A.P.
SuperMario un primo miracolo lo ha fatto subito. Ha formato un governo che ha già la contrarietà di una buona fetta dei parlamentari che dovrebbero sostenerlo. 5 Stelle, PD e Leu sono in subbuglio. E non c’è da dar loro torto. Si dirà, ci vuole responsabilità. Certo, non lo si può negare. Incombono le urgenze. Ma la responsabilità dev’essere di tutti. Anzitutto del premier. E’ responsabile, secondo voi, chi presenta un esecutivo in cui le decisioni fondmentali vengono espropriate all’indirizzo politico promanante dal corpo elettorale? Sì perché quella schiera di tecnici a cui è affidata la politica economica sono tutti espressione di un mondo economico-tinanziario che segue percorsi e logiche proprie, del tutto staccate dai ceti popolari e spesso ostili ad essi. Poche chiacchiere, l’esecutivo è sbilanciato a destra, non è un caso che B. sia molto soddisfatto. Era fuori gioco ed ora è tornato in partita, mentre ha uaa posizione marginale proprio il M5S ch’era stato l’indiscutibile vincitore delle elezioni nel marzo del 2018. E non a caso proprio nella tribù dei musi gialli c’è aria di rivolta,.
Bisogna ammetterlo, Beppe Grillo, solitamente molto accorto, stavolta ha toppato. Ha detto sì a scatola chiusa e Draghi lo ha coglionato, lo ha messo all’angolo, pur avendo la maggiore rappresentanza parlamentare. Per di più le sorprese non son finite. Questo governo si è formato e ha avuto un sì diffuso senza che sia stato esplicitato il programma. Ed anche qui, mentre si capisce il sì di B. e Salvini, che rientrano in partita e, dunque, ottengono senz’altro un risultato utile, non altrettanto può dirsi per il centrosinistra, che poteva, legittimamente, chiedere di vedere le carte, ossia la struttura della compagine e le linee programmatiche. Grillo in particolare era un po’ l’arbitro della soluzione poiché un suo disimpegno difficilmente avrebbe potuto lasciare indifferenti PD e Leu. Dunque, ben poteva sollevare l’asticella, anziché accontentarsi di generici impegni telefonici e della creazione di un ministero per la transizione ambientale, che poi è stato perfino svuotato del suo significato. Che la centralità di questo esecutivo sia l’ambiente, già prima di partire, nessuno ci crede, anche per la compagnia che si ritrova a destra.
Draghi parte dunque perdendo pezzi. Cosa succedera quando, nell’impatto con la sofferenza sociale, questa convinzione diventerà senso comune?
3 commenti
1 Aladinpensiero
15 Febbraio 2021 - 08:27
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=118952
2 Franco Meloni
15 Febbraio 2021 - 09:55
Poteva andare diversamente? Sicuramente. E’ stato detto: Mattarella avrebbe potuto incaricare la Casellati di esperire un tentativo di governo di centro-destra (Gianni Pisanu su questo blog). Tentativo che sarebbe fallito. Avrebbe poi potuto rinviare Conte alle Camere per verificare l’esistenza di una maggioranza sotto la scure dello scioglimento anticipato. Li si sarebbe visto il coraggio di Renzi di insistere per il peggio, fino al suo annientamento elettorale (poteva essere un costo da pagare)… e così via. E, invece, Mattarella, giustamente angosciato per la pandemia e preso atto dell’incapacità dei partiti di gestire presente e futuro) ha scelto la strada dell’unità di tutti per una fase di transizione verso… la normalità democratica (?). Ha scelto Draghi per governarla. Prendiamone atto e combattiamo non contro Draghi e il suo governo più o meno credibile, ma per portare avanti gli interessi popolari (per quanto possiamo e riusciamo a fare). Sapendo che qualcosa di buono si potrà ottenere solo sul fronte dell’opposizione e del protagonismo sociale. Che dobbiamo rafforzare anche per condizionare i partiti. Abbiamo molte priorità e non sto ad elencarle, stanno nell’agenda di governo. Sta a noi orientare le soluzioni, dalla parte del popolo, partendo dalle esigenze della gente, in primis della povera gente (sempre più numerosa). Aggiungerei all’elenco la riforma elettorale che per noi deve essere fortemente proporzionale. C’è molto da fare, ma, per favore: non inseguiamo i partiti, piuttosto se ci riesce facciamoci inseguire. Ci sono nel Paese molte energie attive e tante altre da mettere in movimento. Agiamo in questo contesto, come peraltro già facciamo con le nostre non disprezzabili forze. Magari impegnandoci maggiormente a trovare sintesi e unità tra quanti sono disponibili, per dare l’efficacia alla comune azione politica. Buon lavoro a tutti noi!
3 Caterinabecciu
15 Febbraio 2021 - 12:40
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