Comunicato del cdr de l’Unità
L’Unità, il giornale che fu di Antonio Gramsci, è un bene comune della sinistra e dei democratici italiani, anche se oramai, quanto alla proprietà, è stato da tempo privatizzato e ridotto ad una merce. Le sue sorti, comunque, ci tanno molto a cuore. Del resto, nel panorama della stampa italiana, una sua eventuale chiusura sarebbe un colpo gravissimo alla libertà di manifestazione del pensiero concretamente intesa. Sarebbe poi una grave offesa la cessione a gruppi editoriali che non ne garantiscano la collocazione nell’area della sinistra democratica. Riportiamo perciò, con preoccupazione ed allarme, il comunicato del Comitato di Redazione che denuncia una situazione di estrema gravità. I commenti sono superflui.
Il destino de l’Unità è a rischio, di ciò devono avere piena consapevolezza i lettori e i diversi comparti del giornale: azionista, azienda, direzione, redazione e poligrafici. I giornalisti, con grande senso di responsabilità, hanno fatto la propria parte facendosi carico di un piano durissimo per fronteggiare la crisi. A fronte di tutto ciò, tuttavia, mentre si avvicina l’assemblea dei soci convocata per il 20 maggio, rimane drammaticamente incerta la prospettiva che attende il quotidiano.
La redazione, quindi, prima che l’intesa raggiunta con l’azienda venga formalizzata al ministero del Lavoro, chiede che editore e azienda facciano chiarezza sul futuro del giornale. A questi chiarimenti, che implicano una continuità aziendale certa, la redazione vincola i propri sacrifici, visto che questi possono essere giustificati soltanto dalla sopravvivenza e dallo sviluppo del quotidiano. Il Cdr, su mandato dell’assemblea, ha già avanzato alla segreteria della Fnsi richiesta formale di incontro per esaminare la situazione.
Alla responsabilità della redazione, dei lavoratori e dei soggetti che stanno garantendo la presenza in edicola, deve corrispondere adesso la responsabilità dell’editore. Nell’attesa che maturino soluzioni societarie stabili, ci attendiamo che il presidente Soru esprima nei confronti de l’Unità lo stesso impegno imprenditoriale mostrato con l’iniziativa per il risanamento di Tiscali. Renato Soru, ha ribadito il suo «personale impegno» per Tiscali e per i suoi «quasi mille dipendenti».
E per quelli de l’Unità? Perché il regime di blind trust, al quale si è vincolato, viene oggi mantenuto solo per la proprietà del nostro quotidiano? L’avvio del risanamento di Tiscali modifica la determinazione del nostro attuale editore di ridurre la partecipazione azionaria, se non di abbandonare? Queste domande saranno al centro di un incontro richiesto dal Cdr al presidente Soru, che ha espresso ufficialmente la propria disponibilità in tempi brevi. Da mesi si parla di nuovi ingressi nell’azionariato della Nie, di impegno della proprietà a favorire questa ipotesi, ma nulla di concreto si è visto fino ad ora.
Dopo gli investimenti iniziali, dal dicembre 2008, ormai, non risulta sia stato versato un solo euro nelle casse del giornale. Si è proceduto, intanto, con una politica di tagli che grava sul prodotto e frustra la professionalità della redazione e dell’insieme dei lavoratori. Se non vi saranno strategie adeguate di rilancio il futuro de l’Unità verrebbe inevitabilmente segnato. La redazione si batterà con tutti gli strumenti a disposizione perché l’Unità venga salvata.
1 commento
1 gennaro
2 Settembre 2009 - 23:51
Cari amici diceva un tale che quando la battaglia si fa dura i duri scendono in campo ma cosa ci aspettavamo di liberarci di berluswconi con uno scup scandalistico .Fatevi coraggio e mostrate quel coraggio ormai sopito che fu dei nostri padri.
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