Radhouan Ben Amara
Ecco un altri due appelli al voto. Li lanciano Ben Amara, consigliere regionale del PdCI, e Fulvia Bandoli di Sinistra e Libertà.
Ci presentiamo alle Elezioni Europee del 6-7 Giugno 2009 con un nuovo assetto e con una nuova immagine, per affermare e far sentire una nostra idea di politica che richiama quei principi comunisti su cui ci siamo formati e che ci accomunano fortemente come soggetto politico.
Da anni attraversiamo una fase devastante per il nostro Paese, dove la crisi del lessico politico è segno tangibile del fallimento del sistema e del degrado morale: siamo all’agonia della politica e alla politica dell’agonia.
Votare questo nuovo simbolo è un voler essere in comune, un desiderio di persuadersi reciprocamente e giungere ad una scelta attenta, ponderata e decisiva per noi cittadini di Sinistra.
Noi non crediamo che si possa accettare il Mercato come un meccanismo (l’unico) capace di garantire il progresso, lo sviluppo e la soluzione della crisi politica. Anzi, vediamo l’emergere di una società che sembra accettare l’esclusione come metodo principale di controllo sociale, proteggendo pochi privilegiati a svantaggio della maggioranza restante. Le nuove povertà, diffuse ormai in situazioni di vita anche molto diverse fra loro, partono da percorsi di impoverimento caratterizzati da una profonda individualizzazione, con forme di disagio che vanno ben oltre la sola deprivazione economica.
Noi vorremmo creare un ambiente che favorisca la creazione e l’innovazione collaborativa, mettendo la cooperazione tra gli obiettivi educativi: valorizzare il pensiero critico e tutto ciò che contribuisce alle attività dei produttori-consumatori attivi e utilizzare gli incentivi per scoraggiare l’innovazione orientata al profitto a vantaggio di quella basata sui beni di consumo.
Crediamo nella cultura come un pensar assieme, un modo di essere, una libertà di spirito, il senso solidale dell’umano, una nave che porta mercanzie e dèi, idee e tecniche, nell’agricoltura, nella ricerca e nel sapere, nella formazione e nell’istruzione, e nello Straniero non da integrare, ma di cui riconoscere e accettare l’alterità, concetto su cui si fonda l’esistenza stessa dell’Europa.
Per questo Ti chiedo la responsabilità di una scelta e di un sostegno, con la consapevolezza che nella partecipazione alle scelte importanti e nel controllo sul nostro operato, gli elettori restano sempre gli interlocutori principali.
Nello specifico Ti chiedo di dare il Tuo appoggio alla nostra lista. Hai anche la possibilità di indicare tre candidati: scrivi affianco al simbolo i nomi di Margherita Hack, Alessandro Corona e Laura Stochino
Ecco ora l’intervento di Fulvia Bandoli
A seconda della situazione politica l’astensione colpisce di più la destra o la sinistra, ma nelle ultime tornate elettorali, e nelle scorse elezioni in particolare, non v’è dubbio che essa abbia colpito duramente la sinistra. Perché la destra è da un po’ di anni più compatta, mentre tutto il campo del centro sinistra è terremotato dalla nascita del Partito Democratico e dalle sconfitte abbinate del Pd e di quella che fu la Sinistra Arcobaleno. I potenziali elettori di sinistra sono quelli più tentati dall’astensione perché da troppi mesi (o anni) stanno soffrendo: con il Pd che non fa opposizione come dovrebbe e che non ha un profilo definito (anzi che rivendica in alcune sue componenti importanti il fatto di non essere e di non voler essere un partito della sinistra), con le formazioni di Sinistra che hanno impiegato un anno e mezzo a proporre un progetto che coprisse lo spazio che si è aperto a sinistra del Pd e un soggetto politico di Sinistra popolare, socialmente radicato, capace di raccogliere le culture più tradizionali e storiche della sinistra assieme a quelle più recenti. E alla fine si presentano lo stesso divise al voto.
Su questa divisione vorrei dire sommessamente qualche parola: c’era e c’è una Sinistra che era ed è disposta ad un progetto unitario, che non mette i simboli a guardia di un muro invalicabile, c’è un’altra parte che invece crede in un progetto identitario e nel fatto che solo l’esistenza di un partito che si chiami comunista possa garantire alla Sinistra di sopravvivere. Detto in modo ancora più chiaro c’è chi non esclude alcuno, mentre altri pongono come condizione l’accettazione di simboli che da soli non possono più parlare all’insieme plurale della sinistra italiana. In definitiva Rifondazione Comunista ripropone ancora una volta lo schema disgraziato delle due sinistre, Sinistra e Libertà invece pensa la Sinistra come una plurale e unitaria forza politica popolare. Una parte di potenziali elettori di sinistra potrebbero anche essere tentati dal voto a Di Pietro perché in questi mesi è quello che ha urlato più forte: ma ogni persona di sinistra sa che Di Pietro non è un uomo di sinistra e che il suo movimento (difficile chiamare partito una entità gestita in modo così personalistico e familistico) spesso è solo generica protesta contro tutto e tutti e che sulle questioni concrete lo si può trovare su posizioni assai eclettiche: ieri a favore del ponte sullo Stretto domani no, ieri per il si al referendum elettorale domani non si sa, oggi a urlare in difesa dell’ambiente, ieri silente sul nucleare e alcuni anni fa persino d’accordo, e comunque sempre strabico rispetto alle ragioni e ai diritti del lavoro, alla laicità dello stato, alle battaglie per la pace e il disarmo.
E non sono manchevolezze di poco conto!
Non parlerò quindi di astensionismo generico o del fatto che, come dicono alcuni, se cala il numero dei votanti si abbassa il quorum e noi saremmo avvantaggiati….logica prettamente matematica ma poco valida nel nostro caso e in questa elezione. Noi possiamo essere avvantaggiati solo se riusciamo a raccogliere buona parte del voto di quegli elettori di sinistra (1.300.000) che alle scorse elezioni si astennero e a recuperare una parte sostanziale di quel che fu chiamato “voto utile” e che andò al Pd con poca convinzione e solo come voto contro Berlusconi. Mi rivolgo dunque alle donne e agli uomini di sinistra che ancora sono incerti e non sanno se andranno a votare.
L’astensione può essere dettata da sconforto ma a volte è una scelta più meditata, si pensa che attraverso quella “protesta” individuale arrivi al partito, o allo schieramento che ti interessa, un segnale, un avvertimento forte. Penso che la Sinistra, con le molte astensioni che alle scorse elezioni, insieme ai suoi limiti, contribuirono a tenerla fuori dal parlamento, sia stata già pesantemente avvertita e abbia compreso la lezione.
Un secondo avvertimento rischia di essere un accanimento e dal momento che tutti gli indicatori ci dicono che gli elettori di destra (motivati dalla vittoria alle politiche e dal fatto di trovarsi al governo) andranno a votare alla fine l’astensione sarebbe un involontario vantaggio che si concede (oltre ai tanti che già ha) al partito più grande, cioè alla Pdl. E non comprendo francamente coloro che cercano di nobilitare la scelta chiamandola “astensionismo attivo”.
E cerco di spiegarmi: quando la Cei e Ruini chiamarono all’astensione nel referendum sulla procreazione assistita ebbero un notevole seguito e dopo il fallimento del referendum rivendicarono tutta l’astensione….ma la Cei e Ruini erano e sono “una forza politica” ,sui generis certo, ma pur sempre identificabile, potente e assai visibile. Quella astensione fu agita politicamente e anche con molta spregiudicatezza e fu una “forte” posizione politica”. Ora io mi chiedo chi agirà o potrà rivendicare adesso, e anche dopo il voto, quella “astensione attiva” che alcuni propongono agli elettori incerti di sinistra? Non c’è dunque alcun astensionismo attivo possibile in queste elezioni e chiedere agli elettori di sinistra di astenersi mi pare una posizione sbagliata. Quelli che verranno sono gli anni della possibile ricostruzione di una sinistra popolare che sappia tornare a radicarsi nella società, autonoma e competitiva con il Pd, che sia capace di produrre cultura politica e ideali forti. Sono gli anni per tentare di dar corpo ad una coalizione alternativa alle destre che non può fondarsi solo sul Pd perché quella strategia è perdente ( ma perché non ci sia solo il Pd in campo bisogna aiutare il formarsi di una Sinistra popolare). Quelli che verranno sono gli anni che potranno rimettere al centro movimenti , associazioni, giornali e tutte le soggettività capaci di idee e proposte, ma anche di una forte, non violenta e civile resistenza democratica.
Ho molto apprezzato quel che ha detto Vendola ieri: il 4% è alla nostra portata ma se non dovessimo riuscirci il giorno dopo andremo avanti con Sinistra e Libertà, non romperemo le righe e intensificheremo il nostro lavoro.
Il governo Berlusconi si è mostrato in tutta la sua “inquietante” capacità di rappresentare la realtà per quella che non è. Solo una buona politica può trarre fuori la realtà vera dalla rappresentazione che ne viene fatta e insieme alla realtà i soggetti sociali, le persone, che sono donne e uomini in carne ed ossa: la realtà concreta e ingiusta di questa crisi economica che colpisce sempre più duramente il lavoro e in particolare i giovani precari, la realtà dei rifiuti di Napoli che non sono spariti ma vengono accatastati, così come sono, a Ferrandelle in un’area che non ha neppure le caratteristiche di una discarica a norma di legge, la realtà dura e difficile di una immigrazione che cresce perché i paesi poveri continuano ad essere depredati e non aiutati da quelli più ricchi, la realtà dell’imbroglio nucleare escogitato da questo Governo che ripropone per l’Italia una tecnologia obsoleta e insicura mentre non spende un soldo per le energie rinnovabili e chiede una deroga sulla diminuzione delle emissioni unica via per combattere i cambiamenti del clima (mentre l’America prova a cambiare la sua politica energetica), la realtà della difficile ricostruzione dell’Abruzzo fatta con risorse largamente insufficienti. E assieme a queste tante altre realtà.
Ecco a me pare che andare a votare, per gli elettori di sinistra ancora incerti, sia un bel contributo a trarre fuori realtà dalla rappresentazione. Quella rappresentazione che Berlusconi ogni giorno mette in scena dichiarando la sinistra morta e sepolta.
La Sinistra c’è nella società, vive nei principi di tante donne e uomini, nelle loro vite quotidiane, orienta le loro lotte e le loro scelte, anima le grandi contraddizioni dello sviluppo e le battaglie per la giustizia sociale e per i diritti di ogni genere. Proviamo a farla vivere anche in un soggetto politico.
Io voto Sinistra e Libertà e il perché l’ho spiegato molte volte. Ma spero che anche chi non sceglierà come me stavolta vada a votare e voti a sinistra.
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