Draghi più che alla pandemia pensa ad altro

20 Aprile 2021
2 Commenti


Amsicora

(Massimo Galli: “Mario Draghi sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una”)

Di tutto potete accusarmi. Di superficialità, di complottismo, di faziosità ed altro ancora. Ed io accetto, non contesto. Davanti al giudice, a domanda risponderei: “è vero vostro onore“. Confermo: tutto vero. Ma non potete certo imputarmi l’insincerità. Questa no! Non l’accetto. E allora col cuore in mano, vi dico che Draghi è la più grande sciagura che potesse oggi capitare a noi poveri mortali. Non nego i suoi meriti, la sua professionalità. Anche Charles-Henri Sanson (Parigi, 15 febbraio 1739 – Parigi, 4 luglio 1806) era molto professionale come boia, addetto alla  ghigliottina in quel di Paris negli anni della rivoluzione francese. Nel cesto ai piedi della grande lama, da lui azionata, rotolarono fra le altre le teste di Maria Antonietta, moglie del sovrano francese e quindi regina di Francia, e di molti aristocratici, ma anche di diversi esponenti di fazioni rivoluzionarie, quali Jacques-René Hébert, Georges Jacques Danton e i suoi sostenitori, i Girondini, Robespierre e i Montagnardi. 2.918 decapitazion in tutto, non c’è che dire quanto a competenza!
Ora Draghi non usa la ghigliottina, ma certo, dando spago a Salvini & C. rischia di contribuire alla ripresa della pandemia, che di vittime ne miete ben di più. Avete sentito Massimo Galli? Non è l’ultimo arrivato in materia di virus e infezioni ed è severo, duro con Draghi, dice che in coscienza non può non contestare le misure di Draghi sulle riaperture.
Bene. Vi siete mai chiesti perché SuperMario è così sordo alle campane degli esperti e così ubbidiente agli strilli di Salvini e B.? Credete che ciò derivi dalla maggior ragionevolezza delle proposte della destra? Che, in fondo, esse siano più convincenti e coraggiose di quelle della sinistra? Che, a ben vedere, siamo già fuori dal guado e quindi possiamo osare “il liberi tutti“? No, amici e compagni, non è così. Nella partita si sono insinuati fin da subito interessi estranei all’onesto esame delle risultanze sanitarie della pandemia. Salvini ci ha messo dentro la sua necessità di parare l’avanzata della Meloni e fare bottino pieno alle prossime elezioni politiche. Insomma miserabilmente sfrutta la pandemia per grattare voti da piccoli imprenditori, partite IVA, precari falcidiati dalle chiusure. Draghi - obietterete - è fuori da questa irresponsabile bottega. Ma è così? Ne siete certi? Ecco qui vengono le dolenti note, non è che anche SuperMario abbia interessi fuori dalla pandemia? Preoccupazioni che frenano e deviano la sua razionalità? Uffa! Di nuovo complottismo! No, signori miei belli. No. Beh, pensate a questo. Draghi viene chiamato alla presidenza per far fuori un personaggio popolare (Conte) che sulla lotta alla pandemia si gioca tutto e che nel risultato e solo in esso può fondare le sue chances in campo politico. E per Draghi non è la stessa cosa? Non proprio. SuperMario, al contrario, ha un percorso segnato: Palazzo Chigi oggi per il Colle domani. In sequenza. La maggioranza parlamentare a sostegno del governo oggi è quella che serve per saltare sul Colle.  In questa composita maggioranza c’è una parte, il centro-sinistra, che sosterrà sicuramente Draghi perché lo considera dei suoi. La destra invece può votarlo, ma a condizione che dia prova di ascoltarli e di assecondarli. Come sta facendo sulle riaperture contro le preoccupazioni e le motivate obiezioni di tanta parte dell’area non di destra politica, culturale e medica. Draghi quindi lancia segnali fuori dal centrosinistra e lo farà fino all’elezione del nuovo presidente e in vista di quella scadenza.
Non aspettiamoci razionalità, dunque, sulla lotta alla pandemia. Li si giocano altre partite ben più importanti. La nostra pelle viene dopo. Invochiamo solo la clemenza divina. Che Iddio ce la mandi buona!

2 commenti

  • 1 Aladinpensiero
    20 Aprile 2021 - 08:07

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=121653

  • 2 giorgio
    20 Aprile 2021 - 08:42

    A me sembra che, in Italia, nella discussione tra chiusure e riaperture siamo sempre al punto di partenza.
    È ovvio che, da un punto di vista sanitario, l’ideale sarebbe tenere tutto chiuso e costringere la gente a casa. Ma dall’altro lato ci si deve render conto che ci sono persone che non lavorano, e non incassano un euro, da più di un anno. E, per cortesia, non mi si venga a parlare di ristori. In questa situazione di crisi pandemica lo stato si è dimostrato capace solo di elargire, alle categorie maggiormente colpite dalle chiusure, poche briciole e pure con lungo ritardo.
    Tutti capiscono le esigenze sanitarie, ma non tutti vogliono capire le esigenze economiche di chi, a causa di questa situazione, ha perso tutto. Dirò di più: le persone che maggiormente sostengono la necessità di tenere tutto chiuso appartengono, il più delle volte, alle categorie protette con reddito garantito. Hanno mai provato, queste persone, ad immedesimarsi nella condizione di un padre di famiglia monoreddito, che si è visto, dall’oggi al domani, preclusa la possibilità di portare il pane a casa ? Hanno mai provato, questi talebani del garantismo sanitario, ad immedesimarsi con il gestore di un bar, di un locale da parrucchiere, a cui è stato prima imposto di adeguare la propria struttura con tutti gli ausili necessari a ridurre il rischio di contagio che poi, dopo investimenti anche importanti, sono comunque stati costretti a chiudere ?
    Io credo che ormai siamo arrivati al limite oltre il quale si rischia veramente la rivolta sociale. È vero, in altri Paesi si è optato per una politica di chiusure anche più rigide di quanto fatto da noi. Ma è anche vero che in quei paesi lo Stato è stato più efficiente nella politica delle vaccinazioni e dei ristori. Questo ha temperato i disagi e la gente ha accettato di buon grado i sacrifici imposti.
    Mi chiedo: quelli che oggi si dichiarano garantisti a tutti i costi, continuerebbero a mantenere la propria posizione se fossero costretti a dividere il proprio reddito (talvolta i propri redditi) garantito(i) con chi, a causa di questa pandemia, ha perso tutto ?
    “The answer, my friend, is blowin’ in the wind
    The answer is blowin’ in the wind”

    Risposta

    D’accordo. La verita’ e’ che occorrono misure straordinarie per mettere tutti in condizione di vivere con dignita’. Occorre usare la leva fiscale per procurare risorse a questo scopo. Ma non e’ questa la via che si intende seguire. La scelta e’ per il rischio di una nuova ondata di contagi, con migliaia di morti. Credo che neanche questo sia un pericolo da correre. Ma questo sistema non si pone il problema di tutelare in pieno i cittadini ne’ dal punto di vista saitario ne’ da quello economico. Non e’ questa “la societa’ del rischio”?

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