi.
5 Roberta
10 Giugno 2009 - 20:53
Ovviamente la richiesta di luce sull’amministrazione dei rimborsi elettorali riguarda solo Di Pietro.
Gli altri sono ladri e lo sappiamo già, quindi non devono rendicontare niente.
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