A.P.
Il premier Mario Draghi ha presentato in Senato il suo programma e ha ottenuto la fiducia. Del discorso di Draghi non è interessante l’elenco delle cose da fare, fin troppo ovvio in un momento come questo, da essere banale. Lotta alla pandemia, ricostruzione, lavoro, scuola, infrastrutture ecc. Nè più nè meno quello che si proponeva di fare Conte. Tutte questioni da esaminare e da seguire con attenzione. Il punto interessante è però un altro, e sioè l’evocazione da parte del neo premier dello “spirito repubblicano”, molto richiamato in Francia sopratutto di fronte alle questioni importanti, potenzialmente divisive. Lo spirito repubbicano riassume i valori nati dalla Grande Rivouzione e fondanti per l’ordinamento d’oltralpe: liberté, egalité e fraternitè, nonché la laicità dello Stato. Sono principi messi a dura prova dal multicuturalismo conseguente alle massicce immigrazioni risalenti e recenti, ben più corpose e organizzate di quanto non avvenga in Italia. Lo spirito repubblicano costituisce un deposito forte di valori che tiene uniti i francesi vecchi e nuovi. Negli USA è il richiamo alla Carta fondativa, anch’esso incrinato dall’attacco di Trump, intriso di umori razzisti e antidemocratici.
In Italia sarebbe il patriottismo costituzionale, spesso richiamato da settori del mondo demcratico, ma contestato da forze corpose, organizzate anche in partiti, che non hanno mai accettato la Resistenza e la Costituzione. Ricordate B.? Da presidente del Consiglio definì la nostra Carta come soviettista e disertò perfino il 25 aprile. Umori non nascosti da forze come la Lega e Fratelli d’Italia.
Draghi richiama lo spirito repubblicano, ma non lo definisce; non si capisce, dunque, se lo fa per rafforzare l’unità della sua compagine disomogenea e per limitarne la conflittualità, già manifestatasi e potenzialmente devastante per il nuovo governo. Certo, se è correttamente inteso, lo spirito repubblicano indica qualcosa di diverso e di più profodo dell’unità nazionale in funzione di un governo-ammucchiata, indica un obiettivo generale: ricondurre tutte le forze politiche entro il perimetro costituzionale. Sarebbe una vera rivoluzione culturale, un sostanziale balzo in avanti. Naturalmente poi la Carta può essere declinata in modo diverso a seconda delle propensioni conservatrici o progressiste di ciascuna forza o raggruppamento politico, ma sempre entro i principi e la struttura fondamentale delineata dalla Costituzione.
E’ una indicazione importante e, se avanzata in modo pregnante, da condividere, anche se ovviammente - come si diceva - l’accettazione di essa non preclude una opposizione a questa o quella politica di governo, compresa quella di Draghi.
2 commenti
1 Aladinpensiero
18 Febbraio 2021 - 08:49
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=119058
2 Franco Meloni
18 Febbraio 2021 - 12:50
AZZARDIAMO?
Mario Draghi ha raccolto la quasi totalità delle forze politiche del paese su un programma credibile per salvare l’Italia, almeno sulla carta, che con il concorso di tutti dobbiamo realizzare. A tal fine su indicazione del presidente della Repubblica ha formato un governo di unità nazionale che sicuramente otterrà la fiducia del Parlamento. Tale operazione si richiama esplicitamente a quanto le forze politiche all’indomani della devastante seconda guerra mondiale riuscirono a fare per risollevare l’Italia dalle rovine in cui l’aveva ridotta il nazi-fascismo. Mutatis mutandum, ci troviamo a vivere una crisi epocale che rischia di travolgerci, insieme all’Europa e all’intero Mondo. Una crisi accelerata dalla pandemia, che ha carattere sociale e ambientale, dalla quale si può uscire solo cambiando in profondo i sistemi di sviluppo del mondo e di governance a livello planetario e dei diversi Stati.
IN ITALIA
Il richiamo all’unità di quanti, cittadini e istituzioni, hanno questa consapevolezza dovrebbe portare a sostenere soluzioni unitarie, straordinarie, per questa fase emergenziale che non sappiamo quanto duri, ma che certamente non sarà breve. In questo senso, pur con grande cautela e non concedendo deleghe in bianco, possiamo salutare favorevolmente la formazione del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi
E IN SARDEGNA?
Potremo auspicare che analoga operazione venga fatta in Sardegna? Comporterebbe la costituzione di una nuova giunta regionale, presieduta da Christian Solinas, espressione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, di alto profilo, attraverso un mix di esponenti politici e tecnici di appropriata competenza. L’attuazione dei programmi del Recovery Plan, richiede anche in Sardegna una adeguata qualità di quanti devono gestirli - a tutti i livelli, politici e tecnico-amministrativi - con il più vasto coinvolgimento della società sarda, attraverso tutte le aggregazioni economiche, sociali e culturali che la compongono.
Ne possiamo dibattere?
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