Sassari/Olbia: pensieri di un professore pendolare

29 Maggio 2009
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Cristian Ribichesu

Ho scritto altre volte in merito alla Sassari/Olbia, e sicuramente non solo perché in quella strada ci viaggio, ma più probabilmente perché quando mi pongo davanti alla notizia di un incidente mi assale uno strano senso di tristezza. Non so se sia compassione, nel senso etimologico del termine, del soffrire insieme, però preferisco pensare che sia una sensazione di dolore per una vita che si spegne, ma che sicuramente non è paragonabile allo strazio di chi perde una persona cara. Lo scorso anno sulla Sassari/Olbia è morto un parente stretto di un mio alunno, e insieme ad altri docenti diedi la notizia dell’accaduto ai compagni. Nel frattempo il nuovo Governo ha promesso il rifacimento della strada, ma il tempo è passato e in quel percorso sono sorte altre croci. Oggi, rientrando verso Sassari, uscendo da Berchidda, ho visto una vigilessa che mi faceva un cenno con la paletta, per rallentare, all’incrocio per la Sassari/Olbia. Accosto.
“Non può passare sulla Sassari/Olbia, deve prendere la vecchia strada per Oschiri.”
“Perchè?”
“La strada è bloccata, c’è stato un incidente mortale.”
“…Quanti sono morti? …Sa i nomi?”
“Non so niente.”
Proseguo e penso alle persone che conosco e che viaggiano su quel tragitto.
 

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