Andrea Pubusa
Se c’è una cosa che mostra la crisi del M5S questa sta proprio nella “ribellione” di molti seguaci della prima ora al fondatore, a Beppe Grillo. Personaggi come Crimi e tanti altri come lui, che non sarebbero usciti dall’anonima vita di provincia, ai margini della politica, anziché ringraziare il garante a prescindere, ora levano su la testa. Atteggiamento questo tipico di chi testa ne ha poca o niente. La verità è che costoro, usciti dall’anonimato e assurti a ruoli apicali della Repubblica, ora sentono la durezza delle regole che li hanno portati fin lì e di cui Beppe è il custode. Il divieto di superare i due mandati, ad esempio. Salvo Di Battista, gli altri sono tutti in scadenza. E si comprende che è duro tornare alle usuali occupazioni o, addirittura, alle disoccupazioni dopo aver calcato la scena nazionale e internazionale. Conte promette deroghe, Grillo no. Grillo chiama allo spirito della prima ora contro la casta, di cui ora molti di loro fanno felicemente parte. Sta qui, nel venir meno del patto iniziale, nel considerare obsolete le regole che prima li avvantaggiavano e ora li pregiudicano la ragione che mette in crisi il Movimento. Grillo, in fondo, è sempre lo stesso e dice, grosso modo, le stesse cose. E’ Conte a introdurre una variante protesa all’omologazione alle forze tradizionali.
Cosa si prospetta? Conte e gli altri possono fondare un partito fotocopia migliorata del PD, ma non se ne sente proprio il bisogno. E Grillo? Il genovese è imprevedibile. E’ difficile un replay del successo degli anni scorsi, ma da un uomo fantasioso e coraggioso come lui ci si può aspettare di tutto. Certo è che Conte, finora prudente, ha compiuto un azzardo in danno di se stesso e degli italiani. A ben vedere il M5S ha ancora i consensi degli altri 0maggiori partiti e può giocarsela ad armi pari. Fare uno strappo che lo disarticola è un’operazione scellerata, in cui - a ben vedere - c’è molta più supponenza di quanto se ne imputi a Grillo. La veritù è che il comico genovese ha sparigliato troppi tavoli in Italia e nessuno glielo perdona a destra, al centro e a sinistra. Ogni scusa è buona per farlo fuori. Che questa sia la volta buona? Vedremo.
1 commento
1 Aladinpensiero
3 Luglio 2021 - 08:50
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