Rwm, rinviati a giudizio i vertici della fabbrica di armi sarda e i funzionari comunali coinvolti nel progetto di ampliamento

25 Marzo 2022
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Red

 

 

Il capo di imputazione contiene 30 violazioni di normativa edilizia e ambientale. Per gli indagati c’è anche un’accusa di falso.

La Procura ha atteso l’esito del giudizio al Consiglio di Stato per capire se le autorizzazioni all’ampliamento sono legittime o frutto di forzature procedurali e sostanziali. Il supremo giudice amministrativo ha accolto l’appello delle associazioni, presentato dagli avvocati Andrea e Paolo Pubusa, ed ha ritenuto che le forzature ci sono state su vari e rilevanti aspetti.
Anzitutto, si è saltata la valutazione d’impatto ambientale, frazionando il progetto di ampliamento in tanti piccoli interventi, nessuno dei quali richiedente la VIA. Di più e peggio: si è negato che a Domusnovas nella fabbrica di bombe si svolga un pocesso chimico. Quindi hanno detto amministratori e funzionai pubblici coinvolti nelle autorizzazioni, in mancanza di reazioni chimiche, non occorre neppure per questo la VIA. Peccato che il consulente giudiziario avesse dovuto ammettere il contrario, e cioè l’esistenza di almeno una rezione chimica, qunto basta, in base alle normativa europea, per obbligare alla richiesta di VIA.
Dopo la lettura della sentenza, anche la Procura di Cagliari si è convinta che le lacune istruttorie dell’amministrazione regionale e comunale sono evidenti e ci vuole vedere chiaro dal punti di vista penale. E così ha chiesto il rinvio a giudizio dell’Ad di Rwm, Fabio Sgarzi, del suo vice, Leonardo Demarchi, e dei tre tecnici incaricati dall’azienda di redigere i progetti di ampliamento. Con loro finiranno sotto processo anche i funzionari comunali che avevano rilasciato le autorizzazioni per espandere gli impianti e potenziare l’attività produttiva della fabbrica di armi sarda, permessi poi bocciati dal Consiglio di Stato nel novembre scorso. E parliamo dei dirigenti dello Sportello Unico per le Attività produttive e per l’edilizia (SUAPE) dei comuni di Iglesias e Domusnovas, Lamberto Tomasi e Elsa Ghiani, più altri due funzionari.
Il capo di imputazione contiene trenta violazioni di normativa edilizia e ambientale, tutte relative all’espansione dello stabilimento messa in atto tra il 2017 e il 2019. Sia gli esponenti di Rwm che i funzionari comunali sono anche accusati di falso.
I riscontri sono stati fatti sulla documentazione sequestrata negli uffici comunali, provinciali, regionali e in prefettura. Dalle indagini non risultano intercettazioni o accertamenti finanziari.
Emerge comunque un quadro di violazioni sistematiche della normativa, con l’acquiescenza e la complicità delle amministrazioni più volte denunciate dalle organizzazioni querelanti. L’inchiesta, infatti, è nata proprio dagli esposti presentati fin dal 2019 da numerose di associazioni, comitati pagifisti e organizzazioni sindacali. Si tratta di Italia Nostra ONLUS, Movimento non violento, Unione Sindacale di Base Cagliari, Cagliari Social Forum, Confederazione Sindacale Sarda, Assotzius Consumadoris Sardigna, Associazione Centro Sperimentale Autosviluppo, Comitato Riconversione RWM. Tutte le organizzazioni querelanti sono state considerate parti lese – insieme ai comuni di Iglesias e Domusnovas e alla regione -, e potranno costituirsi nel processo.
L’udienza preliminare è fissata per il 29 giugno.
Questa iniziativa della Procura è un campanello d’allarme per gli indagati anche per il futuro. Come si ricorderà, appena giunta la notizia della sentenza del Consiglio di Stato, all’unisono, il responsaabile RWM, i sindaci di Iglesias e Domusnovas hanno detto che avrebbe subito riavviato la procedura amministrativa e sanato “i vizi ora per allora“. Non hanno neanche visto se si può fare. Lo hanno detto con arroganza e per partito preso, come hanno fatto nel rilasciare le autorizzazioni poi annullate. Le associazioni e i loro legali la pensano in modo esattamente opposto. E diranno il perché nelle sedi opportune, come hanno sempre fatto, anche per la mancanza di VIA per le autorizzazioni. Cautela, dunque, signori sindaci e vertici RWM. Rischiate di aggravare la vostra posizione. Sbagliare due volte è diabolico!

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