Perché la laurea honoris causa a Gheddafi a Sassari?

14 Maggio 2009
6 Commenti


Andrea Pubusa

Ha destato sorpresa la decisione di conferire la laurea honoris causa in Giurisprudenza al presidente Gheddafi da parte della facoltà di legge di Sassari. La ragione formale? Il riconoscimento in favore di un leader islamico “contribuisce a un processo gia’ in corso di dialogo e di conoscenza reciproca fra sistemi giuidici diversi ma convergenti nel Mediterraneo”. E’ questo uno dei motivi fondamentali che hanno spinto il Consiglio della facolta’ di Giurisprudenza dell’Universita’ di Sassari, ad approvare la proposta del preside, Giovanni Lobrano, di conferire la laurea honoris causa al leader libico, Muammar Gheddafi.
Ora queste lauree quasi mai si conferiscono senza un secondo fine. Spesso c’è la sollecitazione degli stessi laureandi per ragioni di prestigio. Qualche volta intenti banalmente pubblicitari di Atenei di scarso livello. Altre ci sono motivazioni “politiche” della Facoltà, dell’Ateneo o di altri. Certo, è che le facoltà di leggi dovrebbero assegnare queste lauree o a giuristi di prestigio o a campioni della lotta per i diritti (ce n’è tanti nel mondo) o a persone che hanno particolari meriti democratici. Ora, anche a non voler demonizzare Gheddafi, certo è ch’egli non si è segnalato in alcuno di questi campi. Non è un combattente per la libertà. La ragione è dunque un’altra e ad essa sembra alludere il Preside Lobrano in un sua dichiarazione alla stampa: “Anche se ho proposto io la cosa e ho votato a favore - precisa il preside all’ADNKRONOS - e’ mia abitudine scientifica non attribuirmi meriti che non ho. Non posso definirla come una mia iniziativa ma sicuramente la proposta in facolta’ l’ho fatta io. Prima ne ho parlato con alcuni colleghi anziani e poi con il Magnifico rettore, Alessandro Maida. In particolare, ci siamo fatti carico di renderci conto se ci poteva essere una disponibilita’, una attenzione politico diplomatica per l’iniziativa. Poi veramente di piu’ non posso dire perche’ non si tratta di questioni personali di cui posso disporre. Su alcune cose sono veramente impegnato alla riservatezza”.
Insomma, Lobrano ammette che l’iniziativa non è interna alla facoltà; non è improvvisa, ma frutto di molti contatti in alto loco: Gheddafi è disponibile e c’è un’attenzione diplomatica, ossia una sollecitazione dai vertici politici.
Ora si vedrà. Ma che ci sia in questa bizzarra iniziativa una ragion di stato è certo, giacché, se passa in senato accademico, la decisione finale spetterà al ministero dell’Istruzione. E certamente una proposta di questa portata si fa solo se questa approvazione è stata già ufficiosamante acquisita. Non può essere certo una Gelmini qualsiasi a bocciare Gheddafi.
Ed allora, che dire? C’è un avvicinamento dell’Italia berlusconiana a Gheddaf; non solo sul piano economico (ché questo c’è sempre stato), c’è un avvicinamento nel modo di pensare. Un’erosione delle libertà democratiche, che ben si coglie nel decreto per l sicurezza e nei ripugnanti respingimenti. Rimandare i profughi in Libia significa riservar loro i diritti e le libertà del regime libico. Ossia negare a costoro le garanzie della nostra Costituzione per metterli in balia di un regime che non è faro di libertà. E più o meno quanto faceva Bush quando ha creato basi extraterritoriali per i prigionieri islamici. Guantanamo serviva a negare le garanzie costituzionali, indefettibili in terra americana, e a consentire perfino la tortura, come oggi Obama svela.
Tutto questo contraddice i principi delle grandi Carte costituzionali e le dichiarazioni universali dei diritti per le quali il bene delle libertà non è riservato ai soli cittadini, ma esteso a tutti gli uomini e donne per il solo fatto d’essere persone.
E dunque che senso ha la laurea honoris causa a Gheddafi? E’ il segno del nostro lento scivolamento verso un livello di democrazia che tendenzialmente si allontana dai modelli avanzati del costituzionaismo moderno per avvicinarsi a quelle forme autocratiche, ademocratiche e sempre più manifestamente razziste e antiegalitarie. Ci sono nell’aria grossolane pulsioni di stampo fascista e razzista, come denuncia con preoccupazione anche un moderato come Casini.
Non stupisce dunque la proposta pro Gheddafi e ancor meno sorprende che l’iniziativa venga dalla Sardegna, una regione che il modello autocratico gheddafiano ben ha conosciuto nel corso dell’ultima legislatura e non come espressione della destra, ma come manifestazione del centrosinistra, con l’appoggio di una buona parte della intellettualità sarda. E questa accondiscendenza al monocratismo ha avuto  il maggior favore e sostegno negli ambienti intellettuali sassaresi. In fondo, alla luce di tutto questo, onorare Gheddafi con una laurea in giurisprudenza fa il paio con l’esaltazione che molti intellettuali di sinistra hanno riservato al monocratismo. E’ frutto di quella svalutazione per la democrazia che fiorisce anche in taluni ambienti del centrosinistra e della sinistra. Prenderne atto è il primo passo per invertire la rotta. 

6 commenti

  • 1 ignazio grecu
    14 Maggio 2009 - 08:05

    Caro prof. Pubusa, il verbo fare, alla terza persona singolare (indicativo presente), si scrive senza accento. Detesto i saputelli ma, essendo lei un Professore, trovo grossolana questa cantonata. Dello stesso tenore dell’accostamento evocato Soru-Gheddafi.

    Caro Grecu, grazie per la correzione (a cui provvedo subito). Prendessi solo questa.. di cantonata! Quando scrivo, senza la presenza di mia moglie, docente di Italiano, talora non effettuo un’adeguata correzione. Oggi poi c’è la tendenza a svalutare l’ortografia…
    Quanto all’accostamento Soru-Gheddafi è certo eccessivo; in Italia e in Sardegna, per fortuna, c’è ancora la possibilità di fare opposizione e questo cambia tutto. In modo forte e provocatorio, ho voluto segnalare propensioni e umori monocratici, che non vengono adeguatamente contrastati neppure da larga parte dell’intellettualità democratica. La vicenda della Statutaria ne è una prova (a.p.).

  • 2 M.P.
    14 Maggio 2009 - 08:24

    Lieve forzatura colgo
    Nell’accostare
    Modello autocratico gheddafiano
    A recente monocratismo sardo.
    Lieve forzatura colgo
    Nell’assegnare
    A sardo centrosinistra e intellettualità sarda
    La palma del monocratismo autocratico.
    Lieve forzatura colgo
    Nell’attribuire
    All’intellettualità thatharesa
    Irresponsabili responsabilità antidemocratiche.
    Lieve forzatura SERVE
    Nell’apprendere
    Oggettiva realtà delle cose
    In un mondo intricato confuso frastornato.
    Lieve forzatura SERVE
    Nell’acquisire
    Certezze condivise fuori dagli schemi
    E antiche semplici saggezze da rivalutare
    Con LIEVE FORZATURA.

  • 3 Massimo Marini
    15 Maggio 2009 - 09:10

    Beh in quanto a Diritto (negato) il nostro Gheddafi ne sa parecchio. Dal 1969 ad oggi la sua politica interna è stata all’insegna dell’oppressione di libertà di pensiero, opinione, fede, parola, associazione degli individui. In politica estera, il nostro si è contraddistinto controfirmando alcune fra le pagine più scure della storia recente, come la strage di Lockerbie. Insomma, in linea con il curriculum dei più grandi statisti occidentali degli ultimi vent’anni.

  • 4 Laurea honoris causa a Gheddafi?! Un'idea della Facolt
    18 Maggio 2009 - 22:03

    […] Riferimento: Laurea honoris causa a Gheddafi?! Un’idea della Facolt

  • 5 Democrazia Oggi - Laurea h.c. a Gheddafi: ne parlano anche i giuristi cagliaritani
    27 Maggio 2009 - 06:19

    […] per la libertà. E Gheddafi, pur senza demonizzarlo e senza svalutarne il profilo antimperialista, non è nell’uno né l’altro. Ed allora, se Sassari insiste nell’iniziativa, perché non assegnare a Cagliari la laurea […]

  • 6 erasmus
    9 Giugno 2009 - 04:39

    Ma se proprio vogliono sputtanarsi al posto di Sassari,
    benvenuti, noi salviamo la reputazione!

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