Andrea Pubusa
La Scuola di Cultura politica Francesco Cocco tiene a cadenza quindicinnale un “Caffé politico” su temi di attualità, In modo informale si parla liberamente. Interessante anche per la varietà delle posizioni. Si puo’ partecipare anche da remoto, chiedendolo. Ieri si e’ parlato della diseguaglianza di genere. Il focus è stato la disparità uomo/donna nelle posizioni di potere. E lì è stata unanime la condanna dell’assenza delle donne nelle funzioni che contano. Più votate alla cura delle persone che alla gestione del potere.
Tutto giusto, ma anche parziale e…pessimista.
Nella mia lunga docenza universitaria e di esercizio della professione forense, ho registrato sviluppi diversi dalla vulgata. Per esempio, 50 anni fa al Palazzo di giustizia non c’era neppure una magistrata e solo tre avvocate: due figlie di avvocati e una di un cancelliere. Oggi le magistrate sono in maggioranza e le avvocate sono numerosissime. Nella scuola le donne sono in maggioranza da decenni. Nell’amministrazione e nelle altre professioni la tendenza va indiscutibilmente verso la parita’. Lo penso e lo dico da molto sulla base di una rilevazione sul campo. Alle mie lezioni di diritto amministrativo le donne pian piano sono divenute largamente superiori nel numero agli uomini. Di più, nella generalità le ragazze erano più applicate dei ragazzi e, mediamente, con migliori risultati agli esami, dove fra le eccellenze c’erano ragazze al pari delle ragazze. Già da anni era prevedibile la maggior presenza di donne in magistratura e così è in tutti i settori professionali.
Senza andare oltre nell’analisi, cosa si può desumere da queste osservazioni? Che nelle attività che richiedono impegno e studio le donne hanno raggiunto o stanno raggiungendo la parità. Immancabilmente questo processo arriverà ai vertici. Già abbiamo avuto una presidente alla Corte costituzioonale e alla presidenza del Senato, alla Camera ne abbiamo avuto due. Ora si parla di una presidente della Repubblica. Quindi mentre nella fascia medio-alta delle professioni le donne hanno ormai raggiunto la parità, stentano e sono in ritardo nelle posizioni apicali delle aziende, dello Stato e nelle assemblee elettive.
Le donne, a ben vedere, sono discriminate piu’ segnatamente nella fasce sociali medio-basse. Nel lavoro, nelle remunerazioni, nelle attività sono fortemente discriminate. Qui è abbastanza evidente che c’è una antica questione da rispolverare: la lotta di classe. Senza un elevamento generale dei ceti subalterni è impossibile un’ascesa delle donne del popolo ancor più che per gli uomini. Fra gli sfruttati e i derelitti le disparita’ si accentuano in ogni versamte.
Sulla parità poi nei nostri cervelli occorre una battaglia femminista e civile di donne e uomini. E’ una lotta culturale, non meno difficile di quelle economico-sociali. E qui sono d’accordo con quanto è stato detto al Caffè, anche se mi sento adeguato più ad ascoltare che a dire. Per questo ho seguito con attenzione e ho imparato molte cose dalla discussione al Caffé politico.
1 commento
1 Aladinpensiero
11 Dicembre 2021 - 11:02
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=129405
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