Andrea Raggio
Oggi e domani si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Andrea Raggio conosce bene quell’Assemblea, per averne fatto parte per due legislature (anche in qualità di questore), ed ora c’invita al voto. Un voto utile per tanti buoni motivi…
I candidati sardi al Parlamento europeo sono impegnati in un’impresa difficile ma non impossibile. Nel passato, nonostante la legge elettorale, la Sardegna eleggeva tre deputati, espressi dai due partiti maggiori, democristiano e comunista, e dal partito sardo d’azione. Si può, quindi, vincere ma occorrono una buona percentuale di votanti e un’accorta utilizzazione del voto, e possono vincere anche i partiti elettoralmente meno consistenti. Tutti i voti espressi, infine, sono utili perché, comunque vada, sono a favore dell’Europa.
In questa campagna elettorale si è parlato poco di Europa. Hanno avuto il sopravento i temi interni e ha influito una diffusa delusione per la risposta debole dell’Unione europea alla crisi globale. In Italia la delusione è forse più forte che in altri paesi. Non dobbiamo meravigliarcene, il nostro è un Paese di consolidata tradizione europeista e perciò più esigente. Jacques Delors ha sempre ammonito che l’Europa è non soltanto idealità ma anche quotidianità, perché interviene nella vita e sul futuro di ciascuno di noi. L’europeismo è, cioè, anche politica e per fare politica non basta agitare una bandiera. E Altiero Spinelli, a sua volta, avvertiva che una buona politica ha bisogno di buone istituzioni e perciò si batteva per passare dai Trattati a una vera e propria Costituzione. Ebbene, mentre la crisi imperversa, le politiche e la riforma istituzionale europee segnano il passo. La responsabilità principale è dei governi i quali, per coprire la loro debolezza, alimentano gli egoismi nazionali e condizionano la vita dell’Unione europea. Il Parlamento, invece, perché espressione dei cittadini è più sensibile alla domanda europeista e ha sempre operato per sostenerla, ottenendo importanti risultati. Deve essere perciò ben chiaro che in queste elezioni l’astensione favorisce l’euroscetticismo dei governi e il voto, invece, rafforza il ruolo del Parlamento nell’azione volta ad accelerare il passo del processo comunitario.
Il voto, inoltre, è utile se è indirizzato a sostenere i candidati che s’impegnano a esercitare a pieno titolo la funzione di deputato europeo e non quello di semplice rappresentante dell’Italia e della Sardegna. Gli interessi nazionali e regionali, infatti, si tutelano innanzi tutto contribuendo a promuovere una maggiore integrazione economica e politica e lo sviluppo della democrazia sovranazionale. Un deputato, inoltre, acquisisce l’autorevolezza e la forza politica indispensabili al sostegno di particolari iniziative e rivendicazioni d’interesse nazionale e regionale solo se s’impegna con competenza e assiduità nei diversi campi della politica comunitaria.
In conclusione, la presenza nell’Assemblea di Strasburgo è importantissima per rafforzare la partecipazione della Sardegna alle scelte comunitarie. Altrettanto importante è la politica della Regione e del Governo in questo campo. Le giunte regionali sono, purtroppo, tradizionalmente assenti e il Governo Berlusconi non perde occasione per scaricare sull’Europa le proprie debolezze. Il voto del 6 e del 7 giugno deve contribuire a rimuovere anche queste difficoltà.
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