Cristina Lavinio
Pubblichiamo due appelli elettorali, uno della Prof. Cristina Lavinio, a nome di Sardegna democratica e, a seguire, dell’on. Guido Melis, anch’egli professore universitario, anch’egli soriano. Giustamente si preocccupano dell’astensionismo, che già ha portato alla sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali. Dovrebbero, tuttavia, interrogarsi sulle cause dell’astensionismo più che illudersi di recuperarlo con appelli elettorali. L’ascolto degli appelli in fondo è sempre condizionato dal giudizio che l’elettore da della politica delle forze che lo lanciano.
Il 6 e 7 giugno si voterà per il rinnovo del Parlamento europeo. Non è un voto da sottovalutare, per quanto in questa campagna elettorale abbiamo registrato alcuni segnali preoccupanti che rischiano di confermare un’alta percentuale di astensionismo.
Eppure sappiamo come, al di là della rilevanza delle politiche europee, i risultati di queste elezioni saranno letti più che mai, nel nostro paese, come un test importante per la politica interna. Il presidente del Consiglio, in particolare, cercherà nel risultato una conferma della propria alta, troppo alta, percentuale di consenso; in nome di tale consenso l’abbiamo già sentito avanzare proposte di dubbia costituzionalità, che attentano alla dignità del Parlamento (voti ai soli capigruppo, inutili ddl da presentare mediante raccolta di firme) o che mettono in discussione l’autonomia della Magistratura (accusandola tra l’altro di essere covo di “gruppi eversivi”). In nome di tale consenso, oltre che del lodo Alfano che lo protegge, si sente autorizzato a esibire la propria arroganza e a continuare a non rispondere a domande importanti sui propri comportamenti.
In Sardegna abbiamo sperimentato recentemente quanto le promesse elettorali di Silvio Berlusconi si siano subito rivelate promesse da marinaio: l’Eurallumina chiusa, il G8 trasferito, i fondi per la SS-Olbia spariti. In cambio, rischiamo di avere il nucleare e le scorie, mentre lo scempio e la privatizzazione delle coste sta riprendendo alla grande.
Tra le varie promesse c’era anche quella di modificare immediatamente la legge elettorale con cui votiamo per il Parlamento europeo, penalizzati dall’unione alla Sicilia in un unico collegio. Naturalmente anche questa promessa non ha avuto alcun seguito.
Di fronte a tutto ciò, vogliamo ancora fare un piacere a Silvio Berlusconi e alla destra indecente che ci governa non andando a votare? Sardegna democratica fa dunque un appello a che non si lascino tentare da posizioni astensioniste tutti gli elettori che hanno condiviso il progetto del governo Soru e anche a coloro che si sono ormai pentiti di avere votato a destra. E auspica che non si lascino tentare neppure dalle posizioni di chi consiglia di annullare la scheda (si tenga presente che infilare nella scheda una qualunque lettera di protesta significa annullare il voto).
Che ciascuno voti per la formazione di centrosinistra da cui si sente meglio rappresentato, ma vada a votare. Ogni astensione, infatti, è un voto in meno per chi vuole fare opposizione e cambiare quanto prima le cose.
Ecco ora l’appello dell’on. Guido Melis
Care amiche e amici,
mi sono deciso a far girare questa lettera, profittando del tam tam su Internet, perché sono preoccupato. Molto preoccupato.
Ho cercato, in questi primi mesi di attività parlamentare, di fare del mio meglio, convinto come sono che se tutti facessimo la nostra parte, anche modestamente, le cose in Italia andrebbero meglio. Non so se sono riuscito a qualche cosa (giudicate voi, magari dando un’occhiata al mio sito www.guidomelis.wordpress.com). Quel che so è che non dobbiamo mollare.
Incombe sul nostro Paese una cappa minacciosa. Le grandi agenzie internazionali ci dicono che da qualche tempo il nostro sistema dell’informazione è “meno libero” di prima. Interi settori della società (i più deboli, i meno tutelati) scivolano sotto la soglia della povertà. Si prevedono aggravamenti della disoccupazione, ulteriori espulsioni dal lavoro, peggioramento generale delle condizioni di vita. Si moltiplicano le morti bianche, come nella recente tragedia della Saras. Cadono i cosiddetti ammortizzatori sociali. E intanto si approvano norme liberticide che mettono gli immigrati fuori legge e che riducono ovunque gli spazi della libera vita democratica. Il culto del leader (un leader gravato da un pesantissimo conflitto di interessi, che si fa approvare leggi ad hoc per non andare sotto processo) straripa dappertutto.
Non basta per essere preoccupati?
Sento dire in giro che le elezioni europee in fondo non sono un gran test, che ci si può anche prendere un turno di riposo: stare a guardare.
A me sembra invece che siano un momento cruciale, nel quale ci conteranno e decideranno, in base al risultato, se debbono essere più prudenti o possono spingersi oltre, molto oltre, sulla strada della svolta a destra e dell’attacco ai diritti di tutti.
Sento dire che il Pd dev’essere punito, non so bene per quali peccati. A me sembra che senza la barriera del Pd, senza le battaglie che abbiamo condotto in parlamento, la destra stravincerebbe anche di più e imporrebbe definitivamente la legge del più forte.
Lo dico ai molti che affermano di non voler votare: state attenti, a rinunciare all’arma del voto. Perché loro votano, e votano in massa.
Lo dico ai tanti che sono critici verso il Pd: state attenti a mandare a picco il più grande partito dell’opposizione, perché non sarà coi piccoli partiti che arresteremo questa destra.
So che i mal di pancia esistono, e che qualche volta hanno le loro ragioni. Ma si vota con la testa, non con la pancia.
Per questo chiedo a tutti, e specialmente ai tanti che alle elezioni politiche hanno votato pensando alla mia candidatura, di andare a votare. E di votare ancora per il Pd.
2 commenti
1 angelo aquilino
7 Giugno 2009 - 09:39
cara professoressa,
condivido ogni riga del suo scritto e mi sono recato a votare sabato 6 giugno alle ore 15,50. Mi è dispiaciuto non votare rita borsellino ed ho votato barracciu e dettori. Pobabilmente non saranno eletti, ma non per colpa mia. Lei sa che sono siciliano e mi è costato non votare la dottoressa rita. Le promesse di Berlusconi le lascio agli allocchi che l’hanno votato anche sotto forma di partito sardo d’azione.
saluti
aquilino
2 M.P.
7 Giugno 2009 - 13:20
Vorrei ricordare, alle aquile dalla vista lunga, che si può essere allocchi anche votando un imprenditore che aspira (ancora credo) a competere con Berlusconi con gli stessi metodi benchè con SIGLE, SLOGANS, PROGRAMMI, PAROLE, che APPARENTEMENTE sono diversi, senza bandana ma con berretta lunga, e tuttavia con la stessa sincera volontà solidale (pro sommersi dai rifiuti) di Berlusconi (pro terremotati).
Si può votare l’imprenditore anche sotto forma di PD.
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