Red
Cgil e Uil: “Pronti alla battaglia a oltranza“
Seimila, forse più nella Piazza dei centomila. Massiccia adesione anche in Sardegna per lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per cambiare la legge di Bilancio del governo Draghi.
Cinque manifestazioni e otto ore di astensione dal lavoro: anche Cagliari, insieme a Roma, Milano, Bari, Palermo, ha risposto riempiendo la piazza dei Centomila, davanti alla Basilica di Bonaria con migliaia di bandiere e molti striscioni.
Ferma la posizione della CGIL, per bocca del neosegretario regionale Samuele Piddiu : “Anche oggi migliaia di persone in piazza per rivendicare condizioni migliori per un pezzo di società che rimane ancora una volta escluso. E in Sardegna abbiamo ulteriori ragioni per essere in piazza perché oltre la manovra del governo non ci soddisfa affatto la manovra della giunta regionale. Non ci piacciono le scelte su industria, lavoro e mobilità“.
Tra i primi a parlare la segretaria generale della Uil Sardegna, Francesca Ticca: “La gente vuole riprendersi dalla pandemia, vuole lavoro, vuole riprendersi la vita. Ma non ce la fa: le pensioni devono essere dignitose e invece ci sono anziani che non possono nemmeno accendersi il riscaldamento in questi giorni di freddo. In questa manovra per la Sardegna non c’è quasi niente. Pronti alla battaglia a oltranza se non dovessero rivedere le loro posizioni“.
Non hanno parlato dal palco solo i vertici dei sindacati, ma al microfono si sono avvicendati anche i lavoratori. “La Sardegna può e deve cambiare il paradigma energetico passando per il gas - ha detto Matteo Roccasalva, operaio turnista di Portovesme - per arrivare poi all’idrogeno e al gas di sintesi e per fare ciò deve avere una rete di distribuzione che va da Nord a Sud dell’isola senza lasciare indietro nessuno. In quanto rivendichiamo pari diritti e pari dignità nell’avere il gas e nel suo costo che deve essere in linea con quello del Continente. Abbiamo la possibilità di elettrificare i porti turistici e commerciali, le reti stradali.
Possiamo trasformare i trasporti ferroviari e il trasporto urbano e extraurbano con l’idrogeno. Possiamo trasformare tutta l’industria che utilizzerà il metano a idrogeno. Questo è lavoro! Questo è affrontare seriamente la transizione energetica e la de-carbonizzazione“.
Lo sciopero – hanno sottolineato alcuni interventi dei lavoratori – “è stato proclamato dai sindacati confederali di Uil e Cgil nel momento più difficile per la nazione, ancora lacerata dalla pandemia. Il confronto con il governo Draghi non ha portato i risultati sperati; questo per l’assenza di interventi mirati verso i più poveri e il mondo del lavoro. Si assiste purtroppo a politiche nazionali e regionali sorde ai bisogni dei lavoratori, famiglie e disoccupati. Manovra nazionale e Pnrr hanno dimenticato la Sardegna e i suoi gravi problemi strutturali. Manca l’equità nella manovra finanziaria, che non dà risposte ai lavoratori e ai pensionati con livelli di povertà ormai preoccupanti”. Qui in piazza non si respira quell’aria irrespirabile di intollerabile genuflessione a Draghi e al suo governo che caratterizza in generale il modo dei media e della politica.
Altri hanno sottolineato l’accentuarsi della forbice sociale. “Una pericolosa divaricazione tra chi ha tutto e chi arranca in co9ndizioni di difficoltà sociale ed economica. Gli interventi sono sblianciati a favore del sistema delle imprese in luogo di una rete sociale di protezione per i lavoratori e le loro famiglie“. Molti hanno puntato l’indice “sull’assenza di programmazione e sulla mancanza di idee chiare di sviluppo”.
La sintesi è presto fatta: “è finito il tempo delle attese e l’alta adesione allo sciopero e le persone in piazza indicano la necessità di un radicale cambio di rotta”.
Quale il clima della manifestazione? Le facce dei lavoratori trasmettono preoccupazione, a differenza delle allegre manifestazioni d’altri tempi; pesa questa pandemia che, come l’araba fenice, risorge quando pare essere debellata, e tutto avvolge; sconvolge l’economia, l’occupazione, il tasso di occupazione e i modi di lavoro, penetrando perfino nella vita quotidiana di ciascuno, portando lutti e nuovi stili di vita. Generando divisioni anche fra i lavoratori (fra vax e no), dove l’unità è invece oggi il bene più prezioso. E tuttavia, questa partecipazione alla manifestazione è un segno forte di speranza e una assunzione di responsabilità nella lotta per uscire dalla crisi con minori ingiustizie e più equità sociale. I lavoratori sono in campo, questo è il messaggio forte e confortante della giornata di oggi.
Molti hanno detto che questo sciopero era inutile e la sua proclamazione un atto sconsiderato. Invece, a ben vedere, è la decisione più ragionevole tra le tante insensate di questo tormentato periodo. E’ una mobilitazione per il Paese.
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1 commento
1 Aladinpensiero
17 Dicembre 2021 - 08:31
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=129421
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