Tonino Dessì
Anche oggi i due quotidiani sardi dedicano ampio spazio al Sardaragate.
Direi che, a parte una contraddizione che emerge dai servizi giornalistici (su L’Unione Sarda l’iniziativa del convivio parrebbe doversi attribuire al portavoce del Presidente della Regione, ma su La Nuova l’interessato smentisce, mentre in un’intervista sul medesimo quotidiano è l’imprenditore termale ad assumersi “ogni responsabilità” per un pranzo che rientrerebbe nella normale attività promozionale e di pubbliche relazioni), oggi non si coglie nulla di nuovo.
Aggiungerei che una mia certa sensazione va accrescendosi, soprattutto valutando il tono sotteso nelle pagine del quotidiano sassarese, già distintosi di suo nell’elogio di un ex assessore regionale pescato fra gli astanti per le scuse pubblicamente presentate nel riconoscere “l’errore”.
A questo punto, cioè, mi pare che non passerà troppo tempo e la partecipazione a quel pranzo diventerà motivo di vanto.
C’è già tutto un occhieggiamento, fra organizzatori e partecipanti, un riconoscersi fra sodali pur escludendo il “delirante sospetto” che li associerebbe in chissà quale consorteria.
Intanto sfilano davanti al PM cagliaritano, dal quale effettivamente non è che ci si possa aspettare imputazioni per chissà quali gravi reati.
L’infrazione infatti comporta una sanzione pecuniaria tutto sommato modesta, che la maggior parte degli interessati potrebbe pagare senza batter ciglio (anche se, come mi fece osservare un abbientissimo avvocato e docente universitario anni fa: “Guardi che molti, più ricchi sono, più tengono al soldo”).
Rileverebbe magari il peculato per quanti si siano recati sul posto con l’auto e magari l’autista pubblici di servizio, ovvero la falsa dichiarazione qualora, proprio per scamparsi sanzione pecuniaria e ulteriori implicazioni abbiano autocertificato di esser lì “per motivi di lavoro”, ma insomma, trattasi di questioni penalmente quasi bagattellari.
Come giustamente puntualizza Amsicora, il tema non è affatto penale e ha scarso interesse giudiziario.
Il tema è di costume, di superficialità, di cattivo esempio da parte di quanti sarebbero tenuti a un comportamento rispettoso e disciplinato proprio in quanto titolari di funzioni-pubbliche, ma anche private- dalle quali l’esempio e, aggiungerei, la condivisione della condizione della generalità dei cittadini dovrebbe provenire.
Non questione penale, perciò, bensì un risvolto della questione morale.
Ma, come ho premesso, il tema morale è un tema scivoloso e, soprattutto, interpretabile a seconda degli ambienti in cui si vive e nei quali ci si riconosce e ci si sostiene a vicenda.
Perciò tutto, con qualche buon ufficio anche mediatico, vedrete che passerà in cavalleria e presto si parlerà dello sgonfiamento di uno scandalo alla fin fine “presunto”.
1 commento
1 Franco Meloni
17 Aprile 2021 - 16:55
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=121458
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