Elezioni europee: che bello il gatto della Hack!

7 Giugno 2009
2 Commenti


Andrea Pubusa

Alle 15 di ieri si sono aperti i seggi per le europee e per il rinnovo di consigli e giunte in 62 province e 4.281 comuni. Per il parlamento di Strasburgo sono chiamati al voto oltre 49 milioni di elettori, mentre le amministrative interessano quasi 33 milioni e mezzo di italiani. Si vota fino alle 19 di oggi. Alle europee tornano le preferenze e per essere eletti la lista dovrà superare lo sbarramento del 4%.Per le comunali si vota in 30 capoluoghi di provincia, tra cui Bologna, Firenze, Padova, Ancona, Bari. Tra le principali sfide per le provinciali, Milano, Torino, Bologna, Venezia, Napoli.
Tornata elettorale importante, dunque, ma non certo per noi della sinistra. Siamo ancora di fronte ad uno spettacolo indecoroso: nonostante la batosta delle politiche,  per rimediare ci si è divisi ancora. Beninteso non mancano le belle parole, i  bei programmi, lavoro, pace, nuovi diritti, ma irresponsabilità assoluta sul fronte della ricomposizione unitaria. E - si sa - senza un’organizzazione robusta, rigorosa, responsabile, questi obiettivi, pur giusti e correttamente declinati, appaiono solo buoni propositi, privi di un adeguato impatto sociiale. Il problema è raggiungere il 4%, e già questo mostra quanto lontani si sia da una forza capace di rappresentare le istanze del mondo del lavoro e dei ceti subalterni. Ed è bene dirlo con franchezza, fin dai suoi albori, i partiti del movimento operaio si sono proposti d’essere grandi  e di massa. Non hanno mai pensato a fare solo testimonianza, hanno sempre avuto l’ambizione di seppellire il capitalismo e, cammin facendo, di strappare importanti conquiste: il suffragio universale, le otto ore, il divieto del lavoro dei fanciulli, i diritti per le donne, l’estensione dell’istruzione ed altro.
Cari Ferrero, Vendola, Fava e compagni, con queste divisioni non si và da nessuna parte. I lavoratori si astengono o addirittura votano forze moderate o di destra. Le liste che ci proponete si contendono il voto di un’intellettualità d’avanguardia, senza alcuna impatto di massa. Noi democratici non sappiamo neppure se votare una lista o l’altra. Cosa ci dovrebbe portare a preferire l’uno o gli altri? La fedeltà al comunismo degli uni o l’attenzione a rinnovare la sinistra degli altri. Non servono l’una e l’altra prospettiva?
Ed allora? Andiamo a votare, ma con grande amarezza, con una forte frustrazione, con una sensazione di marginalità. Unica consolazione: stavolta, forse perché le possibilità di successo sono scarse, i nomi dei candidati sono belli: Vendola, Fava, Margherita Hack ed anche Borsellino. Tutti meritevoli del voto, anche se dietro i primi non si vede proprio il rinnovamento (il sempiterno Cogodi, per di più, nei manifesti,  con una toga, invero poco indossata), mentre dietro la Hack ci sono solo compagni volenterosi e generosi. E sotto la Borsellino? Niente o poco.
Che fare dunque? Votare, votare, votare a sinistra. Ma per chi? Per chi vi pare. A me è piaciuto molto il gatto nel maniifesto elettorale della Hack. Ed anche la faccia di Margherita, Così vera e serena a fronte di tante facce costruite, tirate e fasulle. Al seggio non sò ancora che fare. Ma - confesso- il gatto della Hack m’intriga più della toga di Luigi Cogodi.

2 commenti

  • 1 M.P.
    7 Giugno 2009 - 08:39

    A me pare che la scelta di Pubusa sia poco velatamente già fatta, se ha un debole per il gatto, non certo per il topo, della Hack.
    Per la barba rossa, e per la toga, di Cogodi non nutre particolare attrazione: insofferenza di toghe.
    Sotto la Borsellino…niente, mi lascia un pochino perplesso.
    Andrea è combattuto fra “fedeltà al comunismo” e “rinnovamento della sinistra”, ma premette un “neppure” che esprime limitato affidamento per entrambi.
    Mi rendo conto allora che non sono soltanto io ad essere ormai INSOFFERENTE NEI CONFRONTI DELLA “GRANDE” POLITICA, o di quella che tale si reputa.
    Con piglio serioso allora coniugo:
    - lo spettacolo indecoroso delle continue divisioni;
    - il vuoto sotto le belle parole e i grandi programmi;
    - la mancanza di una robusta e rigorosa organizzazione;
    - la presenza di buoni propositi privi di impatto sociale;
    - l’estinzione in atto dei grandi partiti di massa;
    - la contesa fra liste di sinistra soltanto per IL VOTO DI UNA INTELLETTUALITÀ D’AVANGUARDIA;
    - LA TOTALE ASSENZA DI IMPATTO DI MASSA;

    E mi chiedo allora:
    - se esistano soluzioni
    - se non sia il caso di limitarsi al proprio “particulare”
    - se non sia il caso di darsi alla macchia, come unica via di fuga.
    Una soluzione l’avrei, ma non la dico; prima voglio brevettarla.

  • 2 Francesco Podda
    7 Giugno 2009 - 13:36

    Cari compagni, mamanti dei gatti mo delle toghe, non dimenticate che un enorme gatto, con unghie enormi e circondato da tanti topi delle cloache ci ha circondato. Lasciamo le discussione se sia più importante essere fedele al comunismo o essere capaci di rinnovarne la cultura: in questo momento non siamo capaci ne di una cosa ne dell’altra…Per il momento non facciamoci prendere dalla dolce tentazione di stare a casa a coltivare le nostre pulsioni autodistruttive, andiamo a votare. Io ho deciso in questo modo: a 10 metri dal seggio, mi fermerò un attimo a lancerò una monetina per scegliere tra i gatti e le toghe.
    Su con la vita e la speranza, Francesco Podda

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