Economia e sviluppo locale: il credito in Sardegna

6 Maggio 2021
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Roberto Mirasola

E’ iniziato un nuovo ciclo d’incontri organizzati dalla Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco, dal titolo: Economia e Sviluppo Locale. Ci dà conto del primo webinar Roberto Mirasola, che ne è stato anche il coordinatore.

 

 © ANSA

 

 

Parte bene il nuovo ciclo d’incontri organizzati dalla Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco, dal titolo: Economia e Sviluppo Locale. Si inizia con le politiche sul credito ospitando esponenti di primo piano del fronte bancario, quali l’Avvocato Antonio Arru e il Prof. Aldo Pavan, ed esponenti della scuola con esperienza sul fronte imprenditoriale quali Susanna Orrù e Mariella Montixi. Ne viene fuori una discussione che evidenzia la necessità, condivisa dai relatori, di una piena collaborazione da parte di tutti gli attori economici presenti sul territorio Sardo: imprenditori, banche e istituzioni politiche. Tutti sono d’accordo nel ritenere l’attuale crisi, causata dalla pandemia, come una crisi di fatturato e calo di ricavi che porta poi ad una crisi di liquidità da parte delle imprese, ma diventa pericoloso affrontare il problema con la richiesta di soli flussi di credito. Certo gli strumenti delle moratorie e il credito garantito da Mediocredito Centrale, prontamente utilizzate sia dal Banco di Sardegna sia dalla Banca di Cagliari, hanno aiutato, ma ahimè non si può pensare che possano risolvere il problema. Le moratorie sono una sorta di anestetico, ma se la crisi è di ricavi cosa succederà quando gli aiuti termineranno? Il rischio default per le imprese è elevato. Il problema è serio, la stessa ABI ritiene che in prospettiva, al mero scopo di uscire dalla crisi sarà fondamentale che lo Stato destini una parte di risorse sugli strumenti agevolativi. Così come è emerso dal dibattito di martedì, le banche possono aiutare con il credito ordinario ma è quanto mai essenziale e predominante l’intervento politico che attraverso seri strumenti di politica economica possa dare forza alla finanza agevolata. È vero anche, come è stato fatto notare, che la finanza agevolata deve snellire l’eccessiva burocrazia, ma soprattutto intervenire nei tempi di erogazione dei finanziamenti. Non è pensabile che un imprenditore vinca il bando di finanziamento ma deve aspettare anni per avere la liquidità. Così facendo si rischia di mettere in seria difficoltà l’impresa.

Una discussione che ha messo in risalto la necessità di una sempre maggiore cultura d’impresa. Bene il ricorso alla finanza agevolata, bene il ricorso al credito ordinario, ma è fondamentale che gli imprenditori investano con capitale proprio nelle attività che essi vogliono intraprendere. Se pensiamo che la mortalità d’impresa è alta nei primi cinque anni di vita, allora è chiaro che la struttura patrimoniale deve essere adeguata, ciò significa che chi vuole fare impesa lo deve fare con serietà. Un confronto di livello, dunque, che rilancia l’importanza di Istituti di credito ben radicati e al servizio del territorio isolano.

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